"Calendario scolastico insostenibile per molte famiglie": una raccolta firme per chiedere di rivederlo

Troppi giorni a casa, centri estivi costosi e nessuna alternativa, il risultato è un netto divario tra le famiglie in condizioni economiche diverse

di CATERINA CECCUTI -
14 settembre 2023
calendario scolastico

calendario scolastico

“Ristudiamo il calendario”. Su Instagram parte la campagna di raccolta firme promossa da @mammadimerda e @weworld.onlus per il ripensamento del calendario scolastico e la rimodulazione delle ore in classe per i ragazzi fino a quattordici anni.

Perché ripensare il calendario scolastico?

Un ripensamento imminente del calendario scolastico italiano per migliorare la qualità di vita delle famiglie nel corso del periodo estivo. È l'appello lanciato su Instagram dal noto profilo @mammadimerda e da @weworld.onlus, cui si accompagnano la richiesta di aderire alla raccolta firme “Ristudiamo il calendario” (su change.org) e la pubblicazione di stories che riportano la testimonianza di vari genitori. Nel post di accompagnamento al video di lancio della campagna si legge “Durante queste vacanze scolastiche - 14 infinite settimane in cui la scuola è stata chiusa - abbiamo raccolto tantissime testimonianze di famiglie alle prese con l'organizzazione del tempo dei propri figli tra cura, lavoro, campi estivi, incastri impossibili. Ci dicono che abbiamo voluto la bicicletta e ora dobbiamo pedalare, tradendo una visione terribile della genitorialità: i figli come punizione per chi li fa e non come valore per l'intera società, che dovrebbe in parte farsene carico garantendo equità educativa".
 
Visualizza questo post su Instagram
 

Un post condiviso da Mammadimerda (@mammadimerda)

Il peso economico e l'aumento delle disuguaglianze

"Quanto ci è costato andare a lavorare quest'estate? - si chiedono - Questa settimana, daremo voce ai vostri racconti nelle nostre stories, per dire basta a un calendario scolastico che, con la sua lunghissima chiusura estiva, moltiplica le disuguaglianze, favorisce la perdita di competenze e scoraggia la conciliazione di vita-lavoro per tanti genitori costretti a destreggiarsi tra campi estivi costosissimi e mancanza di alternative a prezzi ridotti. Vogliamo che questa sia l'ultima #EstatePienaRasa per le famiglie italiane!”

Le difficoltà nel conciliare il lavoro e la famiglia

Le carni messe al fuoco da @mammadimerda riguardano temi già scottanti di per sé, come la difficoltà per le famiglie (potremmo dire in molti casi per le donne) di conciliare orari di lavoro e tempo libero dei figli; il divario che esiste tra chi può permettersi di pagare attività extrascolastiche e centri estivi per i propri figli e chi no.
calendario-scolastico-petizione

Troppe settimane a casa e il rischio di perdere le competenze acquisite durante l'anno scolastico

Il rischio di veder aumentare il fenomeno del “summer lerning loss”, ossia la perdita delle competenze acquisite durante l'anno da parte di studenti che per troppo tempo durante i mesi caldi stanno lontani dall'ambiente educativo.

In Italia il record di settimane di chiusura

“Italia e Danimarca sono i Paesi con il maggior numero di giorni di frequenza durante l'anno – sottolinea il canale – con ben 200 ore di scuola. Ma il nostro è anche il Paese con più settimane di chiusura – quattordici -, insieme a Lettonia e Malta. La petizione che abbiamo promosso con @weworld.onlus chiede un ripensamento e una rimodulazione del calendario scolastico per mantenere aperte le scuole anche a giugno e a luglio, e per ridistribuire le ore scolastiche garantendo il tempo pieno per tutti fino ai 14 anni di età”.

Le problematiche del Sud Italia

Il Sud Italia, infatti, sembrerebbe molto penalizzato dalla scarsa possibilità di accedere al tempo pieno; e tra i problemi che ne derivano - sempre secondo la testimonianza di @mammadimerda – ci sarebbe l'impossibilità di accedere all'unico pasto completo – quello della mensa – per i bambini meno abbienti.

Obiettivo equità

“La nostra petizione – sottolinea il canale – è pensata per ottenere fondamentalmente cinque obiettivi: garantire maggiore opportunità ed equità a tutti i bambini, soprattutto quelli più vulnerabili, di modo che non soltanto i figli di famiglie più agiate abbiano la possibilità di usufruire dei centri estivi, mentre i meno abbienti vengono parcheggiati davanti alla TV o per strada. Non lasciare indietro nessuno, la mensa della scuola infatti offre un pasto completo di cui meno della metà dei bambini italiani riesce a beneficiare. Soprattutto al Sud, dove il 79% dei bambini non ha accesso alla mensa; evitare la perdita di competenze – il così detto “summer lerning loss” è ormai noto e aumenta il rischio di abbandono scolastico -, in modo che la ripresa della scuola sia meno faticosa, soprattutto per i ragazzini con disabilità o disturbi specifici dell'apprendimento.
calendario-scolastico-petizione

Al sud il 79% degli studenti non ha accesso alla mensa

Costruire nuovi luoghi educativi, spazi polivalenti come mense, laboratori, cortili ecc. In un Paese in cui cinque scuole su dieci non dispongono di certificati di agibilità, rivedere l'edilizia scolastica non è più rimandabile; in ultimo ripensare la didattica attraverso l'intreccio tra educazione formale ei nformale, avvalendosi anche della collaborazione del terzo settore e del volontariato sociale. Non serve solo allungare il tempo di scuola, è necessario ripensare con flessibilità e intelligenza ad un'offerta formativa aperta al territorio”.

Reazioni contrastanti alla petizione

Tra i numerosi commenti che subito si sono scatenati intorno al post vi sono opinioni contrastanti tra loro. Non pochi, per esempio, criticano la proposta del tempo pieno obbligatorio fino a quattordici anni: “Tempo prolungato obbligatorio? Ma se invece di mollarli a scuola tutto il giorno si facessero politiche familiari che permettano ai genitori di passare più tempo con i figli? La scuola ha il compito di educare e formare ma anche la famiglia, e questa non può essere sostituita in toto dagli insegnanti”. E ancora: “L'educazione dei figli non va delegata solo alla scuola, per cosa poi? Per potervi dedicare meglio alle vostre carriere? Forse bisognerebbe ripensare a tutto il nostro modo di vivere e che la famiglia è un elemento fondante dell'esistenza”. Più che sulla quantità di tempo trascorsa a scuola, qualcuno lamenta la qualità dell'insegnamento: “Chiedere perché sono stufi ed esauriti a gennaio? Mi sembra un buon inizio. Dai dati i ragazzi hanno molte giornate di scuola, ma escono con poche competenze. Quindi direi che siamo di fronte ad un problema gravissimo. I bambini stanchi sono il risultato di cose che sono da cambiare urgentemente”. C'è poi chi, per risolvere la questione delle disparità economiche tra chi può permettersi attività dopo scuola e chi no, suggerisce “Ma i centri estivi gratis? Le attività sportive prolungate in estate? Una sorta di campus estivo fatto di laboratori e atelier?"
calendario-scolastico-petizione

Tra i commenti, tanti anche quelli degli insegnanti

E gli insegnanti cosa ne pensano?

Numerose anche le testimonianze degli insegnanti: “Insegno alla secondaria e i progetti per la scuola d'estate ci sono da qualche anno. È ovvio che siano organizzati coi piedi perché lo Stato non considera come si sta in certe scuole d'estate. L'edilizia scolastica è il primo punto secondo me, poi il resto. Sarebbe infatti cosa buona e giusta assumere e pagare il personale, come l'Europa ha già richiesto”. Insomma, la campagna ha scoperchiato un vero vaso di Pandora, e le più disparate questioni sul sistema scolastico nazionale hanno preso - e sicuramente prenderanno nei prossimi giorni – la piega di una protesta sociale che affonda radici antiche – forse marce – nel malcontento collettivo e in quella drammatica, condivisa sensazione che la scuola italiana non abbia i mezzi per competere con quella di altri Paesi europei, nonostante la buona volontà degli insegnanti e del personale che ci lavora.