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Home » Paralimpiadi » “Diario da Tokyo” Paranzan, 18 anni, portabandiera alla chiusura. Si lavora già per Parigi2024

“Diario da Tokyo” Paranzan, 18 anni, portabandiera alla chiusura. Si lavora già per Parigi2024

Il giocatore di tennistavolo è il più giovane componente dell'intera compagine azzurra. La sua scelta è un monito per tutti: si lavora in prospettiva, si guarda già alle prossime Paralimpiadi

Piero Ceccatelli
4 Settembre 2021
(DIRE) Roma, 5 giu. - Il 17enne triestino Matteo Parenzan ha conquistato l'ammissione alle Paralimpiadi di Tokyo. Ha centrato l'obiettivo aggiudicandosi in classe 6 il torneo mondiale di qualificazione, che si è concluso a Lasko. Erano in palio 22 carte, solo per i vincitori e le vincitrici di tutte le classi. L'Italia, guidata in Slovenia dal direttore tecnico Alessandro Arcigli e dal tecnico Donato Gallo, con la collaborazione dello sparring Massimo Pischiutti, ha dunque portato a sei il numero degli atleti che gareggeranno nella capitale giapponese. Erano già ammessi Michela Brunelli, Giada Rossi, Andrea Borgato, Federico Falco e Amine Kalem.    Parenzan, che aveva già primeggiato nel girone, ha battuto per 3-0 nei quarti lo svedese Michael Robert Oskar Azulay, in semifinale per 3-1 lo spagnolo Alberto Seoane Alcazar e in finale per 3-0 il giapponese Kazuki Shichino. Ottimi anche il veronese Federico Crosara, che in classe 2 ha superato nei quarti per 3-0 lo spagnolo Miguel Angel Toledo e in semifinale per 3-0 il giapponese Nobuhiro Minami, per cedere in finale per 3-2 al thailandese Thirayu Chueawong, e il savonese Matteo Orsi, che in classe 3 ha avuto la meglio per 3-1 sullo sloveno Primoz Kancler e nel penultimo turno ha perso per 3-0 contro il polacco Maciej Nalepka. Il torinese Lorenzo Cordua, in classe10, è stato invece eliminato nel girone.   (Mem/ Dire) 17:53 05-06-2

(DIRE) Roma, 5 giu. - Il 17enne triestino Matteo Parenzan ha conquistato l'ammissione alle Paralimpiadi di Tokyo. Ha centrato l'obiettivo aggiudicandosi in classe 6 il torneo mondiale di qualificazione, che si è concluso a Lasko. Erano in palio 22 carte, solo per i vincitori e le vincitrici di tutte le classi. L'Italia, guidata in Slovenia dal direttore tecnico Alessandro Arcigli e dal tecnico Donato Gallo, con la collaborazione dello sparring Massimo Pischiutti, ha dunque portato a sei il numero degli atleti che gareggeranno nella capitale giapponese. Erano già ammessi Michela Brunelli, Giada Rossi, Andrea Borgato, Federico Falco e Amine Kalem. Parenzan, che aveva già primeggiato nel girone, ha battuto per 3-0 nei quarti lo svedese Michael Robert Oskar Azulay, in semifinale per 3-1 lo spagnolo Alberto Seoane Alcazar e in finale per 3-0 il giapponese Kazuki Shichino. Ottimi anche il veronese Federico Crosara, che in classe 2 ha superato nei quarti per 3-0 lo spagnolo Miguel Angel Toledo e in semifinale per 3-0 il giapponese Nobuhiro Minami, per cedere in finale per 3-2 al thailandese Thirayu Chueawong, e il savonese Matteo Orsi, che in classe 3 ha avuto la meglio per 3-1 sullo sloveno Primoz Kancler e nel penultimo turno ha perso per 3-0 contro il polacco Maciej Nalepka. Il torinese Lorenzo Cordua, in classe10, è stato invece eliminato nel girone. (Mem/ Dire) 17:53 05-06-2

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Quando si dice guardare al futuro. Alla cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi di Tokyo2020 come portabandiera l’Italia ha scelto Matteo Parenzan, 18 anni compiuti da pochi mesi e una partecipazione ai Giochi definita “promettente“, ovvero senza acuti e con un bagaglio di esperienze invidiabile. Se alla cerimonia di apertura il Comitato Italiano Paralimpico aveva scelto certezze (l’espertissimo nuotatore Federico Morlacchi e Bebe Vio), per la chiusura di oggi una scelta di saggezza.

Non un nuotatore del gruppo che ha incamerato da solo quasi il 50% delle medaglie azzurre, non il ciclismo, miniera di svariati metalli, non l’esperta e commovente Legnante né una delle regine dei cento metri che oggi saranno su tutte le prime pagine.

Meglio un giovanissimo uscito senza acuti, per dare a tutti la certezza che il Comitato paralimpico ha occhi non solo per chi stavolta è salito sul proscenio. E per non far piovere sul bagnato, ossia aggiungere visibilità a chi visibilità – a suon di medaglie e record – ne aveva avuta in quantità. Il segnale è: bravi e grazie a tutti, ma si lavora per Parigi2024. E si parte tutti alla pari.

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