Un turismo sostenibile è possibile. Anzi, necessario. Parafrasando uno degli slogan più famosi del movimento no-global di inizio secolo (che aveva anticipato tanto i tempi di oggi) potremmo dire che la prospettiva di viaggiare in armonia con i territori e le popolazioni, sembra essere diventata un must all’interno di un settore che rappresenta, soprattutto alle nostre latitudini, uno dei comparti economici di maggiore rilievo.
Stando alle stime, infatti, il turismo sostenibile raggiungerà nel corso del 2024 un valore pari a 2,61 miliardi di dollari; e si ipotizza che toccherà gli 8,73 miliardi di dollari entro il 2031, con una crescita del +234%. Inoltre, il 64% dei turisti è disposto a pagare un extra pur di scegliere un’opzione di viaggio sostenibile. Turismo sostenibile, 2,61 miliardi di dollari entro il 2031
Sono questi i principali dati emersi da una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di ARB SB, società leader nella realizzazione di progetti e strategie di sviluppo sostenibile in occasione del World Tourism Day, la giornata mondiale del turismo, celebrata lo scorso 27 settembre e dedicata al legame tra turismo e pace. Stando questi, e mentre siamo immersi nelle discussioni sui rischi e i guasti dell'overtourism, pare che in realtà anche nel settore turistico, si stiano sempre più affermando i principi ESG, Environmental, Social and Governance. Un passo fondamentale per preservare il pianeta e le sue comunità, grazie alla crescente coscienza ambientale, al desiderio da parte dei turisti di fare esperienze di viaggio sostenibili e alle politiche governative di sostegno.
Cosa vuol dire turismo sostenibile?
“L’industria del turismo deve affrontare numerose sfide a livello globale, dagli impatti del cambiamento climatico alle crisi sanitarie; i principi ESG forniscono un quadro di riferimento per la resilienza e l’adattamento del settore. Ciò include una pianificazione attenta ai temi del cambiamento climatico, strategie di risposta alle crisi e un impegno generale per il benessere dell’ambiente e delle comunità locali” afferma Ada Rosa Balzan, founder, presidente e CEO di ARB SB, che ha stilato la lista dei dieci principi ESG alla base del turismo sostenibile.
- Il primo punto riguarda l’ambiente: ridurre l’impatto ambientale delle attività connesse al turismo, del consumo idrico, delle emissioni di Co2, ridurre i consumi energetici, gestire i rifiuti con una raccolta differenziata di quantità e di qualità sempre maggiori.
- Poi i trasporti: promuovere una mobilità a basso impatto ambientale; incentivare l’utilizzo di biciclette, dei mezzi pubblici durante la vacanza, suggerire e sviluppare itinerari a piedi.
- Molto importante anche l’attenzione sulla biodiversità: adottare specifiche iniziative di tutela della biodiversità dei luoghi che coinvolgano anche i turisti, proteggere e ripristinare gli habitat naturali per garantire la continuità di presenza nel tempo.
- Il consumo di suolo per attività turistiche, ristrutturando edifici già esistenti con uso di materiali locali e a basso impatto ambientale.
- E ancora, valorizzare le tradizioni locali con il coinvolgimento dei residenti e offrire prodotti tipici locali anche nei punti di ristorazione del territorio.
- Da non dimenticare la pianificazione, per consentire una valutazione del carico di presenza antropica, adeguato a garantire una piacevole vacanza ai turisti e la continuità della vita quotidiana ai residenti.
- Importantissimo promuovere lo sviluppo dell’economia locale con il coinvolgimento della comunità e delle attività presenti sul territorio, offrendo opportunità lavorative per i giovani per evitare la desertificazione sociale dei luoghi turistici più periferici.
- Infine diffondere la cultura della sostenibilità e della consapevolezza, incoraggiando l’adozione di comportamenti sostenibili anche nella vita di tutti i giorni.
E l’Italia?
Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo Confindustria, spiega: “Il turismo sostenibile rappresenta oggi una delle sfide più importanti e al contempo una grande opportunità per il nostro settore. Promuovere modelli di turismo che rispettino l’ambiente, le comunità locali e le risorse naturali non è solo una scelta etica, ma una necessità per garantire la competitività e la resilienza del settore nel lungo periodo. È essenziale continuare su questa strada, affiancando politiche pubbliche e investimenti privati a favore di un turismo che valorizzi il patrimonio naturale e culturale senza comprometterlo per le generazioni future”.