Come recita un vecchio adagio, il guaio delle feste è che chi già ti manca, a Natale ti manca un po' di più. E sono tanti, troppi, a cui manca tutto: una famiglia, un tetto, una coperta, persino un pasto caldo. Ne sanno qualcosa i volontari della Ronda della Carità e della Solidarietà, che anche la notte della vigilia, quella di Natale come a Santo Stefano, sono come sempre al fianco dei bisognosi.
Loro, la dimostrazione vivente che non è vero che i sorrisi nel buio non si vedono: i volontari della Ronda, che portano un po' di sollievo anche in queste gelide notti, ne ricevono tanti, insieme anche a semplici sguardi grati. È grazie a loro se la cena di Natale, per i senza dimora che dormono nelle stazioni, anche quest’anno arriverà in strada. E come ci racconta la presidente Marisa Consilvio, insieme a cibo, bevande e coperte, ci sarà anche un po' di panettone. Ma soprattutto tanto calore umano, l’ingrediente più importante contro la solitudine.
Consilvio, come ogni Natale sarete in strada. Ci racconta com’è nata la Ronda?
“Da un’idea del nostro fondatore Paolo Coccheri e grazie a La Nazione, nell’ottobre del 1993 è nata la Ronda della Carità e della Solidarietà. Per noi è molto importante ricordarlo sempre: Paolo è stato il primo ad iniziare questo tipo volontariato di notte a servizio degli indigenti, per aiutare chi dorme per strada, chi non ha più una casa o ha perso un alloggio. È stata proprio La Nazione a pubblicare per prima l’appello fatto a suo tempo da Paolo. Ricordo che io, insieme ad altre persone, ci siamo ritrovate l’indomani in piazza San Marco: volevamo sapere come fare per aiutare queste persone. Da qui è nata la Ronda, e sono 31 anni che siamo presenti, la sera, al fianco dei bisognosi”.
Farete servizio anche a Natale?
“Durante le festività natalizie saremo presenti alla stazione di Campo di Marte e daremo da mangiare ai bisognosi. Ci saremo anche la vigilia, la notte di Natale, a Santo Stefano. Il 25 ci sarà il pranzo di Natale della comunità di Sant’Egidio, che quest’anno è alle Piagge. Alcuni non ci andranno. Noi comunque la notte ci saremo, e proseguiremo con la distribuzione del cibo alla stazione. Tutte le sere diamo un pasto caldo recuperando il cibo dalla mensa universitaria Calamandrei, con la quale abbiamo una convenzione. Tutti i giorni recuperiamo il cibo che gli studenti non consumano e lo portiamo all’Albergo Popolare: continueremo a farlo anche durante le feste, compatibilmente con i tempi universitari, perché la mensa chiude. Un impegno importante a costo zero per la comunità. All’Albergo Popolare diamo anche coperte e sacchi a pelo”.
Quale è l'impatto della solidarietà per chi non ha nulla e nessuno con cui passare le feste?
“Spesso incontro persone che mi dicono: ‘Vorrei fare qualcosa per gli altri la sera di Natale’. A loro dico sempre: ‘No, grazie’. Fare lo show non serve a nulla: perché il povero, il bisognoso, c’è sempre, c’è tutto l’anno, non solo la sera di Natale”.
Che tipologia di poveri incontrate, e aiutate, per strada?
“Ci sono immigrati, ma non solo. C’è il babbo italiano che ha perso il lavoro, la moglie, i figli, e si ritrova a dormire per strada o in macchina perché non ce la fa a pagarsi una stanza. Ce ne sono tanti così. In strada ci incontriamo anche molti giovani, sia stranieri che italiani. La nota positiva è che sono un po' diminuite le presenze grazie all’emergenza invernale: i posti messi a disposizione dal Comune di Firenze coprono il fabbisogno di molte persone”.
Che turni coprite?
“Dalle 20 in poi, c’è sempre un gruppo presente alla stazione. C’è chi porta il cibo caldo, chi i dolci, chi caffellatte e bevande. Fortunatamente Firenze può contare su un servizio molto capillare in città: noi come Ronda usciamo il lunedì, poi c’è la Croce Rossa, la Fratellanza Militare, le Misericordie. In questo periodo di freddo c’è ogni sera un’unità di strada che gira la città. Siamo tanti, e grazie a questo impegno, riusciamo ad aiutare molte persone che passerebbero le feste, e non solo le feste, in maniera peggiore”.