L’Italia è ancora un Paese che discrimina. Un Paese in cui non rientrare nel canone “eterosessuale e cisgender” è un fattore determinante per la società, che non riesce a guardare oltre all’identità di genere o all’orientamento sessuale di una persona per determinarne il valore, le capacità e le potenzialità.
Lo dimostra uno dei tanti report di fine anno, quelli che tracciano i bilanci di quello che sono stati i 12 mesi appena trascorsi, in questo caso quello di Istat-Unar. Che certifica come il 66,1% delle persone trans e non binarie, la cui identità di genere è visibile o riconoscibile, si è sentita discriminata a scuola o all'università; oltre 8 persone su 10 parlano di una forma di micro-aggressione avvenuta in ambito lavorativo legata all'identità di genere; 1 persona su 2 dice di aver vissuto almeno un evento di discriminazione nella ricerca di lavoro per motivi legati all'identità di genere; il 46,4% non ha partecipato a un colloquio perché, pur avendone i requisiti, la propria identità (trans o non binaria) ne avrebbe condizionato negativamente l'esito e il 40,6% con un lavoro dipendente, dice di aver subito discriminazioni. Il 57,1% delle persone occupate o ex-occupate che hanno partecipato all'indagine ritiene che la propria identità di genere trans o non binaria abbia costituito uno svantaggio nel corso della vita lavorativa, in almeno uno dei tre ambiti considerati (carriera e crescita professionale, riconoscimento e apprezzamento, reddito e retribuzione). Infine le offese legate all'identità di genere ricevute via web riguardano il 55,2% dei rispondenti.
Se la rilevazione non può essere considerata statisticamente rappresentativa della popolazione trans e non binaria, poiché ha carattere esplorativo e si basa su un campione di convenienza, formato esclusivamente su base volontaria, è comunque sintomatica di un atteggiamento pervasivo di odio o comunque intolleranza verso queste persone e in generale verso i membri della comunità Lgbtq+. La popolazione target è costituita da 630 persone così rappresentate: il 34,1% uomini trans, il 19,4% donne trans e il 46,5% persone che si identificano come non binarie.