Scontro Stato-Vaticano sul Ddl Zan. Appello ai Patti Lateranensi: "Alcuni contenuti attuali riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica"

di FRANCESCO LOMMI
22 giugno 2021
vaticanoVsddlZan

vaticanoVsddlZan

C’è sempre una prima volta. Anche se forse, in questo caso, ne avremmo fatto volentieri a meno. Per anni è stata pura materia scolastica, ma mai come oggi i Patti Lateranensi (accordo siglato nel 1929 e revisionato poi nel 1984, che regola i rapporti tra Italia e Santa Sede) tornano d'attualità: il Vaticano scende in campo contro il Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia firmato dall'omonimo parlamentare del PD Alessandro Zan, con una "nota verbale". Mai prima di questo momento la Chiesa era intervenuta ufficialmente nell’iter di approvazione di una legge italiana.

Da sinistra, Alessandro Zan e monsignor Richard Gallagher

La nota, firmata e consegnata dal Segretario Vaticano per i rapporti con gli Stati (in sostanza il ministro degli Esteri del Papa) monsignor Richard Gallagher, contiene tutte le perplessità e le preoccupazioni della Santa Sede in merito alla proposta di legge in esame in Parlamento. Approvato alla Camera il 4 novembre, il decreto nei giorni scorsi è finalmente arrivato all’esame della commissione Giustizia al Senato, dopo aver acceso polemiche e discussioni. Ora però si è messo di traverso anche il Vaticano. Secondo la lettera, che nelle prossime ore sarà portata anche all’attenzione del premier Mario Draghi, il Ddl a tutela della comunità LGBTQ+ andrebbe in contrasto con la revisione del Concordato del 1984.

La Santa Sede, facendo riferimento all’articolo 2 dei Patti Lateranensi, fa appello alla "libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale" contenuti nel comma 1 e "ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" del comma 2. 

Uno dei temi centrali della diatriba è rappresentato dall’articolo 7 della proposta legge di Zan, che prevede per gli istituti scolastici l’organizzazione di momenti di riflessione in occasione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. Al momento, le scuole private cattoliche non sarebbero esentate da questo compito, ed è per questa ragione che la Santa Sede si appella alla "libertà di organizzazione" che metterebbe a repentaglio la libertà di pensiero della comunità cristiana. 

Nonostante non fossero ancora arrivate comunicazioni ufficiali, diversi personaggi della Chiesa si erano già espressi riguardo al Ddl Zan. La CEI, Conferenza Episcopale Italiana, era già intervenuta nel giugno 2020: "Esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio". In seguito anche il Cardinal Gualtiero Bassetti si era espresso sul tema: "Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obbiettivo con l’intolleranza". 

Nelle prossime settimane si scriverà una nuova pagina nel rapporto tra lo Stato italiano e il Vaticano, sperando si possa trovare una soluzione che non intacchi le libertà della Chiesa ma che, allo stesso tempo, tuteli una comunità discriminata per troppo tempo come quella LGBTQ+.