Giffoni Film Festival, i B.Liver presentano “Vorrei entrare nel sole”

Una delegazione ragazzi e le ragazze di Fondazione Bullone, che si occupa di inserimento sociale di chi ha vissuto gravi patologie, portano il teaser del “film che verrà” ispirato al libro del fondatore Bill Niada

di MAURIZIO COSTANZO
23 luglio 2024
Il set del teaser

Il set del teaser

“Come nasce un film? Da una storia. Ma non basta…”. Ci vuole anche qualcosa in più ed è quello che ha messo in campo la Fondazione Bullone, che il 25 luglio, al Giffoni Festival, presenta il teaser “Vorrei Entrare nel sole - prove di un film che verrà”, diretto da Giacomo Mondadori e prodotto da Adler Entertainment.

Nella clip si racconta il mondo dei B.Liver, anticipando al pubblico il film vero e proprio che sarà realizzato nei prossimi mesi, basato sul romanzo – edito da edizioni Sonzogno – di Bill Niada, fondatore e presidente della Fondazione. Al Giffoni ci saranno anche alcuni di loro, gli adolescenti e i giovani adulti che trovano nell’organizzazione uno stimolo e un sostegno alla loro rinascita e nel reinserimento nella vita sociale e professionale dopo aver affrontato la malattia, oltre ai produttori e a Niada, per portare una personalissima testimonianza in Sala Galileo a un pubblico di circa 350 ragazzi come loro.

La trama di “Vorrei entrare nel sole”

Il libro “Vorrei Entrare nel sole” su cui si baserà il film del Bullone racconta l’amore di due ragazzi malati e delle loro vite complesse che scorrono in una Milano che fa da contesto e con la Fondazione Bullone che fa da motore, affinché queste vite diventino un esempio positivo di come ci si debba prendere cura delle persone e delle loro storie e di come ci si può rialzare dopo essere sprofondati. Per comprendere come l’essere umano debba saper guardare avanti e andare oltre, a prescindere dalle difficoltà che incontra. Perché la sofferenza può essere una miccia potente per generare un fuoco di incontri, di aiuti reciproci, di amicizie e anche di amori.

Un film e un viaggio all’insegna della luce

“Come nasce un film? Da una storia. Ma non basta… Ci deve essere qualcuno che ci crede, ci deve essere la congiunzione di casualità, fortuna, tanta energia, vite e visioni che si uniscono e risuonano, denaro che genera, idee che frullano, volti che si guardano e si sorridono e soprattutto ideali alti che fanno spiccare il volo” dichiara il presidente della Fondazione Bullone. “Questa storia nasce dal sacrificio di Clementina, la mia primogenita che non c’è più e che ha ispirato questo romanzo, un esempio per tutti coloro che cadono nel buio dello sconforto, ma che trovano in sé e in coloro che gli stanno accanto, la forza per riemergere in un luogo dove splende il sole, magari diverso, ma illuminante”.

La luce, insomma, è al centro del lavoro quotidiano e della produzione stessa di questo docufilm, la luce che i giovani vedono in fondo al tunnel della malattia, quella che gli operatori scorgono negli occhi dei B.Liver, la luce di un viaggio estivo che la Fondazione ha organizzato per loro e che li porterà anche al Giffoni. Ma in programma ci sono diverse tappe, da Vietri a Paestum fino al Parco delle Sorgenti. I giovani viaggiatori saranno coinvolti in diverse attività: un laboratorio di ceramica, una visita archeologica e ai templi, attività di sensibilizzazione sull’oncologia femminile, ma anche un momento di pura magia e condivisione con il lancio delle lanterne con i desideri.

Saranno proprio i desideri il filo rosso del viaggio del Bullone, un’occasione per riflettere su diversi temi cari alla Fondazione, dallo stare accanto al senso di comunità, dai desideri di ognuno all’apprendimento di competenze, fino alla condivisione di esperienze e percorsi di vita e di malattia.