Diritti Lgbt, il premier del Senegal invita l’occidente a non intromettersi

L’omosessualità in Senegal è considerata “contro natura” e punita con il carcere, ma per il primo ministro Sonko è una questione che non dovrebbe interessare l’occidente. Anzi, l’insistenza sui diritti Lgbt nelle relazioni diplomatiche potrebbe portare a “sentimenti anti-occidentali”

17 maggio 2024
Il primo ministro senegalese Ousmane Sonko tiene un discorso durante una conferenza all'università Cheikh Anta Diop di Dakar il 16 maggio 2024. © Seyllou, AFP

Il primo ministro senegalese Ousmane Sonko tiene un discorso durante una conferenza all'università Cheikh Anta Diop di Dakar il 16 maggio 2024. © Seyllou, AFP

L'articolo 319 del codice penale del Senegal punisce i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso, definiti "atti contro natura", con una pena fino a cinque anni di carcere. Solo due anni fa, in migliaia scesero in piazza per chiedere condanne addirittura più severe e protestare contro la decisione del parlamento senegalese di rigettare la proposta di inasprimento avanzata da un gruppo di deputati.

Tra gli eventi dell’ultimo anno riportati da Human rights watch, due episodi emblematici di questa repressione: “il 15 agosto 2023, la polizia ha arrestato 10 giovani durante una festa in una casa privata di Dakar e li ha trattenuti per "atti contro natura" e possesso di contenuti digitali "contrari alla pubblica decenza". Sono stati picchiati, estorti e maltrattati fisicamente dalla polizia, poi rilasciati un mese dopo per mancanza di prove. Alcuni non hanno potuto tornare dalle loro famiglie per paura di essere stigmatizzati”. Mentre “Il 28 ottobre, a Kaolack, una folla ha dissotterrato il corpo di un uomo sospettato di essere gay, l'ha trascinato per la città e poi l'ha bruciato, in un episodio vergognoso che è stato ripreso dalle telecamere e il video è stato pubblicato sui social media”.

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Ma secondo il primo ministro del Senegal, Ousmane Sonko, non c’è nessuna persecuzione. Non solo. Parlando agli studenti di Dakar, Sonko ha avvertito che l'insistenza sui diritti della comunità gay nelle relazioni diplomatiche e da parte delle organizzazioni multinazionali potrebbe portare a “sentimenti anti-occidentali”, esortando quindi alcuni paesi a rispettare la cultura senegalese sulle questioni sociali (tra cui diritti lgbt e parità di genere). Ha criticato poi “i tentativi esterni di imporre stili di vita e modi di pensare contrari ai nostri valori” e ha affermato ancora che, mentre la difesa delle minoranze sessuali si è trasformata in “un dibattito importante” in Occidente, in Paesi come il Senegal solleva “enormi tensioni” e l'attenzione su di essa potrebbe alimentare “il sentimento anti-occidentale in molte parti del mondo”. Il riferimento è al fatto che “la questione del genere compare regolarmente nelle agende della maggior parte delle istituzioni internazionali e nei rapporti bilaterali, spesso anche come condizione per vari partenariati finanziari”, ha aggiunto.