Posti letto negli ospedali, in Italia (e anche in Europa) sono sempre di meno: i dati

di DOMENICO GUARINO -
26 aprile 2022
posti letto ospedali

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Una parte della gestione della pandemia Covid, in Italia come nel resto d'Europa, si è basata sulla disponibilità di posti letto negli ospedali. Oltre una certa soglia di occupazione scattavano le chiusure. Che venivano viceversa evitate se non si raggiungeva il valore limite fissato dalle istituzioni sanitarie e dal ministero della Salute. In un modello del genere, la dotazione ospedaliera di letti/degenza nei reparti ordinari e nelle terapie intensive ha rappresentato e ancora rappresenta dunque un discrimine di fondamentale importanza, che ha immediate ricadute sulla società (le limitazioni e gli obblighi imposti ai cittadini) e sull’economia (chiusure, regolamentazione degli accessi, distanziamento della clientela, etc.).

I posti letto negli ospedali in Italia sono in calo (Foto Agi)

I posti letto in calo negli ospedali in Italia

Va da sé dunque che conoscere come si sia evoluto questo parametro negli anni riveste un’importanza quanto mai strategica, anche per valutare cosa fare nel prossimo futuro. Secondo i dati Eurostat, nel 2018, il numero di posti in ospedale era pari a  534, 1 ogni 100 mila abitanti. Un anno dopo, nel 2019, eravamo già a 531,94: in appena 12 mesi quindi si è registrato un calo (più di 2 posti in meno ogni 100mila abitanti). Il confronto diventa ancora più impietoso se si risale ai dati di 12 anni fa. Nel 2010 in Ue erano infatti disponibili mediamente 574,1 posti letto ogni 100mila abitanti nelle strutture ospedaliere. In particolare, in Italia, da 364,3 letti nel 2010 si è passati a 316,3 nel 2019 (-48,1).  Nel nostro paese, che già nel 2010 aveva una disponibilità inferiore rispetto alla media, il calo è stato più pronunciato che negli altri Paesi UE. È inoltre maggiore, nel 2019, lo scarto rispetto al resto d'Europa (nel 2010 c'era una differenza di circa 210 posti letto, nel 2019 questo dato è salito a 215,6).

Va detto che il momento in cui la forbice è stata più ampia è stato il 2014, quando la differenza era di 231 posti letto. Da allora si è verificata una graduale riduzione. Questo come valore assoluto.

I Paesi con più posti letto sono nel Nord Europa

Nonostante l’Unione europea promuova l’armonizzazione su questioni importanti come la sanità, sussistono tuttavia ancora differenze piuttosto notevoli tra gli stati membri. Ad avere più letti a disposizione sono soprattutto alcuni paesi dell’Europa settentrionale e centro-orientale. Nel 2019, il paese europeo che disponeva del numero più elevato di letti ospedalieri in rapporto alla popolazione era la Germania (791,5 posti ogni 100mila abitanti).  La seguivano la Bulgaria (774,1) e l'Austria (718,9). Mentre si posizionavano in fondo alla lista due paesi scandinavi: la Svezia, con 207,1 letti ogni 100mila abitanti, e la Danimarca, con 259,3. Se poi osserviamo i dati a livello nazionale, vediamo che sono pochi gli stati membri in cui invece la disponibilità è aumentata. Parliamo di Irlanda, Bulgaria, Romania e Portogallo.

Sono 4 su 27 i paesi Ue in cui, dal 2010 al 2019, la disponibilità di posti letto in ospedale è aumentata.  In Irlanda in particolare si è registrato un aumento notevole, pari al 14,3%, passando da circa 12mila posti letto nel 2010 a oltre 14mila nel 2019. Un andamento simile si è verificato anche in Bulgaria, dove si è passati da circa 50mila a 54mila letti in 10 anni (+10,3%). L'aumento è stato invece più contenuto in Romania e Portogallo (rispettivamente +1,5% e +1,2%), mentre in tutti gli altri stati membri dell'Ue c'è stato un calo. Quello di entità maggiore lo ha registrato la Finlandia, dove il numero di letti d'ospedale si è quasi dimezzato tra il 2010 e il 2019, passando da circa 31mila a appena 18mila unità.

Cali importanti si sono verificati anche nei Paesi Bassi (-23,5%) e in Danimarca (-22,3%). In Italia invece si è registrata una riduzione pari al 12,5% - il che la rende l'ottavo paese Ue sotto questo aspetto.

Il Molise è la regione in Italia con il calo più significativo dei posti letto

A livello territoriale italiano  la regione in cui il calo del numero di posti tra 2010 e 2019 è stato più pronunciato è il Molise, dove si è passati da 1.381 posti letto nel 2010 ad appena 907 nel 2019 (un calo del 34,3%). A seguire, la Calabria, passata da 6.324 a 4.723 letti (-25,3%) e la Puglia (-21,5%). La Sicilia rappresenta invece un'eccezione, con un calo di entità minore rispetto alla media nazionale (-8,9%). Per il resto, sono tutte settentrionali le regioni che hanno registrato i cali più contenuti - anche se la prima in questo senso è l'Umbria (-0,2% per 6 posti in meno).

In nessuna regione si è invece registrato un aumento.