Il figlio di Liliana Segre: “Raccolgo il testimone di mia madre, il suo messaggio di pace è ancora attuale”

L’annuncio durante la marcia della pace: migliaia di persone in cammino da Arezzo alla Cittadella della pace di Rondine. Segre in videomessaggio: “Qui regna l’amicizia, l’odio non ha ragione di essere”

30 maggio 2024
IAREZZO MARCIA DELLA PACE RONDINE 2024

IAREZZO MARCIA DELLA PACE RONDINE 2024

Alberto Belli Paci, il figlio di Liliana Segre, raccoglie il testimone dalla madre e veicolerà nelle scuole, e non solo, il messaggio di pace e testimonianza che la senatrice a vita, oggi 93enne, ha portato avanti per molti anni.

L'annuncio oggi durante la marcia della pace, alla quale hanno partecipato migliaia di persone, per lo più ragazzi e studenti, che da Arezzo ha raggiunto dopo 10 chilometri di cammino la Cittadella della pace di Rondine, luogo simbolo dove la stessa Segre ha tenuto, nel 2020, la sua ultima testimonianza pubblica. Insieme ad Alberto Belli Paci presenti anche, tra gli altri, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e il vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro Andrea Migliavacca.

"Il messaggio di pace di mia madre è importantissimo e ancora attuale così come la creazione di relazioni finalizzate a questo” ha detto Belli Paci. Al termine della marcia, a Rondine è stata inaugurata, accompagnata da un videomessaggio di Liliana Segre, l'Arena di Janine.

"Rondine è un luogo magico per me, perché a Rondine regna l'amicizia, la parità, la pace - ha detto Segre -. Tutto il mondo intorno a noi è diverso da Rondine e nei miei ricordi tragici mi sento realizzata che a Rondine ci sia l'arena di Janine. Questo è un nome lontano, eravamo prigioniere tutte e due ad Auschwitz e lavoravamo nella fabbrica di munizioni Union”.

“Io avevo 13 anni ero inserviente a lei che invece lavorava come operaia alla macchina tranciatrice - ha ricordato -. Lei tranciava il metallo che io le portavo. Un giorno fece un errore terribile e tranciò due dita della sua mano. Da quel momento la sua vita, ma anche la mia, cambiarono per sempre. Inadatta al lavoro, non potendo più essere operaia fu scartata e mandata a morte. Quando io capii quale sarebbe stato il suo destino in quel momento non ebbi il coraggio di salutarla, di dirle una parola buona. Janine era troppo per me, non mi voltai a salutarla, non potevo sopportare anche questo”. Segre ha spiegato di aver avuto da quel momento “un rimorso che mi ha seguito per tutta la vita. Anche adesso che sono passati 80 anni. Però solo a Rondine, dove oggi mio figlio Alberto porta avanti la mia testimonianza, può esserci un luogo che si chiama arena di Janine, perché è lì che l'odio non ha più ragione di essere e trionfa l'amicizia”.