L’idea alla base dell’opera è aprire “uno sguardo in più” sulla città e per la cittadinanza. Ma a qualcuno, evidentemente, quello sguardo innocente di bambina non piace proprio. Il problema, questo qualcuno, non lo nasconde: il colore della pelle di Rejoice.
“Non era più consona una bambina bianca?” scrive l’utente in un messaggio di tenore razzista indirizzato direttamente a Giulio Rosk, 36 anni, street artist di fama internazionale, siciliano, facendo appunto riferimento a un murale gigante che questo ha realizzato nel 2022 a Nichelino (Torino), in piazza Camandona, per iniziativa dell'amministrazione comunale. Nell'opera, che prende il titolo dal nome della protagonista Rejoice, compare una bimba nera che sfoglia un libro dedicato alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, monumento simbolo della città.
L’attacco razzista
È stato lo stesso Rosk a rilanciare sulle storie di Instagram il contenuto del messaggio ricevuto: “Buongiorno, va bene che lei è un ‘artista di strada’ ma che diamine c’entra una bambina nera gigante dipinta sul muro di una casa A NICHELINO?” con la scritta in maiuscolo probabilmente a sottolineare l’assurdità della cosa secondo lui. “Che guarda un libro della palazzina di caccia di Stupinigi? NON ERA PIÙ CONSONA UNA BAMBINA BIANCA?”, scrive e riecco il maiuscolo ma stavolta per evidenziare la sua superiorità di opinione.
Quindi l’invito allo street artist: “Vada in Sicilia a dipingere il ricambio etnico, nella nostra città non è il benvenuto. E chiunque l'abbia foraggiato rappresenta il male odierno. Livelli infimi di ignoranza”. Sì, la sua, ci viene spontaneo ribattere.
Il significato dell’opera
“Rejoice” è stato realizzato due anni fa da Giulio Rosk nel paese in provincia di Torino per un progetto pubblico di interesse sociale. La scelta del soggetto è legata all’incontro che l’artista ha fatto con la bambina, originaria del Senegal, durante un progetto a Palermo. Come ha scritto nel post con cui ha presentato il murale Rejoice “Non parla ancora bene l’italiano per questo sembra aver imparato a comunicare con lo sguardo. Lei c’è e si fa sentire. Ho deciso di portarla con me a Nichelino, un luogo con una forza e un’energia incredibile, riflesso di un’amministrazione innamorata della propria comunità. Per le storie da leggere, per le storie da raccontare”.
Ora, a due anni di distanza, da quella stessa comunità arriva il più bieco degli attacchi, che ci fa capire che nemmeno attraverso l’arte si riescono a superare i confini dell’intolleranza e dell’odio per ciò che è considerato “diverso”, non consono. “È inaccettabile – commenta su Instagram l’assessore Fedör Verzola, che aveva commissionato l’opera – che nel 2024 ci sia ancora qualcuno che faccia differenze in base al colore della pelle. Lavoreremo costantemente per far sì che queste persone rimangano in minoranza, per costruire una società basata su equità, inclusione e tolleranza”.
Già nel 2022 la realizzazione del murale era stata accompagnata da una polemica: un consigliere comunale di Fratelli d'Italia, senza negare la validità artistica dell'opera, sui suoi profili social si chiese se non sarebbe stato meglio, dato il momento storico, raffigurare una bambina ucraina.