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Qualità dell'aria, misure più stringenti ma entro il 2035

Il parlamento europeo ridefinisce i limiti delle concentrazioni nell'aria dei principali inquinanti atmosferici. Li avvicina alle linee guida dell'Oms, ma concede più tempo

di DOMENICO GUARINO -
26 settembre 2023
INQUINAMENTO MILANO

INQUINAMENTO MILANO

Limiti più stringenti sì, ma solo dal 2035. Sulla qualità dell’aria l’Europarlamento assume una decisione alla Ponzio Pilato, rinviando di ben 12 anni l’adozione di limiti più stringenti. In sostanza, da una parte l’aula di Strasburgo rafforza i valori dei limiti per gli inquinanti rispetto a quelli proposti dalla Commissione, dall’altra però posticipa di 5 anni la loro entrata in vigore. Una posizione di compromesso che è stata approvata non a larghissima maggioranza: 363 sì, 226 no e 46 astenuti.

Il braccio di ferro politico sulla qualità dell'aria

La commissione Ambiente aveva votato per avere valori limite di particolato, biossido di azoto e altri inquinanti, allineati all'Oms entro il 2030. Una posizione apertamente osteggiata dalle opposizioni, Ecr e Id, ma messa in discussione anche da una buona fetta di deputati del Ppe, che si è spaccato, dai tedeschi di Renew e finanche da alcuni parlamentari del gruppo S&D. Alla fine l'Europarlamento ha mantenuto al 2030 i limiti proposti dalla Commissione europea ma vuole arrivare al 2035 con quelli più stringenti raccomandati dall'Oms.

Inquinanti atmosferici: misure più stringenti solo fra 12 anni

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Il testo prevede che i limiti comunitari per i principali inquinanti, tra cui le polveri sottili PM10 e PM2.5 e i NOx, siano allineati a quelli dell’OMS

Con calma, dunque: sembra essere questo l’esito del dibattito sugli inquinanti atmosferici. Si riconosce la gravità del problema, ma si preferisce aspettare, prima di intervenire con maggiore decisione di quanto non venga fatto ora. Una soluzione attendista che non risolve ma nemmeno nega. Insomma, il trionfo dell’equilibrismo e della realpolitik. Ci sarà sempre tempo per intervenire nuovamente. E gli allarmi ‘degli scienziati’? A dispetto dei proclami sbandierati, in effetti possono attendere: l’Europa si allineerà ai nuovi standard di qualità dell’aria suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ma senza correre.

Il testo sulla scia delle raccomandazione dell'Oms

Il testo prevede che i limiti comunitari per i principali inquinanti, tra i quali le polveri sottili PM10 e PM2.5 e i NOx, siano allineati a quelli dell’OMS. I nuovi limiti fissati nel settembre 2021 per i PM2.5 prevedono una soglia annuale dimezzata a 5 μg/m3 mentre il limite sulle 24 ore scende da 25 a 15 μg/m3. Per i PM10 il limite annuale passa da 20 a 15 μg/m3. L’NO2 scende a 10 μg/m3 su base annua e a 25 μg/m3 come limite giornaliero, l’ozono (O3) passa a 60 μg/m3 mentre la soglia sulle 24 ore per il monossido di carbonio (CO) è fissata a 4 μg/m3.

Le reazioni

La soluzione di compromesso naturalmente, come spesso accade in casi del genere, finisce per scontentare un po’ tutti. Innanzitutto le associazioni della società civile bollano come poco ambiziosa e parlano di “opportunità mancata”, chiedendo che si anticipi la data di 5 anni. Vero è che l’Europarlamento si impegna nel frattempo a rafforzare il monitoraggio, stabilendo che, nelle aree urbane dovrebbe esserci almeno un super-sito di monitoraggio ogni due milioni di abitanti (la Commissione proponeva ogni 10 milioni). Mentre nei luoghi in cui è probabile che si verifichino alte concentrazioni di particelle ultrafini, di carbone nero, di mercurio e di ammoniaca, dovrebbe esserci un punto di campionamento ogni milione di abitanti (la Commissione proponeva ogni cinque milioni e solo per le particelle ultrafini).
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Inquinamento, traffico e smog rendono l'aria irrespirabile

Ambientalisti preoccupati per la salute

Tuttavia, secondo le associazioni ambientaliste, posticipare l’allineamento al 2035 avrà “gravi implicazioni per la salute di tutti gli europei”, influirà sull’economia e “molto probabilmente sarà utilizzato come scusa per rinviare l’azione urgente necessaria”, sottolinea Margherita Tolotto di EEB. Mentre per Zachary Azdad di Transport & Environment “il voto di oggi farà ben poco per accelerare l’introduzione di zone a basse e zero emissioni in Europa, gettando un’ancora di salvezza alle sporche auto diesel e benzina”.

Compagnie aeree, carburanti sostenibili entro il 2050

Ancora maggiore calma è quella con cui potranno adeguarsi le compagnie aeree.

Il 70% dei carburanti per aerei negli aeroporti dell'Unione europea dovranno essere sostenibili entro il 2050

  E’ vero che ci sarà un primo step già al 2025, ma si tratterà di un obbligo in capo agli aeroporti e ai fornitori di carburante europei a garantire che il 2% dei carburanti sia ecologico. Tale quota aumenterà poi ogni cinque anni: 6% nel 2030, 20% nel 2035, 34% nel 2040, 42% nel 2045, fino ad arrivare al 70% nel 2050. Una percentuale specifica del mix di carburanti (1,2% nel 2030, 2% nel 2032, 5% nel 2035 e progressivamente 35% nel 2050) dovrà essere costituita da carburanti sintetici, come l'e-kerosene. I "carburanti sostenibili per l'aviazione" includeranno i carburanti sintetici, alcuni biocarburanti prodotti da residui agricoli o forestali, alghe, rifiuti organici, olio da cucina usato o alcuni grassi animali. Sono compresi anche i carburanti per aerei riciclati prodotti dai gas di scarico e dai rifiuti di plastica. Vietati, invece, i carburanti a base di mangimi e colture alimentari oltre ai carburanti derivati da palma e soia. Per il relatore del pacchetto, lo spagnolo José Ramón Bauzá Díaz (Gruppo Renew Europe), il voto è un successo ma "è ora che i governi attuino le nuove norme e sostengano l'industria per garantire una diffusione economicamente efficiente dei carburanti. In un mondo complesso e competitivo, sono pienamente convinto che ReFuelEu rappresenti una grande opportunità per posizionare l'Unione Europea come leader globale nella produzione e nell'uso dei carburanti sostenibili".