![](https://luce.lanazione.it/image-service/version/c:ZThhOTIxYmUtODg4ZS00:NTQxMmEx/violenza-donne.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
violenza donne
Perché le donne che hanno subito violenza fisica o psicologica dal proprio uomo sono costrette ad allontanarsi dalla loro casa, dalle loro cose, dalla loro vita? Cosa succederebbe se invece ribaltassimo il punto di vista, e considerassimo l'uomo che maltratta la persona da aiutare? È possibile fare qualcosa del genere? Sì, è possibile. Succede a Milano, dove è stata realizzata una casa per rieducare gli uomini che maltrattano le donne.
![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/06/violenza-donne.jpg)
Una manifestazione di protesta contro la violenza sulle donne
Milano, la casa dove vengono rieducati gli uomini che maltrattano le donne
Il progetto di riabilitazione degli uomini che maltrattano le donne si chiama "Su un altro piano", si trova nella zona ovest di Milano, ed è stato realizzato dalla società cooperativa Cipm, insieme ai partner La Cordata, SVSed, SVSad e l'Università Statale di Milano, grazie anche al sostegno del Fondo per Milano costituito dalla Fondazione Comunità Milano. I primi ospiti sono arrivati all'inizio del 2022, ma il progetto "Su un altro piano" è partito a novembre. La casa consiste in una comunità residenziale, al momento di cinque posti letto, dove gli autori di maltrattamenti contro le donne vengono aiutati e seguiti da educatori e criminologi. Gli uomini che hanno commesso violenza non vengono abbandonati, ma aiuati a capire dove stanno sbagliando e i reati perpetrati. Per gli autori l'obiettivo è soprattutto tutelare le vittime, evitando la permanenza in casa degli uomini violenti. La permanenza nella struttura è di sei mesi al massimo e tra i requisiti per l'accesso ci sono la conoscenza della lingua italiana, l'assenza di dipendenze o di malattie psichiatriche. E gli obblighi per gli uomini presi in cura sono molti: come la partecipazione ai colloqui settimanali e ai percorsi di gruppo con educatori e criminologi che ogni giorno sono presenti in casa per circa 4 o 5 ore. "L'allontanamento degli autori e il loro collocamento presso un'altra struttura - spiega a Repubblica l'avvocata e organizzatrice del progetto Lara Benedetti - permette alle vittime di rimanere nel loro contesto di vita facilitandone le possibilità di supporto e sostegno e diminuendo i rischi di vittimizzazione secondaria".![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2022/03/575ae1f3ecfd7e6c0705cd4f0508126e.jpg)
La manifestazione nazionale 'Non una di meno' contro la violenza sulle donne, Roma, 23 novembre 2019 (Foto Ansa)