La tennista Peng Shuai accusa l'ex premier di violenza sessuale ma il suo post viene oscurato

di CAMILLA PRATO
5 novembre 2021

Tennis Australian Open 2020

Non le è bastato essere una star nazionale e internazionale del tennis per difendersi dalla censura, come non le era bastato voler chiudere la relazione per non essere abusata sessualmente. Ma Peng Shuai, 35 anni, ex numero uno al mondo nel doppio femminile, non resta in silenzio e continua a portare avanti la sua denuncia contro l'ex vicepremier Zhang Gaoli. In Cina un nuovo scandalo #MeToo arriva a toccare i vertici del potere: la tennista, martedì sera in un post sui social, ha infatti accusato di molestie sessuali proprio l'alto dirigente del Partito comunista, con cui afferma di aver avuto una relazione extraconiugale che è andata avanti ad intermittenza per circa 10 anni, nei quali sarebbe stata violentata in diverse occasioni.  

"Non riesco a descrivere quanto fossi disgustata, e quante volte mi sono chiesta se sono ancora un'umana? Mi sento un cadavere che cammina. Ogni giorno recitavo, quale persona è la vera me?", ha scritto la giovane su Weibo. E ancora "Perché sei dovuto tornare da me, portarmi a casa tua per costringermi a fare sesso con te?". Parole di disperazione, come quelle in cui la ragazza ricorda un episodio di presunto stupro risalente a circa 3 anni fa, quando l'ex vicepremier di Pechino, che oggi ha 75 anni, l'aveva invitata a casa sua per una partita insieme alla moglie. "Quel pomeriggio non ero consenziente, ho pianto per tutto il tempo", racconta nel messaggio. "Sì, non ho alcuna prova, ed è semplicemente impossibile avere prove", ha aggiunto.

In effetti anche il suo messaggio ha avuto vita breve, appena 30 minuti, prima che fosse oscurato con una velocità e una ferocia mai viste in nessuno dei precedenti casi di denuncia nel Paese. L'ex campionessa di Wimbledon e Roland Garros nel doppio femminile, ha visto così abbattersi la pesante falce della censura sul suo lungo testo, in cui denunciava tre anni di sesso forzato con Zhang Gaoli, uno dei politici più potenti della Cina dal 2013 al 2018. Tuttavia quei 30 minuti di pubblicazione sono bastati perché il post oltrepassasse il confine cinese grazie alle migliaia di condivisioni, diffondendosi a macchia d'olio. Secondo i dati statistici del social Weibo, un post sull'account ufficiale della giocatrice è stato visualizzato più di 100mila volte ma il contenuto non è stato specificato.

Ovviamente non è stato possibile verificare né le parole né l'autenticità del messaggio di Peng Shuai, e l'entourage dell'atleta ha rifiutato di commentare la vicenda. Per timore di ritorsioni verso di lei o di conseguenze verso l'intero staff o per chissà quale altra causa non è dato saperlo. Silenzio anche da parte dell'ex premier, che non ha commentato pubblicamente l'accusa. Le imbarazzanti rivelazioni, anche se ancora non confermate, arrivano comunque a pochi giorni da un importante conclave del Partito Comunista Cinese (PCC) convocato nella Capitale per i prossimi giorni. Ad oggi però gli account dei diretti interessati risultano inaccessibili. Così come forse, per l'ennesima volta, sarà impossibile arrivare alla verità su un probabile ennesimo caso di violenza coperto dal potere politico.