"Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie"
Sono queste le parole che un paziente ha rivolto ad Andi Nganso, medico di 34 anni originario del Camerun ma residente in Italia da oltre 15 anni. Andi è stato pesantemente insultato mentre prestava servizio in Croce Rossa a Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, solo per il colore della sua pelle. Il dottore ha deciso di denunciare attraverso i suoi account social quanto successo quella notte: "Il 17 agosto 2022, mentre ero di turno al punto di primo intervento di Lignano, ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia" l'attacca del post.
Poi la ricostruzione della vicenda: "Intorno alle 4 di notte arrivava un’ambulanza con un paziente sessantenne che riportava presunte lesioni multiple, conseguenti ad una lite avvenuta poco prima in centro città. Dopo aver ricevuto le consegne dall’infermiera (che lo aveva soccorso e che già lamentava di aggressioni verbali misogine nei suoi confronti), ho provato ad entrare in comunicazione con il paziente e da lì una brutale e violenta valanga di insulti e minacce razziste di ogni tipo è iniziata". "Neg*o bastardo schifoso, pezzo di mer*a, preferivo due costole rotte in più piuttosto che avere un neg*o dottore. Mi viene da vomitare. Con tutte le sfighe pure il dottore neg*o mi doveva capitare. Non toccarmi che mi attacchi le malattie", questi sono soltanto alcuni degli insulti, intervallati da copiose bestemmie, e delle frasi emerse dall'audio registrato da Nganso durante la visita e date in pasto ai social per alimentare la sua denuncia. Insulti a cui il medico ha risposto fieramente sui social: "Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato e nel voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza".
Andi ha anche spiegato le ragione che l'hanno spinto a condividere questo brutto episodio sui social: "La denuncia non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate. Il razzismo è nell’aria. Lo respiriamo quotidianamente in ogni luogo della nostra società. La rappresentazione mediatica, le strumentalizzazioni politiche, le narrazioni tossiche in ambito educativo e la mancanza di una sincera discussione sugli effetti dell'increscioso passato coloniale di questo Paese, sono tutti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere questo status quo di dolore per le persone nere e razzializzate in Italia. Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre più reale".