Rifiuti elettronici: buttiamo 10 miliardi di dollari l'anno

E' il valore delle materie prime che finiscono in discarica: oro, argento, rame contenuti nei rifiuti elettronici come cavi, sigarette e giocattoli

di DOMENICO GUARINO
28 ottobre 2023

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Dieci miliardi l'anno. E’ il valore delle materie prime critiche che diventano rifiuti, ovvero quelle non riciclate dai RAEE che finiscono in discarica. Un danno diretto, perché buttiamo materiali preziosi, ed indiretto perché così facendo priviamo la transizione ecologica di un asset fondamentale.

Stiamo parlando di materiali come oro, argento, rame, litio e molti altri ancora che sono contenuti nei dispositivi elettronici: cavi elettrici, sigarette elettroniche, rasoi, cuffie, ma anche giocattoli e molti altri gadget. Prodotti di uso comunissimo che, secondo quanto calcolato dall’Istituto di formazione e ricerca dell’ONU (UNITAR), ammonta a qualcosa come, appunto, 10 miliardi di dollari l’anno.

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I danni delle nostre cattive abitudini

Come detto i danni sono diretti, ma anche indiretti, in quanto, siccome si tratta di materiali molto richiesti, soprattutto dalla filiera produttiva che lavora nel campo della transizione ecologica, la quantità di questi metalli che non smaltiamo correttamente, deve poi essere recuperata attraverso altri canali, che sono concentrati in pochi paesi, come la Cina, che ne dettano il prezzo e i livelli di produzione.

In tutto questo fa dunque specie che esistano delle vere e proprie miniere “nascoste” nelle nostre case che poi finiscono nelle discariche. A partire, incredibilmente dai giocattoli (auto telecomandate, bambole parlanti, robot e droni) sbarazzandoci in maniera impropria dei quali, ogni anno buttiamo a monte qualcosa come 7,3 miliardi di potenziali fornitori di materie prime critiche.

E che dire delle sigarette elettroniche gettate via, in totale 844 milioni, che in peso equivarrebbero a sei Torri Eiffel. E ancora i cavi contenenti rame riciclabile, di cui 950 tonnellate sono finite in discarica l’anno scorso, e che avrebbero potuto circondare la Terra 107 volte.

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L'Europa esempio virtuoso

C’è un problema di cultura ovviamente, ma innanzitutto un problema di legislazione che è ancora carente in tutto il mondo. Da questo punto di vista l’Europa se la cava meglio, con il 55% dei rifiuti elettrici ed elettronici che viene riciclato, a fronte di una media globale di poco superiore al 17%. Senza contare i paesi in cui il tasso di riciclo scende quasi a zero, specialmente in zone del Sud America, dell’Asia e dell’Africa.

Un gap a cui va posto immediatamente rimedio, in quanto, la transizione ecologica e digitale è basata in gran parte di queste materie prime, per le quali è prevista una crescita della domanda esponenziale. E quindi il tema di dove prendere  questi minerali a prezzi accessibili per finanziare le tecnologie verdi è diventato quanto mai attuale.

Come fare per smaltire questi rifiuti

Ricordiamo che in Italia smaltire correttamente i RAEE è già possibile. Innanzitutto si possono usare le Ecoisole RAEE, i centri di raccolta o di riciclo presenti nel proprio comune. Ma ci si può rivolgere ai rivenditori.

Per smaltire un dispositivo elettronico non è necessario recarsi in discarica, infatti i negozi sono obbligati per legge al ritiro gratuito. L’apparecchio può essere consegnato direttamente al rivenditore senza nessun obbligo di acquisto, ma solo per i dispositivi con dimensioni entro i 25 cm (si considera il lato più lungo del prodotto). Se invece bisogna smaltire un RAEE che non rientra in queste misure, per gli altri apparecchi più grandi è possibile usufruire del servizio "1 contro 1", che permette di restituire RAEE di qualsiasi dimensione a fronte di un acquisto equivalente.

I rifiuti RAEE vengono a quel punto conferiti presso gli appositi centri di raccolta del comune, dopodiché sono separati per tipologia in base ai codici di riciclo e trasportati fino agli impianti di riciclo. Qui avviene una prima separazione meccanica dei componenti, mentre quelli più piccoli o difficili da separare sono sottoposti a processi automatizzati attraverso appositi macchinari industriali. In questo modo vengono recuperati materiali come la plastica, l’alluminio, i metalli ferrosi, il rame, l’argento e l’oro.