Pisa, 24 novembre 2024 – “La violenza di genere è un dato sistemico della società, che attraversa anche l’università. Ecco perché proponiamo questo teatro forum sul concetto di consenso, in attesa dei dati del questionario dell’ateneo su violenza e molestie”. Lo ha detto Renata Pepicelli coordinatrice dello sportello interuniversitario contro la violenza aperto due anni e mezzo fa insieme a Sant’Anna e Normale, presentando l’iniziativa svoltasi venerdì sera in Gipsoteca che ha fatto il pienone, organizzata in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. E Ketty Di Pasquale, presidente della Casa della Donna, che gestisce lo sportello interuniversitario aggiunge: “Dire che il patriarcato non c’è più è legittimare la violenza. Solo iniziative come questa possono fare la differenza perché educano al consenso, a riconoscere ciò che vogliamo e ciò che non vogliamo. Va fatto un lavoro nelle scuole, nelle classi universitarie contro la violenza di genere”.
Lo spettacolo della compagnia Parteciparte ha come protagonisti gli attori Olivier Malcor e Claudia Signoretti.
VOCI CONTRO LA VIOLENZA: le testimonianze
Olivier, come nasce questo spettacolo?
“E’ il frutto di una ricerca di 10 anni e di un confronto continuo da un lato con vittime di violenza e dall’altro con violentatori che a volte, non riconoscendo la gravità di quello che compiono, sono disposti a scontare più anni in carcere. Non è stato facile trovare l’angolo da cui affrontare la questione, ma siamo felici di averlo portato anche a Pisa grazie alla sinergia con le università, la Casa della donna e lo sportello antiviolenza”.
E lo portate in scena con un format specifico.
“Il teatro forum serve ad aprire un dibattito con il pubblico, cercando di coniugare una certa leggerezza con il dolore, il disagio e la preoccupazione che situazioni anche quotidiane possono provocare”.
Cosa succede in scena?
“Prima facciamo vedere lo spettacolo integralmente presentando 15 scene al limite di violenza, di vario tipo. Poi ripetiamo il tutto e il pubblico interrompe ogni volta che c’è qualcosa che non va”.
Cioè?
“Lo spettacolo è sul consenso e quindi il pubblico non è obbligato a fare niente. Giriamo l’Italia e l’Europa e a Pisa il pubblico è stato fantastico. Davanti a ogni tipo di violenza, anche celata, è intervenuto e ha proposto soluzioni concrete: da un pacato dialogo con il molestatore per farlo riflettere su situazioni passate in cui già è stato possessivo o geloso e per fargli considerare che ciò non dipende da come si veste la donna, all’affiancare la vittima di catcalling e portarla via dalla situazione di pericolo, fino alla banale proposta di fare due torte se a lui piace l’uvetta e a lei no”.
Può spiegare meglio la scena della torta?
Non significa niente che lui abbia ’un master in cucina’, che ci stia bene l’uvetta e che lui abbia più ragioni di lei per scegliere gli ingredienti. A lui piace l’uvetta e a lei no: il punto, però, è che deve rispettarla e quindi o si fanno due torte, oppure si toglie l’uvetta. Perché un no vale più di un sì”.