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Si accumulano nei cassetti, nei portapenne sulle scrivanie, nelle scatole più o meno nascoste: non sappiamo dove buttarle e dunque le accumuliamo in attesa di trovarle una destinazione sicura. Di cosa parliamo? Delle batterie scariche. Le pile comuni che si utilizzano per gli apparecchi elettrici ed elettronici, che sono una specie di croce e delizia per chi non ha a portata di mano dei punti raccolta facilmente raggiungibili. La notizia straordinaria è che un team di ricercatori tutto made in Italy, guidato da Mario Caironi del Printed and Molecular Electonics Laboratory al Centro di Iit a Milano, ha brevettato la prima batteria commestibile al mondo. Avete capito bene: una batteria che si può mangiare.
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I componenti o meglio gli ingredienti
Per realizzarla sono stati usati componenti edibili: la riboflavina (detta anche vitamina B2) che agisce da anodo, e la quercetina (presente in mandorle e capperi) che ha la funzione di catodo. Per aumentare la conducibilità elettrica è stato poi utilizzato il carbone attivo, mentre l'elettrolita è a base d'acqua. E ancora, il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è stato realizzato, con alghe nori. Infine gli elettrodi sono stati incapsulati in cera d'api da cui escono, due contatti in oro alimentare – la pellicola usata a volte dai pasticceri per le decorazioni - con un supporto derivato dalla cellulosa.Tra le migliori invenzioni dell'anno
La batteria commestibile, che è anche ricaricabile, è stata inserita dal Time tra le 200 “migliori invenzioni del 2023. Tra le altre motivazioni elencate dal comitato di professionisti internazionali che valuta per conto dalla rivista americana ogni anno migliaia di prodotti di ogni parte del globo basandosi sull’originalità, sull’efficacia, sull’impatto, c’è il fatto che “le batterie sono onnipresenti e spesso finiscono nello stomaco dei bambini, dove possono causare lesioni devastanti” e per questo potrà avere “un grande impatto sul futuro”.Batterie commestibili, come funzionano?
La cella della batteria funziona a 0,65 V, una tensione sufficientemente bassa da non creare problemi al corpo umano se ingerita. Potrà avere applicazioni nel monitoraggio della qualità dei cibi, negli strumenti di diagnostica della salute del nostro corpo, ad esempio per il trattamento di molti disturbi del tratto gastrointestinale, o addirittura all’interno di robot edibili. O anche, appunto, nei giocattoli per bambini, dove c’è il rischio di ingestione. In sostanza la batteria edibile fornisce una corrente di 48 μA per 12 minuti, o di pochi microampere per più di un’ora, sufficiente per alimentare un piccolo dispositivo LED per più di 10 minuti, e non solo potrebbe ridurre il numero di lesioni provocate dalle batterie nei bambini, ma un giorno potrebbe essere determinante nei dispositivi medici incorporati nel corpo.![batterie-commestibili](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/11/mario-caironi-1024x576.webp)
Mario Caironi, dell’Istituto italiano di tecnologia di Milano