Pillola dei cinque giorni dopo anche alle minorenni senza ricetta: non è un farmaco abortivo

di MARIANNA GRAZI -
22 aprile 2022
Aifa, svolta sulla gratuità della pillola anticoncezionale

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Le ragazze sotto i 18 anni possono continuare ad acquistare la pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta. A stabilirlo è il Consiglio di Stato, che ha confermato la sentenza del Tar del Lazio di giugno 2021 e ha respinto i ricorsi di alcune associazioni "pro vita". Una decisione che conferma anche le indicazioni dell'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa), che fin dall'ottobre del 2020 si era espressa a favore della vendita del farmaco contraccettivo EllaOne senza prescrizione medica anche alle minorenni.

Un farmaco contraccettivo e non abortivo

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EllaOne, o pillola dei cinque giorni dopo, è un farmaco "anticovulatorio", ovvero che previene l'impianto dell'embrione

La motivazione data dai giudici è che la contraccezione d’emergenza "non va confusa con l’interruzione volontaria di gravidanza". La pillola, infatti, "non è un farmaco abortivo" ma la si può considerare un "farmaco da banco" il cui meccanismo d’azione è "antiovulatorio". La differenza fondamentale alla base, insomma, è tra medicinale abortivo e contraccettivo. EllaOne contiene ulipristal acetato, una sostanza che agisce prima dell'impianto dell’embrione e "Dagli studi scientifici che sono alla base della determina – scrivono i giudici – risulta che il farmaco 'ElleOne' non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza". In sostanza "Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile" perché "non viene in rilievo un atto medico somministrato ad un paziente" bensì la volontaria assunzione di un medicinale d'emergenza.

Un farmaco da banco senza prescrizione

Il nuovo regime stabilito per la pillola dei cinque giorni dopo (come, in precedenza, per quella del giorno successivo al rapporto sessuale Norlevo) dall'Agenzia italiana per il farmaco nel 2020 aveva scatenato le proteste delle associazioni pro vita, tra cuiMedici Cattolici Italiani, Family Day, Associazione Pro Vita e Famiglia, Movimento per la Vita Italiano. Queste contestavano la decisione di aprire anche alle under 18 la possibilità di acquistare il farmaco senza ricetta medica; tra le motivazioni portate avanti in tribunale c'era appunto quella riguardante una possibile violazione del diritto del minore ad una corretta informazione e del diritto di chi esercita la responsabilità genitoriale a sostituirsi ad esso. "Col venir meno della prescrizione viene venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina", sostenevano le associazioni. Per il Consiglio di Stato, invece, al pari degli altri farmaci da banco, per EllaOne è necessario solo decidere la volontaria assunzione perché facendo "diversamente, opinando ogni farmaco da banco richiederebbe l'attivazione del meccanismo di tutela del minore con la contestuale prestazione di consenso da parte dei genitori o di chi ne fa le veci". Secondo i giudici dunque, il consenso dei genitori o di che ne fa le veci frustrerebbe la libertà sessuale della minore e per questo non può essere richiesto obbligatoriamente.