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Home » Politica » Eutanasia, prima la legge o il referendum? Brescia (M5S): “Giusto che i cittadini arrivino dove non arriva la politica”

Eutanasia, prima la legge o il referendum? Brescia (M5S): “Giusto che i cittadini arrivino dove non arriva la politica”

Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera propone lo "ius scholae" al posto dello ius culturae e si augura che si arrivi presto alla legge che liberalizza la cannabis "per togliere importanti fonti di introito alla criminalità organizzata".

Ettore Maria Colombo
19 Agosto 2021
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Giuseppe Brescia (barese, classe 1983, alla seconda legislatura), dal 2018 presidente della Prima commissione Affari costituzionali della Camera, è un ‘grillino che ha studiato’. Svolge il suo lavoro con competenza e discrezione, nonostante qualche critica. Nella geografia interna al M5s, è annoverato nell’area vicina al presidente Fico. Lo intervistiamo per Luce!.

 

Presidente Brescia, l’agenda della ripresa post-ferie della sua commissione, la Affari costituzionali della Camera dei Deputati, è come una rotatoria sul Grande Raccordo Anulare. Ius soli, ddl eutanasia, cannabis, forse ddl Zan di ritorno, firme digitali per le leggi. C’è pure altro?

“Il nostro calendario è sempre fitto di impegni, ci siamo abituati e il lavoro non ci spaventa, anche se preferiremmo meno decreti-legge. Ripartiremo concentrandoci su due leggi attese da molto tempo ed entrambe importanti. Una è la regolamentazione delle lobby, un’operazione da portare a compimento senza indugi e su cui abbiamo già registrato l’orientamento positivo di quasi tutti i gruppi. L’altra è la riforma della polizia locale, un tema che risulta ancora più delicato e urgente dopo l’emergenza Covid in cui gli uomini e le donne del comparto hanno dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto siano indispensabili per l’ordine pubblico. E poi c’è da affrontare tutto il resto, i temi da lei citati e tanto altro. Penso alle riforme costituzionali e alla legge elettorale, ad esempio”.

 

Esaminiamo questi temi uno alla volta. Ius soli. Lei ha parlato di ius scholae, cioè un altro modo di chiamare lo ius culturae. I 5Stelle, però, non brillano di sacro fuoco, nell’affrontare il tema…

“Il Movimento 5 stelle in passato ha sempre dimostrato eccessive titubanze nell’affrontare alcune questioni. Penso sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle ogni infondato timore e prendere posizioni chiare su ogni argomento. Lo dobbiamo innanzitutto ai nostri elettori. Nel merito della riforma della cittadinanza credo sia davvero giunto il momento di aggiornare la legislazione in materia ferma ad una trentina di anni fa. La società nel frattempo è completamente mutata. Oggi ci sono nel nostro Paese più di un milione di ragazzi che per ottenere la cittadinanza italiana sono costretti ad una vera epopea e questo è profondamente ingiusto. Lo ius scholae può essere un buon punto di caduta per rispettare le sensibilità di tutti i partiti che compongono questa maggioranza così allargata e per costruire un modello di integrazione. Poi ci vuole meno propaganda e tanta concretezza. Il percorso parlamentare è lungo. Serve compattezza tra chi sostiene la riforma”.

 

Ddl ‘fine vita’. Incombe il referendum, già 500 mila le firme raccolte dall’associazione ‘Luca Coscioni’ e dal comitato ‘Eutanasia legale’. Il testo è fermo in Parlamento. A ‘Camere inerti’, arriverà prima, per paradosso, il referendum?

“Le commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali hanno approvato un testo base poco prima della pausa estiva. Il Parlamento ha il dovere di trovare una soluzione e rispondere ad una richiesta oramai ineludibile. È necessaria una legge che restituisca la dovuta dignità a tutte le persone che si trovano in situazioni di inutili e atroci sofferenze. Lo dobbiamo a loro e alle loro famiglie. Anche per questo abbiamo sostenuto il referendum promosso dall’associazione Luca Coscioni. È giusto che i cittadini arrivino dove non arriva la politica e questo risultato ci impone di riavviare l’iter della riforma costituzionale che introduce il referendum propositivo. L’abbiamo già approvata alla Camera”.

 

C’è qualche possibilità che il ddl sulla coltivazione della cannabis possa vedere la luce?

“Onestamente devo dire che su questo tema l’unico gruppo sempre coerente e convinto è sempre stato solo il Movimento. Altri partiti, anche quelli che si dicono progressisti di natura, hanno al loro interno eletti molto dubbiosi. Io spero sempre che questi si ricredano e che si formi la maggioranza necessaria per approvare una legge sensata che tra le altre cose toglierebbe introiti alla criminalità organizzata”.

 

Il ddl Zan, alla Camera, è passato senza colpo ferire. Ora, però, è fermo da mesi al Senato. Che fare?

“Credo che la legge vada approvata definitivamente al Senato senza tentennamenti. Sarebbe utile che alcune forze politiche dessero subito un segnale di credibilità, serietà e affidabilità, se davvero dobbiamo dedicarci insieme ad una nuova legge sulla cittadinanza. Alcuni dei rilievi fatti da Italia Viva al Senato sono frutto di loro emendamenti presentati alla Camera, anche dopo una condizione posta dalla nostra commissione. Non bisogna cedere sul fronte dei diritti”.

 

Grazie a un emendamento al ddl Semplificazioni, il deputato Magi ha permesso che le firme digitali siano valide per richiedere un referendum. Sarà possibile anche per le leggi di iniziativa popolare?

“Sì, e ho presentato una risoluzione sul tema per chiedere al governo un forte raccordo con Camera e Senato. Dal 2022 la piattaforma pubblica dovrà essere online e il ministro Colao è molto attento al tema. Quell’emendamento è stato una bella pagina parlamentare con una votazione all’unanimità che ha costretto il governo a rimettersi alla commissione dopo aver dato inizialmente parere contrario. Tutti i gruppi politici sono consapevoli che la tecnologia può liberare diritti e abbattere ostacoli alla partecipazione dei cittadini. Sarà vero anche per il voto online. Spero che il referendum potrà essere l’occasione per testarlo”.

 

Voto ai 18 enni per il Senato, voto elettronico, riforme costituzionali. A che punto siamo, quali risultati?

“A metà ottobre la riforma per il voto dei 18enni al Senato sarà realtà. Pensi, a ottobre 2020 c’era chi la voleva bloccare… Quella riforma è nata da una mia proposta di legge dopo una polemica con il Pd, allora all’opposizione, risolta con spirito costruttivo. Credo che il dossier delle riforme costituzionali vada riaperto con convinzione. Partiamo dal lavoro già fatto nelle commissioni competenti di Camera e Senato e poi discutiamo di sfiducia costruttiva, limitazione della decretazione d’urgenza e riforma del rapporto tra Stato e Regioni. Su questi temi è il Parlamento, e non il governo, a giocarsi la sua credibilità. Abbiamo poco più di un anno davanti e serve dialogo tra le forze politiche. Dovremo confermare il metodo vincente delle riforme puntuali e incisive e al tempo stesso dovremo concentrare il dibattito in una sessione costituzionale, con proposte di legge distinte, ma con una discussione organica”.

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Giuseppe Brescia (barese, classe 1983, alla seconda legislatura), dal 2018 presidente della Prima commissione Affari costituzionali della Camera, è un ‘grillino che ha studiato’. Svolge il suo lavoro con competenza e discrezione, nonostante qualche critica. Nella geografia interna al M5s, è annoverato nell’area vicina al presidente Fico. Lo intervistiamo per Luce!.   Presidente Brescia, l’agenda della ripresa post-ferie della sua commissione, la Affari costituzionali della Camera dei Deputati, è come una rotatoria sul Grande Raccordo Anulare. Ius soli, ddl eutanasia, cannabis, forse ddl Zan di ritorno, firme digitali per le leggi. C’è pure altro? “Il nostro calendario è sempre fitto di impegni, ci siamo abituati e il lavoro non ci spaventa, anche se preferiremmo meno decreti-legge. Ripartiremo concentrandoci su due leggi attese da molto tempo ed entrambe importanti. Una è la regolamentazione delle lobby, un'operazione da portare a compimento senza indugi e su cui abbiamo già registrato l'orientamento positivo di quasi tutti i gruppi. L'altra è la riforma della polizia locale, un tema che risulta ancora più delicato e urgente dopo l'emergenza Covid in cui gli uomini e le donne del comparto hanno dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, quanto siano indispensabili per l'ordine pubblico. E poi c'è da affrontare tutto il resto, i temi da lei citati e tanto altro. Penso alle riforme costituzionali e alla legge elettorale, ad esempio”.   Esaminiamo questi temi uno alla volta. Ius soli. Lei ha parlato di ius scholae, cioè un altro modo di chiamare lo ius culturae. I 5Stelle, però, non brillano di sacro fuoco, nell’affrontare il tema… “Il Movimento 5 stelle in passato ha sempre dimostrato eccessive titubanze nell'affrontare alcune questioni. Penso sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle ogni infondato timore e prendere posizioni chiare su ogni argomento. Lo dobbiamo innanzitutto ai nostri elettori. Nel merito della riforma della cittadinanza credo sia davvero giunto il momento di aggiornare la legislazione in materia ferma ad una trentina di anni fa. La società nel frattempo è completamente mutata. Oggi ci sono nel nostro Paese più di un milione di ragazzi che per ottenere la cittadinanza italiana sono costretti ad una vera epopea e questo è profondamente ingiusto. Lo ius scholae può essere un buon punto di caduta per rispettare le sensibilità di tutti i partiti che compongono questa maggioranza così allargata e per costruire un modello di integrazione. Poi ci vuole meno propaganda e tanta concretezza. Il percorso parlamentare è lungo. Serve compattezza tra chi sostiene la riforma”.   Ddl ‘fine vita’. Incombe il referendum, già 500 mila le firme raccolte dall’associazione ‘Luca Coscioni’ e dal comitato ‘Eutanasia legale’. Il testo è fermo in Parlamento. A ‘Camere inerti’, arriverà prima, per paradosso, il referendum? “Le commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali hanno approvato un testo base poco prima della pausa estiva. Il Parlamento ha il dovere di trovare una soluzione e rispondere ad una richiesta oramai ineludibile. È necessaria una legge che restituisca la dovuta dignità a tutte le persone che si trovano in situazioni di inutili e atroci sofferenze. Lo dobbiamo a loro e alle loro famiglie. Anche per questo abbiamo sostenuto il referendum promosso dall’associazione Luca Coscioni. È giusto che i cittadini arrivino dove non arriva la politica e questo risultato ci impone di riavviare l’iter della riforma costituzionale che introduce il referendum propositivo. L’abbiamo già approvata alla Camera”.   C’è qualche possibilità che il ddl sulla coltivazione della cannabis possa vedere la luce? “Onestamente devo dire che su questo tema l'unico gruppo sempre coerente e convinto è sempre stato solo il Movimento. Altri partiti, anche quelli che si dicono progressisti di natura, hanno al loro interno eletti molto dubbiosi. Io spero sempre che questi si ricredano e che si formi la maggioranza necessaria per approvare una legge sensata che tra le altre cose toglierebbe introiti alla criminalità organizzata”.   Il ddl Zan, alla Camera, è passato senza colpo ferire. Ora, però, è fermo da mesi al Senato. Che fare? “Credo che la legge vada approvata definitivamente al Senato senza tentennamenti. Sarebbe utile che alcune forze politiche dessero subito un segnale di credibilità, serietà e affidabilità, se davvero dobbiamo dedicarci insieme ad una nuova legge sulla cittadinanza. Alcuni dei rilievi fatti da Italia Viva al Senato sono frutto di loro emendamenti presentati alla Camera, anche dopo una condizione posta dalla nostra commissione. Non bisogna cedere sul fronte dei diritti”.   Grazie a un emendamento al ddl Semplificazioni, il deputato Magi ha permesso che le firme digitali siano valide per richiedere un referendum. Sarà possibile anche per le leggi di iniziativa popolare? “Sì, e ho presentato una risoluzione sul tema per chiedere al governo un forte raccordo con Camera e Senato. Dal 2022 la piattaforma pubblica dovrà essere online e il ministro Colao è molto attento al tema. Quell’emendamento è stato una bella pagina parlamentare con una votazione all’unanimità che ha costretto il governo a rimettersi alla commissione dopo aver dato inizialmente parere contrario. Tutti i gruppi politici sono consapevoli che la tecnologia può liberare diritti e abbattere ostacoli alla partecipazione dei cittadini. Sarà vero anche per il voto online. Spero che il referendum potrà essere l’occasione per testarlo”.   Voto ai 18 enni per il Senato, voto elettronico, riforme costituzionali. A che punto siamo, quali risultati? “A metà ottobre la riforma per il voto dei 18enni al Senato sarà realtà. Pensi, a ottobre 2020 c’era chi la voleva bloccare… Quella riforma è nata da una mia proposta di legge dopo una polemica con il Pd, allora all’opposizione, risolta con spirito costruttivo. Credo che il dossier delle riforme costituzionali vada riaperto con convinzione. Partiamo dal lavoro già fatto nelle commissioni competenti di Camera e Senato e poi discutiamo di sfiducia costruttiva, limitazione della decretazione d’urgenza e riforma del rapporto tra Stato e Regioni. Su questi temi è il Parlamento, e non il governo, a giocarsi la sua credibilità. Abbiamo poco più di un anno davanti e serve dialogo tra le forze politiche. Dovremo confermare il metodo vincente delle riforme puntuali e incisive e al tempo stesso dovremo concentrare il dibattito in una sessione costituzionale, con proposte di legge distinte, ma con una discussione organica”.
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