La malattia rara non ferma l’amore tra Anna e Giovanni: dopo 45 anni si sposano in ospedale

La decisione dopo la diagnosi della sindrome di Guillain-Barré: “Sposiamoci qui alla clinica, Anna. Non voglio più aspettare”. La cerimonia al Niguarda di Milano

di Redazione Luce!
19 dicembre 2024
Anna e Giovanni (al centro) durante il matrimonio al centro clinico Nemo di Milano

Anna e Giovanni (al centro) durante il matrimonio al centro clinico Nemo di Milano

Milano – Una storia d’amore iniziata 45 anni fa, che durante la malattia trova nuova forza e si concilia nel matrimonio. Giovanni e Anna si sono sposati nel Centro clinico Nemo dell’ospedale Niguarda di Milano dopo che a lui è stata diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré, una rara malattia autoimmune neurodegenerativa. Per la prima volta dopo mesi, Giovanni ha lasciato la sua camera in carrozzina per andare all’altare.

Circondati da familiari, figli e nipotini, gli sposi si sono scambiati le promesse, sostenuti dall'équipe clinica che ha condiviso con loro questo momento unico. Giovanni, siciliano trapiantato a Milano, è ricoverato al Centro Nemo da 6 mesi a causa della Guillain-Barré. “Aspettiamo, dicevo. Aspettiamo”, racconta Giovanni. Poi la sua vita subisce un cambiamento drammatico lo scorso marzo, quando una stanchezza inusuale si è trasformata in pochi giorni nell'impossibilità di muovere le gambe e crollare a terra al pronto soccorso dopo una “notte di calvario”.

Dopo un mese di coma è arrivata la diagnosi di Guillain-Barré e Giovanni viene trasferito al Centro Nemo di Milano, dove ha inizio per lui un intenso percorso di riabilitazione delle funzioni motorie, respiratorie e deglutitorie. “Il sorriso e la dedizione degli operatori mi hanno dato forza”, afferma Giovanni, sottolineando l'importanza delle relazioni che si sono create durante questo periodo. Il direttore clinico-scientifico del centro, Valeria Sansone, spiega che la Guillain-Barré è la prima causa di neuropatia acuta acquisita immunomediata, ma rassicura: “Nonostante il recupero preveda lunghi mesi di lavoro intenso, che vede impegnato in particolare il comparto riabilitativo, i risultati sono molto positivi. Ed è inevitabile che si creino legami che durano nel tempo, rendendo Nemo una seconda casa per le famiglie”.

Questa sindrome rara (con un'incidenza di 3-5 casi su 100mila abitanti l'anno) – riporta una nota – si manifesta quando il sistema immunitario produce anticorpi che attaccano la mielina, la guaina protettiva che riveste i nervi periferici. Una condizione che è caratterizzata da una paralisi ascendente e viene definita come un'urgenza neurologica, poiché la progressione dei sintomi può avvenire rapidamente, iniziando dai nervi periferici delle gambe e delle braccia, fino a coinvolgere i muscoli respiratori e quelli della deglutizione.

Durante il percorso di riabilitazione intensiva, il legame di amicizia e collaborazione tra pazienti e operatori crea un ambiente accogliente e solidale, che sostiene concretamente il processo di recupero e lascia un segno duraturo. In questo contesto, Giovanni, impegnato nella sua battaglia per riconquistare forza e autonomia, prende una decisione importante: fare del centro Nemo il luogo in cui mantenere una promessa speciale alla sua compagna di vita, Anna, con cui ha costruito una famiglia ricca d'amore.

“Sposiamoci qui, Anna. Non voglio più aspettare. Al Nemo mi sento al sicuro”, racconta Giovanni. Da queste parole nasce un’iniziativa straordinaria: il personale del centro si mobilita per organizzare un matrimonio unico e indimenticabile, con abiti eleganti, decorazioni curate e dolci prelibati. Per la prima volta dopo mesi, Giovanni riesce a lasciare la stanza numero 3, percorrendo il corridoio del centro per raggiungere la sua promessa. Così, lo scorso 12 dicembre, nella sala conferenze trasformata in un luogo pieno di emozioni, Giovanni e Anna si sono scambiati gli anelli davanti all'ufficiale civile del Comune di Milano, circondati dall’affetto e dalla gioia di chi ha condiviso questo momento.

È stato un giorno indimenticabile, carico di significato: il movimento della carrozzina lungo quel corridoio è diventato un simbolo di speranza e dell’immensa forza dell’amore, capace di affrontare anche le sfide più difficili. “L’amore è la forza più grande”, dice Giovanni, consapevole che la strada verso l’autonomia, resa complessa dalla sindrome di Guillain-Barré, è ancora lunga. Ma con Anna al suo fianco, è pronto ad affrontare ogni passo, un giorno alla volta, con fiducia e determinazione.