Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Il presidente Biden sogna una donna di colore alla Corte Suprema ma le insidie non mancano

Il presidente Biden sogna una donna di colore alla Corte Suprema ma le insidie non mancano

Le tre potenziali candidate alla carica sono Ketanji Brown Jackson, Leondra Kruger e Michelle Childs. Biden ha parlato di una personalità "con qualifiche, carattere, esperienza e integrità straordinari” ma la scelta dovrà essere ratificata dal Senato

Nicolò Guelfi
31 Gennaio 2022
The Roberts Court, April 23, 2021  .Seated from left to right: Justices Samuel A. Alito, Jr. and Clarence Thomas, Chief Justice John G. Roberts, Jr., and Justices Stephen G. Breyer and Sonia Sotomayor  .Standing from left to right: Justices Brett M. Kavanaugh, Elena Kagan, Neil M. Gorsuch, and Amy Coney Barrett.  .Photograph by Fred Schilling, Collection of the Supreme Court of the United States

The Roberts Court, April 23, 2021 .Seated from left to right: Justices Samuel A. Alito, Jr. and Clarence Thomas, Chief Justice John G. Roberts, Jr., and Justices Stephen G. Breyer and Sonia Sotomayor .Standing from left to right: Justices Brett M. Kavanaugh, Elena Kagan, Neil M. Gorsuch, and Amy Coney Barrett. .Photograph by Fred Schilling, Collection of the Supreme Court of the United States

Share on FacebookShare on Twitter

Decisione storica per il presidente americano Joe Biden: ci sarà una donna di colore alla Corte Suprema. La Casa Bianca però non scioglie ancora il nodo sul nome. Non è mai successo, nella storia degli Stati Uniti, che una donna afroamericana occupi un posto tra i giudici del più alto organo del potere giudiziario. L’istituto, fondato nel 1789, è tra i più antichi e sacri tra le istituzioni federali negli Usa e negli ultimi tempi ha fatto molto parlare sé. Nel settembre del 2020 ci fu una forte discussione a seguito della morte della giudice Ruth Bader Ginsburg, voce progressista e attenta ai diritti civili. La giudice lasciò, oltre al cordoglio, anche un posto vacante all’interno del collegio, che conta 9 membri con mandato a vita, salvo ritiri o rimozioni. L’allora presidente Trump decise di nominare la giudice Amy Coney Barrett, convinta conservatrice vicina ideologicamente ai repubblicani. La decisione fece molto discutere, perché in un sistema come quello statunitense, la nomina dei giudici da parte del presidente può orientare fortemente la Corte, e quindi lo stesso potere giudiziario, verso destra o sinistra a seconda dei casi, e un salto di questo genere risultava molto radicale.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden

 

Il presidente Biden, già all’epoca, in piena campagna presidenziale, non aveva fatto mistero di desiderare una giudice di colore nella Corte. Oggi, come riporta il Washington Post, potrebbe essere davvero il momento di realizzare quella promessa. Il 26 gennaio il giudice Stephen G. Breyer, uomo centrista nominato dall’ex presidente Bill Clinton nel 1994, ha annunciato il suo ritiro: lascerà definitivamente la carica alla fine della sessione autunnale, ovvero tra giugno e luglio, aprendo quindi la porta a questo cambio della guardia.

“La persona che nominerò sarà qualcuno con qualifiche, carattere, esperienza e integrità straordinari”, afferma Biden durante una cerimonia alla Casa Bianca. L’annuncio ha provocato reazioni diverse tra i cittadini americani, ma c’era da aspettarselo considerando che il discorso politico è molto polarizzato e l’attenzione sul tema è alta. I liberal e i democratici hanno applaudito la scelta, definendola storica e fondamentale per i diritti delle minoranze, mentre il mondo conservatore/repubblicano ha chiesto maggiori informazioni sulle “straordinarie qualifiche” della giudice di cui parla il presidente. 

Leondra Kruger, membro della corte suprema della California, è tra le potenziali candidate per entrare nel collegio dei 9 giudici supremi Usa

Non ci sono certezze sull’identità della candidata, ma il Washington Post ha ristretto la rosa delle papabili a tre nomi: la prima è Ketanji Brown Jackson, 51 anni, nata a Washington. La donna, di orientamento liberal, ha iniziato la carriera giudiziaria sotto l’amministrazione di Barack Obama e Biden l’ha nominata giudice federale. La seconda è Leondra Kruger, 45 anni, nata a Los Angeles. Oggi è membro della Corte Suprema dello stato della California. Fu nominata dal governatore Jerry Brown nel 2015 dopo essere stata selezionata da un gruppo di candidati in cui figurava anche Kamala Harris, attuale vicepresidente degli Stati Uniti. Infine, si parla molto anche di Michelle Childs, 55 anni, originaria di Detroit. La donna ha stretto un legame profondo con la comunità afroamericana del Sud Carolina, ed è molto vicina al capogruppo dei democratici alla Camera James Clyburn, che sarebbe pronto a sostenerne la candidatura.

Mitch McConnell, capogruppo dei repubblicani al Senato

La nomina del giudice parte dal presidente, ma deve essere ratificata dal Senato degli Stati Uniti, dove i democratici hanno già a disposizione la maggioranza semplice dei voti. Il principale oppositore che potrebbe far saltare il progetto è Mitch McConnell, capogruppo dei repubblicani al Senato. McConnell, tra i notabili del partito, ha una lunghissima esperienza politica alle spalle ed è maestro nelle nomine per la Corte Suprema. Grazie a lui, l’ex presidente Trump è riuscito a nominare ben tre giudici in un solo mandato, tra cui la stessa Coney Barrett. Tra McConnell e Trump non corre buon sangue, soprattutto per il modo in cui il Tycoon ha esautorato progressivamente il ruolo del Partito Repubblicano per assumerlo nella sua persona, ma con ogni probabilità sarà con lui che dovrà parlare Biden per portare a casa questa importante conquista, prima ancora che con i suoi compagni di partito.

A un anno dal suo arrivo alla Casa Bianca, i consensi di Biden sono calati drasticamente, soprattutto all’indomani del ritiro delle truppe dall’Afghanistan, che ha gettato il Paese di nuovo nelle mani dei talebani. Con le elezioni di mid-term alle porte, è necessario intascare almeno una vittoria politica, e fallire proprio ora potrebbe rivelarsi devastante per la credibilità di questa amministrazione.

Potrebbe interessarti anche

Laura Pausini si è sposata (Instagram)
Spettacolo

Matrimonio Laura Pausini, luna di miele speciale. Ecco dove va

22 Marzo 2023
Marina Piperno è una produttrice cinematografica italiana, Nastro d’argento 2011 alla carriera
Spettacolo

Marina Piperno, una vita per il cinema: “Una delle prime produttrici donne”

22 Marzo 2023
Il cast di Mare Fuori (Ufficio stampa Rai)
Spettacolo

Mare Fuori, il bacio gay per il gran finale di stagione

23 Marzo 2023

Instagram

  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
Decisione storica per il presidente americano Joe Biden: ci sarà una donna di colore alla Corte Suprema. La Casa Bianca però non scioglie ancora il nodo sul nome. Non è mai successo, nella storia degli Stati Uniti, che una donna afroamericana occupi un posto tra i giudici del più alto organo del potere giudiziario. L’istituto, fondato nel 1789, è tra i più antichi e sacri tra le istituzioni federali negli Usa e negli ultimi tempi ha fatto molto parlare sé. Nel settembre del 2020 ci fu una forte discussione a seguito della morte della giudice Ruth Bader Ginsburg, voce progressista e attenta ai diritti civili. La giudice lasciò, oltre al cordoglio, anche un posto vacante all’interno del collegio, che conta 9 membri con mandato a vita, salvo ritiri o rimozioni. L’allora presidente Trump decise di nominare la giudice Amy Coney Barrett, convinta conservatrice vicina ideologicamente ai repubblicani. La decisione fece molto discutere, perché in un sistema come quello statunitense, la nomina dei giudici da parte del presidente può orientare fortemente la Corte, e quindi lo stesso potere giudiziario, verso destra o sinistra a seconda dei casi, e un salto di questo genere risultava molto radicale.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden
  Il presidente Biden, già all’epoca, in piena campagna presidenziale, non aveva fatto mistero di desiderare una giudice di colore nella Corte. Oggi, come riporta il Washington Post, potrebbe essere davvero il momento di realizzare quella promessa. Il 26 gennaio il giudice Stephen G. Breyer, uomo centrista nominato dall’ex presidente Bill Clinton nel 1994, ha annunciato il suo ritiro: lascerà definitivamente la carica alla fine della sessione autunnale, ovvero tra giugno e luglio, aprendo quindi la porta a questo cambio della guardia. “La persona che nominerò sarà qualcuno con qualifiche, carattere, esperienza e integrità straordinari”, afferma Biden durante una cerimonia alla Casa Bianca. L’annuncio ha provocato reazioni diverse tra i cittadini americani, ma c’era da aspettarselo considerando che il discorso politico è molto polarizzato e l’attenzione sul tema è alta. I liberal e i democratici hanno applaudito la scelta, definendola storica e fondamentale per i diritti delle minoranze, mentre il mondo conservatore/repubblicano ha chiesto maggiori informazioni sulle “straordinarie qualifiche” della giudice di cui parla il presidente. 
Leondra Kruger, membro della corte suprema della California, è tra le potenziali candidate per entrare nel collegio dei 9 giudici supremi Usa
Non ci sono certezze sull’identità della candidata, ma il Washington Post ha ristretto la rosa delle papabili a tre nomi: la prima è Ketanji Brown Jackson, 51 anni, nata a Washington. La donna, di orientamento liberal, ha iniziato la carriera giudiziaria sotto l’amministrazione di Barack Obama e Biden l’ha nominata giudice federale. La seconda è Leondra Kruger, 45 anni, nata a Los Angeles. Oggi è membro della Corte Suprema dello stato della California. Fu nominata dal governatore Jerry Brown nel 2015 dopo essere stata selezionata da un gruppo di candidati in cui figurava anche Kamala Harris, attuale vicepresidente degli Stati Uniti. Infine, si parla molto anche di Michelle Childs, 55 anni, originaria di Detroit. La donna ha stretto un legame profondo con la comunità afroamericana del Sud Carolina, ed è molto vicina al capogruppo dei democratici alla Camera James Clyburn, che sarebbe pronto a sostenerne la candidatura.
Mitch McConnell, capogruppo dei repubblicani al Senato
La nomina del giudice parte dal presidente, ma deve essere ratificata dal Senato degli Stati Uniti, dove i democratici hanno già a disposizione la maggioranza semplice dei voti. Il principale oppositore che potrebbe far saltare il progetto è Mitch McConnell, capogruppo dei repubblicani al Senato. McConnell, tra i notabili del partito, ha una lunghissima esperienza politica alle spalle ed è maestro nelle nomine per la Corte Suprema. Grazie a lui, l’ex presidente Trump è riuscito a nominare ben tre giudici in un solo mandato, tra cui la stessa Coney Barrett. Tra McConnell e Trump non corre buon sangue, soprattutto per il modo in cui il Tycoon ha esautorato progressivamente il ruolo del Partito Repubblicano per assumerlo nella sua persona, ma con ogni probabilità sarà con lui che dovrà parlare Biden per portare a casa questa importante conquista, prima ancora che con i suoi compagni di partito. A un anno dal suo arrivo alla Casa Bianca, i consensi di Biden sono calati drasticamente, soprattutto all’indomani del ritiro delle truppe dall’Afghanistan, che ha gettato il Paese di nuovo nelle mani dei talebani. Con le elezioni di mid-term alle porte, è necessario intascare almeno una vittoria politica, e fallire proprio ora potrebbe rivelarsi devastante per la credibilità di questa amministrazione.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto