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Home » Sport » Troppo poco autistico per le Paralimpiadi: Luca Venturelli è stato escluso dagli Europei

Troppo poco autistico per le Paralimpiadi: Luca Venturelli è stato escluso dagli Europei

Il 18enne di Rimini con un disturbo dello spettro autistico si era qualificato, ma è stato escluso perché il suo quoziente intellettivo è superiore a 75

Letizia Cini
25 Agosto 2022
Un frame del post di Luca Venturelli (18 anni) su Instagram

Un frame del post di Luca Venturelli (18 anni) su Instagram

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“Troppo intelligente” per gareggiare. Quella di Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini), è la storia di un sogno che rischia di essere fermato da una normativa internazionale che gli impedisce di partecipare alle gare al di fuori dei confini italiani.

A raccontarla è il Corriere Romagna, con un’intervista al giovane campione membro del club azzurro e stella nascente dell’atletica, con due titoli alle spalle negli 800 e 1.500 metri e anche nei recenti Campionati di Padova.

Il messaggio

Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini)
Luca Venturelli, foto fornita dalla madre

Sui suoi profili social, Luca ha scritto: “Questo periodo per me è stato molto difficile. Il mio percorso nell’atletica paralimpica è stato fermato e non potrò partecipare ai prossimi campionati europei e comunque non potrò gareggiare fuori Italia a causa del mio QI superiore a 75”.

La madre

Una notizia che la madre di Luca, Cristiana Delmonte, racconta essere arrivata come “una doccia gelata al momento di stilare le classificazioni per le certificazioni d’accesso alle gare fuori confine”, con la prospettiva di partecipare ai Campionati europei e alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Un duro colpo per l’atleta romagnolo, campione della Federazione Italiana di Atletica Leggera e Fispes, che sempre sui social ha scritto: “Molto spesso le persone autistiche hanno QI molto alti, ma questo non significa che non abbiano difficoltà in molti ambiti: sociali, verbali, interessi assorbenti, sensoriali e nelle autonomie. Il QI intellettivo non ci rappresenta. Da parte nostra c’è la massima comprensione ma anche nello spettro autistico ci sono tante variabili e forse si potrebbe stilare una classificazione a parte” ha concluso.

“Sono convinto che nella categoria di Luca, quindi delle disabilità intellettivo-relazionali, ci siano grossi passi ancora da compiere“, aggiunge il delegato tecnico per l’Emilia-Romagna della Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes) Marco Simoni. La sua qualificazione agli europei paralimpici giovanili era avvenuta con buoni risultati. Con i tempi di 2:01 e di 4:11, conseguiti rispettivamente negli 800 e nei 1.500 metri, per Luca i tecnici ventilavano addirittura la partecipazione alle Paralimpiadi di Parigi nel 2024. Ma un regolamento internazionale ha interrotto la sua corsa.

Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini)
Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini)

“Non solo ci sono delle limitazioni per la partecipazione, quali ad esempio il quoziente intellettivo, ma i ragazzi con questo tipo di disabilità che anche rientrano nei canoni della Federazione Internazionale, alle Paralimpiadi possono fare solo quattro gare, ossia i 400, i 1.500, il salto in lungo e il getto del peso”, spiega.  “Ci siamo rivolti ad alcuni avvocati, recandoci anche a Roma per parlare con Sandrino Porru, il presidente della Federazione paralimpica di Luca – dice ancora la madre- Tutti sostengono le sue aspirazioni ma hanno le mani legate: potrà gareggiare solo nelle competizioni nazionali”.

L’allenatrice

Si rammarica per la notizia anche la storica allenatrice di Luca, Elena Borghesi, che racconta di averlo visto crescere, insieme alla sua passione per l’atletica. “Sin da piccolo, Luca ha sempre messo l’anima in ogni allenamento – confida -. Qualsiasi cosa gli dicevi di fare, lui la faceva, senza mai lamentarsi, per lui era tutto fattibile e così ogni anno migliorava le sue prestazioni. Allenarlo per me è stato un regalo”. «Quello delle Paralimpiadi era il suo sogno – conclude – ma se i criteri rimangono quelli di adesso, purtroppo ha le ali tarpate».

Il post di Luca su Instagram

Nell’attesa che le istituzioni facciano la loro parte, Luca ha deciso di portare il suo caso su Instagram, con un video nel quale il diciottenne racconta l’amarezza di una sconfitta immeritata, ma anche la voglia di riscatto e di riuscita che alla sua età urgono come un fuoco dentro.
“Il mio percorso nell’atletica paralimpica è stato fermato e non potrò partecipare ai prossimi campionati europei a causa del mio QI superiore a 75 – le parole di Luca – . Molto spesso le persone autistiche hanno QI molto alti, ma questo non significa che non abbiano difficoltà in molti ambiti: sociali, verbali, sensoriali e nelle autonomie. Il QI intellettivo non ci rappresenta“.
“Purtroppo c’è un regolamento internazionale che non è specifico per gli atleti autistici, ma per una grande categoria ’cognitiva relazionale’ che contiene molte persone diverse. Questa regola mi ha fermato, ma non fermerà la mia voglia di allenarmi e gareggiare. Lo sport è la mia vita. In questi giorni ho capito che il mio sogno è correre ed è comunicare e aiutare“.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
“Troppo intelligente" per gareggiare. Quella di Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini), è la storia di un sogno che rischia di essere fermato da una normativa internazionale che gli impedisce di partecipare alle gare al di fuori dei confini italiani. A raccontarla è il Corriere Romagna, con un’intervista al giovane campione membro del club azzurro e stella nascente dell’atletica, con due titoli alle spalle negli 800 e 1.500 metri e anche nei recenti Campionati di Padova.

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Sui suoi profili social, Luca ha scritto: "Questo periodo per me è stato molto difficile. Il mio percorso nell’atletica paralimpica è stato fermato e non potrò partecipare ai prossimi campionati europei e comunque non potrò gareggiare fuori Italia a causa del mio QI superiore a 75".

La madre

Una notizia che la madre di Luca, Cristiana Delmonte, racconta essere arrivata come "una doccia gelata al momento di stilare le classificazioni per le certificazioni d’accesso alle gare fuori confine", con la prospettiva di partecipare ai Campionati europei e alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Un duro colpo per l’atleta romagnolo, campione della Federazione Italiana di Atletica Leggera e Fispes, che sempre sui social ha scritto: "Molto spesso le persone autistiche hanno QI molto alti, ma questo non significa che non abbiano difficoltà in molti ambiti: sociali, verbali, interessi assorbenti, sensoriali e nelle autonomie. Il QI intellettivo non ci rappresenta. Da parte nostra c’è la massima comprensione ma anche nello spettro autistico ci sono tante variabili e forse si potrebbe stilare una classificazione a parte" ha concluso. "Sono convinto che nella categoria di Luca, quindi delle disabilità intellettivo-relazionali, ci siano grossi passi ancora da compiere", aggiunge il delegato tecnico per l’Emilia-Romagna della Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes) Marco Simoni. La sua qualificazione agli europei paralimpici giovanili era avvenuta con buoni risultati. Con i tempi di 2:01 e di 4:11, conseguiti rispettivamente negli 800 e nei 1.500 metri, per Luca i tecnici ventilavano addirittura la partecipazione alle Paralimpiadi di Parigi nel 2024. Ma un regolamento internazionale ha interrotto la sua corsa.
Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini)
Luca Venturelli, atleta e campione autistico di 18 anni originario di Bellaria-Igea Marina (Rimini)
"Non solo ci sono delle limitazioni per la partecipazione, quali ad esempio il quoziente intellettivo, ma i ragazzi con questo tipo di disabilità che anche rientrano nei canoni della Federazione Internazionale, alle Paralimpiadi possono fare solo quattro gare, ossia i 400, i 1.500, il salto in lungo e il getto del peso", spiega.  "Ci siamo rivolti ad alcuni avvocati, recandoci anche a Roma per parlare con Sandrino Porru, il presidente della Federazione paralimpica di Luca - dice ancora la madre- Tutti sostengono le sue aspirazioni ma hanno le mani legate: potrà gareggiare solo nelle competizioni nazionali".

L'allenatrice

Si rammarica per la notizia anche la storica allenatrice di Luca, Elena Borghesi, che racconta di averlo visto crescere, insieme alla sua passione per l’atletica. "Sin da piccolo, Luca ha sempre messo l’anima in ogni allenamento - confida -. Qualsiasi cosa gli dicevi di fare, lui la faceva, senza mai lamentarsi, per lui era tutto fattibile e così ogni anno migliorava le sue prestazioni. Allenarlo per me è stato un regalo". «Quello delle Paralimpiadi era il suo sogno - conclude - ma se i criteri rimangono quelli di adesso, purtroppo ha le ali tarpate».

Il post di Luca su Instagram

Nell’attesa che le istituzioni facciano la loro parte, Luca ha deciso di portare il suo caso su Instagram, con un video nel quale il diciottenne racconta l’amarezza di una sconfitta immeritata, ma anche la voglia di riscatto e di riuscita che alla sua età urgono come un fuoco dentro. “Il mio percorso nell’atletica paralimpica è stato fermato e non potrò partecipare ai prossimi campionati europei a causa del mio QI superiore a 75 - le parole di Luca - . Molto spesso le persone autistiche hanno QI molto alti, ma questo non significa che non abbiano difficoltà in molti ambiti: sociali, verbali, sensoriali e nelle autonomie. Il QI intellettivo non ci rappresenta“. “Purtroppo c’è un regolamento internazionale che non è specifico per gli atleti autistici, ma per una grande categoria ’cognitiva relazionale’ che contiene molte persone diverse. Questa regola mi ha fermato, ma non fermerà la mia voglia di allenarmi e gareggiare. Lo sport è la mia vita. In questi giorni ho capito che il mio sogno è correre ed è comunicare e aiutare“.
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