Un paradiso terrestre. Chiunque abbia esperienza delle isole greche sa di cosa parliamo: panorami mozzafiato, mare cristallino, insenature da sogno, storia, cultura, gastronomia. Paradisi di incredibile suggestione, ma estremamente fragili, soggetti alle variazioni degli ecosistemi. Per non parlare della siccità, che ha lasciato questa estate molte isole senza acqua sufficiente per l'agricoltura, come a Naxos, famosa in Grecia per la sua coltivazione di patate.
Pur essendo costantemente esposte al sole, e spesso battute dal vento, le isole greche dipendono fortemente da costose centrali elettriche alimentate con combustibili fossili, come il gasolio. Un problema ambientale, ma anche funzionale, visto che queste centrali, nei mesi di turismo intensivo si guastano al raggiungimento del picco, creando non pochi problemi a residenti e viaggiatori.
Nel cercare di risolvere questa problematica, la Grecia ha fatto passi da gigante nell’aumentare la quota di energia rinnovabile a basso costo, che ad oggi rappresenta quasi la metà della produzione energetica nazionale. Nei prossimi anni dovrebbe avvenire il definitivo salto di qualità. La Grecia punta infatti a trasformare le sue isole in un modello di sostenibilità grazie al Fondo per la Decarbonizzazione delle Isole, con un budget iniziale di 1,6 miliardi di euro che potrebbe arrivare a 3,8 miliardi entro il 2032. Il progetto finanzierà energie rinnovabili, connessioni elettriche e infrastrutture sostenibili, sostenuto dai ricavi delle quote di CO2 del sistema ETS, per lo scambio di emissioni.
Per far questo la Grecia ha firmato un accordo con la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (BEI) per la creazione di un fondo che favorirà l'economia ‘verde’ delle sue isole, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. L’obiettivo è quello consentire alla Grecia di destinare 5,6 miliardi di euro all’accelerazione della costruzione di collegamenti elettrici, all’installazione di centrali eoliche e solari dotate di batterie, a finanziamenti per i bacini idrici così da fornire energia idroelettrica e a stazioni di ricarica per l’attracco delle navi sulle isole.
Il progetto del Fondo per la decarbonizzazione delle isole è stato avviato dal premier greco Kyriakos Mitsotakis significativamente nell'isola di Naxos, una delle perle nelle Cicladi, alla presenza di alti funzionari dell'Unione europea e di rappresentanti della BEI, scrivono i media greci. Con l’implementazione delle rinnovabili, le isole potranno mettere a gara 25 milioni di quote di CO2 nell’ambito del sistema ETS dell’UE e di utilizzare i proventi per autofinanziare la fuoriuscita dai carburanti fossili.
Come sarà utilizzato il Fondo
L’accordo delinea tre categorie di progetti da finanziare: energie rinnovabili e stoccaggio di energia, con almeno metà del budget destinato a questi; nuovi collegamenti della rete elettrica tra le isole e la terraferma della Grecia; progetti infrastrutturali come caricabatterie per veicoli elettrici, sistemi di cold ironing nei porti e impianti di trattamento delle acque.
In Grecia esistono già degli esempi virtuosi che hanno fatto da apripista. Ci stiamo riferendo a Tilos, un gioiellino (chiamato in italiano Piscopi) che sorge a Nord-Ovest di Rodi che è diventata completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Già nel 2017 è stata completata la prima installazione di un parco solare e di una turbina eolica, mentre nel 2018 è terminata la costruzione di un sistema di accumulo a batteria, utile in assenza di sole o quando il vento è debole. Per i suoi sforzi a sostegno dell’energia pulita e rinnovabile, l’isola – che conta circa 500 abitanti – si è aggiudicata anche il terzo posto del prestigioso EU RESponsible Island Prize nel 2021.