L'Hiv colpisce più gli eterosessuali che gli omosessuali: è la prima volta in dieci anni nel Regno Unito

di LUCA MARCHETTI
17 febbraio 2022

hiv

Per la prima volta in dieci anni l'Hiv, il virus responsabile dell'Aids, colpisce più gli eterosessuali che gli omosessuali. A registrarlo nel Regno Unito è l'Health Security Agency (HSA). Nel 2020 - documenta infatti l'agenzia - il 50% di tutte le nuove diagnosi da Hiv riguarda donne e uomini eterosessuali, contro il 45% delle infezioni registrate tra persone gay e bisessuali. Il rapporto dell'Health Security Agency documenta che nel 2020 sono state registrate 2.630 nuove infezioni da Hiv, contro le 3.950 del 2019. Un calo, quello  dovuto - spiega l'agenzia - soprattutto alla pandemia da Covid-19 che avrebbe frenato la quantità di test effettuati. Comunque, il crollo delle diagnosi ha riguardato soprattutto le persone gay e bisessuali, tra le quali sono diminuite del 41% tra il 2019 e il 2020. Il calo è invece meno marcato per gli eterosessuali, tra i quali le nuove diagnosi sono diminuite del 23%, soprattutto per il numero di test effettuati: tra il 2019 e il 2020 il numero di eterosessuali che si è sottoposto al test contro l'Hiv è diminuito del 33%. L'Health Security Agency riporta poi che nel 2020 erano 97.740 le persone che convivevano con l'Hiv nel Regno Unito. Di queste, circa 4.660 non erano a conoscenza della loro infezione. Per questo l'Hsa ricorda che è fondamentale fare il test per l'Hiv per scoprire l'eventuale sieropositività. Le diagnosi precoci infatti consentono di intervenire velocemente e iniziare un trattamento efficace. I test, ricorda l'Health Security Agency, sono gratuiti e disponibili presso gli ambulatori medici di base, gli ospedali locali e le cliniche di salute sessuale. Per la dottoressa Valerie Delpech, responsabile della sorveglianza dell'Hiv all'Health Security Agency, "il continuo calo delle diagnosi di Hiv effettuate in Inghilterra è incoraggiante, ma i dati dell'anno scorso devono essere considerati nel contesto della pandemia da Covid-19 che ha visto restrizioni prolungate e senza precedenti, insieme a un'intensa pressione sui servizi sanitari con conseguente calo dei test Hiv". Per questo "è fondamentale - prosegue la responsabile - continuare a intensificare i test e inizare il trattamento delle persone il prima possibile. Dobbiamo affrontare le diseguaglianze e trovare modi creativi per ottenere una riduzione della trasmissione tra tutte le popolazioni".

New York, una donna è guarita dall'Hiv: è la prima nel mondo

A New York una donna è guarita dall'Hiv grazie a un trapianto di cellule staminali. È la prima nel mondo e il terzo caso in assoluto dopo il "paziente di Berlino" e il "paziente di Londra". La donna, la cui identità è rimasta ignota, è stata sottoposta al New York-Presbyterian Weill Cornell Medical Center a un trapianto di sangue del cordone ombelicale neonatale e poi a un trapianto di cellule staminali adulte. L'intervento alla donna fu eseguito a New York nel 2017 e da quel giorno la donna ha seguito per 37 mesi una terapia di farmaci anti-rigetto e antivirali. Dopo il ciclo di farmaci, la donna ha sospeso ogni terapia. E oggi, a quattordici mesi dalla fine della terapia, non risulta essere presente alcuna traccia di Hiv nel suo sangue. Qui l'approfondimento.