L’agricoltura delle donne: grandi chef per valorizzare i prodotti dei territori

Alla Camera dei Deputati presentato il progetto Confagricoltura Donna incontra le Grandi Chef: “Dobbiamo rimparare a conoscere e rispettare le eccellenze delle materie prime che permettono alla gastronomia italiana di essere conosciuta in tutto il mondo”

di CATERINA CECCUTI -
30 aprile 2024
La Chef Isa Mazzocchi

La Chef Isa Mazzocchi

Prima di tutto, sfatiamo alcuni di quei miti che terrorizzano molti dei consumatori, quando si trovano a dover scegliere un prodotto ortofrutticolo in un negozio, su un banchino del mercato rionale oppure tra la sterminata offerta degli scaffali dei supermarket: “Le produzioni italiane sono soggette a protocolli rigidissimi e controlli incrociati da parte di svariati enti preposti – tiene a precisare Diana Bortoli, presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna –; le nostre produzioni sono dunque tra le migliori al mondo. Ecco perché il consumatore può stare tranquillo”.

Purtroppo, però, l’agricoltura viene spesso “raccontata in modo sbagliato”. Perché? La causa è da cercarsi in una mancanza di conoscenza diretta dei processi produttivi da parte dei consumatori, e in circolo alla fine si trovano notizie prive di fondamento. “È nostro dovere comunicare invece le cose come stanno – aggiunge Bortoli –. Gli ogm in Italia non sono consentiti e i tanto famigerati ‘pesticidi’ (traduzione dall’inglese poco amata da noi del mestiere) sono in realtà agrofarmaci, ossia medicine delle piante che, solo quando è strettamente necessario, utilizziamo in maniera controllata”. Anche perché, evidenzia, “il costo di questi farmaci è notevole e incide fortemente sul bilancio aziendale”, perciò i produttori scelgono di farne a meno ogni volta che è possibile. Presidente Bortoli, quando parla di “mancanza di conoscenza diretta” da parte del consumatore cosa intende? “Intendo dire che la società italiana si sta sempre più allontanando dalle proprie origini, che erano prevalentemente agricole. Negli anni ’70, per esempio, nella maggior parte delle famiglie c’era almeno una persona che si occupava di agricoltura. Oggi non è più così, si è verificato uno scollamento tra la società e coloro che continuano a portare avanti il mestiere. Non esiste più il sapere diretto tra chi fornisce la materia prima e chi consuma il prodotto gastronomico. Allontanato dall’esperienza personale dell’agricoltura, il consumatore ha perso coscienza e fiducia rispetto alla produzione. Ormai solo le persone di una certa età hanno memoria dei gesti delle tradizioni legati alla coltivazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli”.

Diana Bortoli, presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna
Diana Bortoli, presidente di Confagricoltura Donna Emilia Romagna

Confagricoltura Donna incontra le Grandi Chef

Dinanzi a uno scenario simile, Confagricoltura Donna non si sta limitando a mandare un segnale di allarme, ma è già passata all’azione, con un progetto tutto al femminile che senza dubbio accenderà i riflettori sul tema della sensibilizzazione rispetto all’eccellenza dei prodotti agricoli nazionali. “In un mondo in cui la gastronomia è posta in prima linea – sono state le parole della presidente nazionale di Confagricoltura Donna Alessandra Oddi Baglioni, mentre pochi giorni fa presentava alla Camera dei deputati il libro “Le grandi chef in una ricetta” – troppo spesso si dimentica il cuore pulsante che c’è dietro ogni piatto: l’agricoltura. Non vogliamo che il nostro settore resti un fantasma sbiadito sullo sfondo. Ed è il motivo per cui è nato il progetto Confagricoltura Donna incontra le Grandi Chef, per esaltare la stretta connessione tra agricoltura e gastronomia. Nove grandi chef saranno le nostre ambasciatrici in un viaggio di valorizzazione del Made in Italy agricolo, dal territorio fino alle tavole. Il fatto che le grandi chef utilizzino le nostre materie prime eccellenti consente un’ulteriore visibilità al prodotto e alla produzione agricola”.

A partecipare all’iniziativa sono state le chef Cristina Bowerman, Laura Colajacovo, Anna Ghisolfi, Rosanna Marziale, Isa Mazzocchi, Valeria Raciti, Solly Tomasone, Viviana Varese e Francesca Vierucci. Abbiamo parlato con Isa Mazzocchi, dell’Azienda La Palta di Piacenza.

Chef Mazzocchi, perché ha voluto partecipare al progetto?

“Per mettere nero su bianco l’impegno condiviso – e tutto al femminile – tra le donne dell’agricoltura e le chef. Dobbiamo tornare a capire che il lavoro delle contadine e dei contadini è fondamentale per la creazione di un piatto salutare ed etico. Io vivo in un piccolo paese di appena 100 abitanti, mio padre aveva un’azienda agricola, oggi ne ha una mio zio. Ho visto quali sono stati l’evoluzione e il cambiamento del lavoro della terra nel tempo. Quando si lavora la terra con passione e con amore, il risultato finale è eccellente, ma stiamo parlando di un mestiere che deve essere fatto in modo consapevole ed etico. L’Italia ha una varietà di prodotti incredibili e noi dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze di nicchia, imparare a farle valere come punti di forza. La mia terra, L’Emilia Romagna, è per esempio una regione ricchissima di prodotti a marchio registrato come Dop e Igp. Praticamente ogni comune ha un prodotto che è stato denominato, e se questo è possibile è solo perché chi lo sta producendo ne è innamorato, e di conseguenza lo tratta con cura”.

Quali esempi le vengono in mente?

“Ce ne sono talmente tanti! Lo scalogno e l’aglio di Monticelli, per dirne alcuni, il riso del Delta del Po o la patata di Bologna Dop. Parliamo di prodotti della terra che hanno un valore economico molto basso, ma che ne portano con sé uno storico e nutrizionale altissimo. Sono i prodotti che hanno sfamato le persone nel dopo guerra e nei periodi di carestia e che si sono tramandati di generazione in generazione nelle nostre famiglie”.

Cosa raccomanderebbe al consumatore? “Di prestare sempre attenzione all’etichetta e alla provenienza del prodotto. Non essere schiavi del prezzo, anche se mi rendo conto che molte famiglie hanno difficoltà economiche. Però in questo caso è meglio comprare poco ma buono che tanto e di scarsa qualità. Gridiamo al mondo con orgoglio che i prodotti dell’Italia sono eccellenti, ricordandoci che anche dal punto di vista geografico ci troviamo in una posizione privilegiata, circondati dal mare, con grandi fiumi che attraversano i nostri territori. La peculiarità dei nostri prodotti è una potenza che va sbandierata e nella quale bisogna credere, stando dalla parte di chi lavora la terra”.