Manifesto della Natura, Björk: “Dopo l'estinzione di massa, ricominceremo da capo”

Al Centre Pompidou di Parigi un brano sonoro sulla perdità di biodiversità in cui la voce dell’artista si combina ai versi degli animali. Ma non tutto è perduto

di DOMENICO GUARINO
8 dicembre 2024
Manifesto della Natura al Centre Pompidou di Parigi

Il Manifesto della Natura al Centre Pompidou di Parigi: un brano di Bjork sulla perdita della biodiversità

“È un'emergenza, l'apocalisse è già avvenuta e il modo in cui agiremo ora è essenziale. Dopo l'estinzione di massa, ricominceremo da capo, la nostra vecchia comodità è sparita, sfileremo con grilli mutati in raccolti radioattivi incandescenti Migra con gli gnu tra gli oranghi in via di estinzione. Un nuovo mondo con l'emergere di assemblaggi e grovigli rizomatici”.

Sono le parole iniziali del Manifesto della natura, il brano sonoro immersivo composto da Björk e Aleph e presentato nell'ambito del forum "Biodiversità: quale cultura per quale futuro?", al Centre Pompidou di Parigi fino al 9 dicembre 2024.

Concepito come un manifesto post-ottimista sulla natura, il brano affronta la perdita di biodiversità senza precedenti e il collasso degli ecosistemi. L'opera combina la voce di Björk, che legge il suo manifesto, con le grida di animali estinti o in via di estinzione, armonizzate con paesaggi sonori naturali. Immaginando un futuro in cui la resilienza della biologia formi nuove combinazioni in natura, l'opera dà voce alla natura silenziosa, trasformando la sua quiete in suono e risuonando all'interno del nostro immaginario collettivo.

Per fare questo il duo ha trasformato il Centro in una sorta di Giardino Dell'Eden grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, per ricreare i suoni prodotti da animali estinti o a rischio di estinzione. Curato da Molinari, in sinergia con Chloé Siganos, l’evento ha richiesto anche la partecipazione di alcuni ambientalisti francesi e islandesi

Bjork non è nuova a proposte del genere. Al sua sensibilità umana, politica e musicale, si è spostata da tempo verso la riflessione sulla natura e dunque su un impegno radicalmente ambientalista, come risulta anche nel suo ultimo disco Fossora. “Vorremmo condividere il nostro ‘Nature Manifesto’, un’installazione sonora al Centre Pompidou di Parigi. Realizzata in collaborazione con l’IRCAM utilizzando un software di Intelligenza Artificiale, questa opera sonora immersiva dà voce agli animali in pericolo ed estinti, fondendo i loro suoni con le nostre parole”, affermano Aleph e Björk. “Abbiamo voluto condividere la loro presenza in un’architettura che rappresenta l’era industriale, lontana dalla natura. Nelle vene della scala mobile del museo, nota come ‘bruco’, volevamo ricordare ai cittadini la cruda vitalità delle creature in via di estinzione”.

La cantante islandese, che più volte ha preso parte a manifestazioni a Reykjavik contro gli allevamenti ittici, tra le altre cose, ha da poco realizzato un brano, intitolato "Oral", insieme con la popstar Rosalía i cui proventi sono stati devoluti alla lotta legale contro un nuovo allevamento nel fiordo Seyðisfjörður, in Islanda. Di recente, inoltre ha annunciato un film-concerto che documenta il suo tour "Cornucopia" alla Climate Week di New York.

In occasione del suo forum sull'ambiente, il Centre Pompidou collabora con l'Ufficio francese per la diversità per invitare artisti, ricercatori e il pubblico a discutere dei pericoli del cambiamento climatico e delle minacce alla diversità globale. Accanto all'installazione sonora, il museo presenterà una mostra personale dell'artista italiano Alex Cecchetti, intitolata "Le Concile des Abysses".

"Perché puntare sulla biodiversità al Centre Pompidou? In realtà, la ricchezza e la vivacità della vita hanno a lungo permeato gli spazi dell'arte e della cultura: dalla lepre di Dürer alle ninfee di Monet, dai cavallini di Franz Marc ai leoni marini di Gilles Aillaud, le opere d'arte hanno plasmato e trasformato la nostra comprensione della vita", ha dichiarato Mathieu Potte-Bonneville, direttore del dipartimento di cultura e creazione del Centre Pompidou. "Se i musei sono scuole di attenzione, crediamo che questa attenzione possa aumentare la consapevolezza della crisi che le specie e gli ecosistemi devono affrontare oggi".