Manganellate agli studenti, Scalia: “Errore nella catena di comando. Ora fondamentale recuperare la fiducia di questi ragazzi”

L’ex agente Digos, che fa parte della Fondazione Caponnetto, commenta quanto accaduto nei giorni scorsi durante i cortei pro-Palestina a Firenze e Pisa: “Mi è sembrato di ritornare indietro negli anni, vedere quelle scene fa male”. Oggi gli studenti tornano in piazza

di DOMENICO GUARINO
2 marzo 2024

Renato Scalia della Fondazione Caponnetto, ex agente Digos

Ragazzi manganellati, visi insanguinati, giovani trascinati a terra, botte: quello che ci restituiscono le immagini dei cortei studenteschi pro-Palestina tenutisi venerdì scorso a Firenze e Pisa è l’immagine di un’Italia in cui la cultura dell’ordine pubblico viene imposta a suon di botte, con cariche violente che vanno a colpire persone inermi con le mani alzate.

Cosa succede nel nostro Paese? C’è chi parla di pericolo democratico e chi, schierandosi dalla parte delle forze dell’ordine, sottolinea che in piazza non si può fare tutto, e che comunque le regole e le leggi vanno rispettate.

Di questi temi abbiamo parlato con Renato Scalia della Fondazione Caponnetto, ex agente Digos, ed esperto di questioni che hanno a che fare con la sicurezza pubblica.

Innanzitutto gli chiediamo quale è stata la sua sensazione nel vedere quelle scene, che speriamo non si ripetano oggi pomeriggio, quando i giovani studenti torneranno per le strade delle due città toscane a ribadire il loro no alla guerra, al genocidio del popolo palestinese, il loro grido di cessate il fuoco. “Mi è sembrato di ritornare indietro negli anni – dice –. Ho assistito a scene già viste, perché situazioni di questo tipo e spaccature tra la società civile e le forze dell’ordine in Italia ci sono sempre state. Anzi negli anni passati è stato spesso anche peggio, basti pensare a quello che accadeva agli anni Settanta/Ottanta e poi, per arrivare a tempi più recenti, a quello che è successo a Genova 2001, solo per citare i fatti più eclatanti.

Scalia, ex agente Digos, parla agli studenti
Scalia, ex agente Digos, parla agli studenti

Quello che è accaduto l’altro giorno a Pisa mi ha fatto però particolarmente male, anche perché due giorni prima ero stato assieme ai carabinieri di Unarna in una scuola di San Giuliano Teme, che, come è noto, si trova a pochi chilometri da Pisa. E ora mi chiedo come tornare a recuperare la fiducia di questi ragazzi che hanno visto loro coetanei essere trattati in quel mondo. Sono tornato indietro nel tempo, all’epoca del G8 di Genova e anche lì è stato molto difficile andare a spiegare nelle scuole, a parlare con i ragazzi, a fare formazione, a stimolare il dibattito. Come lo sarà adesso, purtroppo. Anche se io non mi fermerò".

Cosa non ha funzionato in Piazza?

“Io quello che ho visto, e parlo di Pisa, è un reparto mobile schierato, prima una squadra poi due, il mezzo messo di traverso e quindi questo mantenere la posizione è qualcosa che è stata ordinata ai miei colleghi. Non può essere una scelta loro, esistono delle regole e dei protocolli precisi. Ora è troppo facile scaricare le colpe su quelli che stavano lì, perché erano stati messi lì: scendono dal mezzo su ordini ben precisi indossano il casco su ordini ben precisi etc.

Manganellate agli studenti a Pisa e Firenze
Manganellate agli studenti a Pisa e Firenze

Per altro non capisco quei ragazzi non potessero attraversare quella piazza. Dice: c’è la sinagoga a 600 metri… ma probabilmente nemmeno lo sapevano. A Firenze del resto il corteo, autorizzato, si è concluso a 400 metri dal consolato americano, che è un luogo altamente attenzionato e al quale non ci si può avvicinare. Poi certo sono partiti alcuni e sono partite le cariche, ma il corteo regolare comunque era terminato a pochi passi, in piazza Ognissanti.

Se a Firenze è stato permesso un tragitto del genere perché a Pisa non si poteva passare in piazza dei Cavalieri? Questo non mi pare che nessuno lo abbia spiegato”.

Quindi?

“Quindi io credo che ci sia stato un errore nella catena di comando”.

Il questore dice che, siccome la manifestazione non era stata annunciata ufficialmente, se non sui social, allora non conoscevamo le intenzioni. Plausibile?

“Ci sta. Ma posso testimoniare che io personalmente ho gestito, con solo un altro collega, manifestazioni senza preavviso, e l’abbiamo gestite con dirigenti e questori ‘illuminati’ senza che accadesse nulla, solo con la mediazione verbale. Parlando, confrontandosi, si riescono ad ottenere dei risultati fenomenali. Il fatto stesso che gli studenti siano arrivati a stretto contatto indica che questo dialogo è mancato. Va capito perché. Di sicuro c'è stato qualcosa che è andato storto”.

La Rete degli Studenti Medi protesta contro le manganellate ai cortei pro-Palestina
La Rete degli Studenti Medi protesta contro le manganellate ai cortei pro-Palestina

Ma si dice ‘ci sono le regole’…

“Si ma le regole dicono anche che, ad esempio, il responsabile dell’ordine pubblico indossi la fascia, preavvisi di scioglimento della manifestazione sempre che ci siano problemi di sicurezza e ordine pubblico. In Italia le manifestazioni non vanno autorizzate, c’è un preavviso di tre giorni da dare ed eventualmente”.