La sfilata di Coach interrotta dalle proteste animaliste

In tre hanno interrotto la sfilata di Coach durante la settimana della moda a New York, per protestare contro l'utilizzo della pelle animale

di GIORGIA BORGIOLI -
11 settembre 2023
Proteste animalisti Coach

Proteste animalisti Coach

Durante la sfilata di Coach, marchio statunitense di pelletteria di lusso, tenuta giovedì 7 settembre in occasione della settimana della moda di New York, alcuni attivisti per i diritti degli animali dell'organizzazione Peta, hanno fatto irruzione in passerella, interrompendo lo show presso la biblioteca pubblica di New York. L’azienda stava presentando una collezione primavera/estate del prossimo anno, in occasione del festeggiamento dei dieci anni di Stuart Vevers come direttore creativo di Coach. Ad un certo punto una delle attiviste è riuscita a sorprendere la sicurezza e quindi a farsi largo tra i modelli in passerella, ricoperta solo da vernice, raffigurante un corpo scuoiato di muscoli, carne e tendini; una seconda l’ha seguita tenendo in alto un cartello; mentre la terza si era dipinta direttamente uno slogan sul petto.
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Attivisti per i diritti degli animali protestano durante la sfilata di Coach a NY

Le accuse a Coach in passerella e sui social

Tutte e tre portavano il medesimo messaggio: "Coach Leather Kills”, ovvero "la pelle di coach uccide". Una volta che i manifestanti hanno interrotto la sfilata, la CNN ha visto la sicurezza tentare di intercettare gli arrivisti, che però sono riusciti a raggiungere metà della stanza prima di essere fermati. Più tardi, l’Organizzazione per i diritti agli animali ‘Peolpe for the Ethical Treatment of Animals ‘(PETA), ha pubblicato su X (precedentemente nota come Twitter) un post in cui si rivolge direttamente all’azienda produttrice di borse e accessori in pelle, con tanto di video e foto delle proteste. “È ora di smettere di vendere la pelle di qualcun altro e di abbandonare la pelle, Coach” ha scritto l'organizzazione sul suo profilo. L’organizzazione per i diritti degli animali ha affermato inoltre che “le mucche uccise per la pelle possono essere scuoiate e smembrate mentre sono ancora coscienti – dopo aver subito la castrazione, il taglio della coda e la decornazione, senza antidolorifici, nelle fattorie”. “I consumatori coscienziosi di oggi sanno che il futuro della moda risiede nei materiali vegani innovativi, non nella pelle di mucca tagliata a pezzi”, ha affermato in un comunicato stampa Tracy Reiman, vicepresidente esecutivo di PETA.

L'obiettivo di Peta

Tutte le proteste attuate da PETA negli anni, compreso il recente lancio di vernice rossa, non hanno fatto altro che allontanare la moda dall’uso della pelliccia; adesso, però, l’obiettivo è altro e maggiore. Rendere inaccettabili anche tutti gli altri materiali di derivazione animale come la lana, la pelle, il piumino, mettendo in risalto le pratiche utilizzate per la produzione di questi tessuti, come la spiumata da vivi e le condizioni in cui pecore e bovini vengono allevati, trasportati e infine macellati. Per la maggior parte dei consumatori infatti, materiali come la lana o la pelle, sono moralmente più accettabili poiché di uso quotidiano. Il Gruppo per i diritti degli animali mette in atto proteste come quella rivolta a Coach proprio per rimarcare quanto in realtà l’industria sia altrettanto crudele, insistendo sul fatto che spesso gli standard di agricoltura responsabile utilizzati dai marchi per affermare che i materiali che utilizzano sono elevati in modo etico, in realtà sono fasulli. Anche in Italia dal 2022 è vietato l’allevamento e l’uccisione degli animali per la produzione di pellicce e, nonostante la strada per il raggiungimento degli obiettivi prossimi sia ancora lunga e tortuosa, sembra che il nostro paese stia diventando l’esempio di un territorio dove ogni giorno ci sono sempre più brand di lusso che lavorano per offrire una vera moda ecosostenibile.