“Patata bollente”: Cassazione conferma la diffamazione nei confronti di Virginia Raggi

I supremi giudici hanno confermato la condanna per Feltri e Senaldi per quella famosa e discussa copertina di Libero del 10 febbraio 2017. L’ex sindaca sui social: “Mi è stato più volte chiesto di chiudere in maniera bonaria, ma volevo arrivare all'ultimo grado di giudizio”

20 giugno 2024
Virginia Raggi, ex sindaca di Roma

Virginia Raggi, ex sindaca di Roma

Confermata in Cassazione la condanna per diffamazione a Vittorio Feltri e all'allora direttore di Libero, Pietro Senaldi, per diffamazione ai danni dell'ex sindaca di Roma Virginia Raggi. Al centro della vicenda era finita la prima pagina pubblicata dal quotidiano il 10 febbraio 2017 dal titolo 'Patata bollente'. I supremi giudici della quinta sezione hanno rigettato i ricorsi presentati dai due giornalisti, confermando la sentenza della Corte di appello di Catania che li aveva condannati a una multa di circa 11mila euro. ''La questione ora si sposta sul giudice civile per quantificare il risarcimento del danno'' annuncia il legale di Raggi, l'avvocato Alessandro Mancori.

“Vi ricordate l'articolo che mi riservò Libero dal titolo 'patata bollente’? Nonostante i tentativi di argomentare e minimizzare in ogni grado di giudizio, anche la Cassazione oggi ha confermato quanto già stabilito sia dal Tribunale che dalla Corte d'Appello: quell'articolo dal contenuto sprezzante, sessista ed ingiustamente lesivo della mia reputazione ed onore è stato correttamente valutato come diffamazione aggravata – scrive sui social Raggi – Mi è stato più volte chiesto di chiudere in maniera bonaria, ma non l'ho fatto, volendo giungere all'ultimo grado di giudizio perché fosse cristallizzata la responsabilità penale di Feltri e Senaldi dai quali in questi anni non ho mai ricevuto alcun tipo di scusa. Ma non sono stata l'unica offesa da quelle parole. Tante persone, tantissime donne, si sentirono coinvolte. Voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà e affetto. È una vittoria di tutti".