Referendum, la piattaforma digitale per le raccolte firme: “La democrazia sia per tutti”

Gratuita, pubblica, accessibile: dopo una lunga battaglia, adesso i cittadini potranno sottoscrivere le iniziative direttamente da casa

di AMBRA NARDI
26 luglio 2024
CONFERENZA STAMPA DEL COMITATO PROMOTORE DEI 4 REFERENDUM SUL ROSATELLUM

Marco Cappato

Il Governo ha dato il via alla piattaforma digitale dedicata alla raccolta delle firme per i referendum. Una scelta inclusiva e democratica per agevolare la sottoscrizione gratuita anche delle iniziative legislative popolari.

“Dopo quattro anni di nostra mobilitazione in ogni sede, finalmente è stato adottato il decreto della Presidente del Consiglio che fa entrare in funzione la piattaforma pubblica per le sottoscrizioni digitali di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare” dichiarano Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni e presidente di Eumans, il movimento di cittadini da lui fondato, e Lorenzo Mineo, coordinatore della campagna sulla piattaforma per Eumans.

La piattaforma è opera del dipartimento per l'Innovazione Tecnologica della Giustizia tramite la Direzione Generale dei Sistemi Informativi Autorizzati del Ministero della Giustizia. Il sistema è utilizzabile dai promotori di proposte referendarie e dagli uffici della Corte di Cassazione e delle Camere, per gestire tutte le fasi del processo di raccolta firme. 

Il primo traguardo di una lunga battaglia, iniziata nel 2015 arrivando al momento cruciale nel 2019, quando le Nazioni Unite condannarono l'Italia per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, a causa degli ostacoli alla raccolta firme sugli strumenti di democrazia diretta. Il procedimento trasse origine da quanto accadde nel 2013, in occasione dei sei referendum – in materia di immigrazione, legalizzazione droghe, otto per mille, finanziamento dei partiti, divorzio – presentati da un gruppo di promotori, con Staderini e De Lucia, all'epoca rispettivamente segretario e tesoriere di Radicali Italiani. La campagna di raccolta firme si caratterizzò per la difficoltà di reperire autenticatori e per una serie di violazioni da parte delle istituzioni. Così, nel novembre 2019, l'Onu impose allo Stato italiano di rimuovere gli "irragionevoli ostacoli" alla raccolta firme, introdotti da una legge del 1970.

Nella legge di bilancio del 2020, il Parlamento adottò una norma che prevedeva la realizzazione di una piattaforma per le sottoscrizioni digitali, attesa per gennaio 2022. Tuttavia l'iter proseguì a rilento e per far fronte alla mancanza di una realtà pubblica, nel 2021 il deputato Riccardo Magi presentò un emendamento con l'obiettivo di raccogliere firme digitali su referendum e iniziative popolari, attraverso piattaforme private. Che però prevedono costi per il loro servizio: 1,50 euro a firma, a carico o dei comitati promotori o dei firmatari.

E non forniscono il servizio per il richiesto "accoppiamento" tra le firme autenticate e i corrispondenti certificati di iscrizione alle liste elettorali, richiesto a chi coordina la campagna raccolta firme.

Problematiche che verranno superate dalla nuova piattaforma digitale pubblica. Con essa, sottolinea Mario Staderini, da anni promotore della campagna e promotore del discorso dell'Onu, “si completa una rivoluzione copernicana nell'esercizio dei diritti politici e grazie al digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie e una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. D'ora in poi quando il Parlamento farà una brutta legge i cittadini avranno subito la possibilità di presentare un referendum così come potranno inserire nell'agenda politica temi e argomenti che altrimenti sarebbero esclusi”.