Pam Bondi è stata scelta da Donald Trump per il ruolo di procuratore generale degli Stati Uniti. Il nome dell’ex procuratrice generale della Florida, prima donna nel ruolo, è emerso poche ore dopo il ritiro di quella che era la prima scelta del nuovo presidente Usa, il controverso Matt Gaetz, escluso a causa di un'indagine federale sul traffico sessuale e un'inchiesta sull'etica nei suoi confronti.
La 59enne è stata a lungo nell'orbita di Trump e il suo nome era stato fatto durante il suo primo mandato come potenziale candidato al più alto ruolo di polizia della nazione. Questa volta i pronostici si sono avverati quando il tycoon ha annunciato la sua intenzione di nominare Bondi giovedì 21 novembre, in un post sui social. Se confermata dal Senato, a guida repubblicana, erediterebbe la guida del Dipartimento di Giustizia che si prevede si concentrerà sui diritti civili, sull'applicazione delle leggi sulle imprese e sui procedimenti giudiziari nei confronti di centinaia di sostenitori di Trump accusati della rivolta del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti, che lo stesso futuro presidente si è impegnato a perdonare.
Un attacco al matrimonio egualitario
Pam Bondi si è schierata da molti anni contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Era il 2014, quando sostenne che si sarebbe battuta per il divieto, in quanto il matrimonio egualitario avrebbe portato a un grave un danno d’immagine alla popolazione della Florida. Posizioni che, negli anni, sono state in parte ritrattate, ma il dubbio sull’autenticità di questa ‘redenzione'. In un’intervista del 2016 con Anderson Cooper infatti, dopo che decine di persone furono uccise al Pulse di Orlando in un attacco a matrice omotransfobica, rinnegò apertamente le sue parole contro i gay che, però, erano fissate nei verbali del tribunale dove le aveva pronunciate. La preoccupazione è che tale ambiguità possa sfociare nuovamente in una ostilità diretta verso la comunità lgbtqia+ e che quanto successo col diritto all’aborto (abolito con il rovesciamento della Roe v. Wade da parte della Corte Suprema) si ripeta anche il matrimonio egualitario a livello federale.
La prima procuratrice capo donna della Florida
Entrata nella storia nel 2010, quando è stata eletta prima donna procuratore generale della Florida, era praticamente sconosciuta in politica quando ha è stata scelta per l’incarico di massima autorità dello Stato. Bondi è stata promossa alle primarie dopo essere stata appoggiata dall'ex governatore dell'Alaska e candidata alla vicepresidenza Sarah Palin. In campagna elettorale si è proposta di usare la massima carica legale dello Stato in modo deciso, sfidando la legge sull'assistenza sanitaria firmata dall'allora presidente Barack Obama. Ha anche chiesto che il suo Stato adottasse la legge sull'immigrazione denominata “Mostrami i documenti” dell'Arizona, che ha scatenato un dibattito nazionale a livello. In qualità di procuratore capo della Florida, Bondi ha posto l'accento sul traffico di esseri umani e ha sollecitato un inasprimento delle leggi contro i trafficanti. Ha ricoperto l'incarico dal 2011 al 2019.
Al fianco di Trump
Pam Bondi è stata un'alleata della prima ora e di lunga data di Trump, schierandosi al suo fianco già nel marzo 2016, alla vigilia delle primarie repubblicane nello Stato, preferendolo al candidato della Florida, il senatore Marco Rubio.
E soprattutto ha difeso l’imprenditore nelle inchieste giudiziarie a suo carico in questi anni, anche abbandonando l'attività di lobbying per far parte del suo team legale durante il primo processo di impeachment nel 2020. Bondi ha criticato a gran voce i processi penali contro il tycoon mossi da Jack Smith, il consulente speciale che ha accusato Trump in due casi federali, ed era anche tra i repubblicani che si sono presentati in suo sostegno all’udienza sull'uso di denaro sporco a New York, conclusasi a maggio con una condanna per 34 capi d'accusa.