Sono delusi i figli di Gisèle Pelicot dalle pene inflitte oggi ai 51 imputati nel processo degli stupri di Mazan, che si è chiuso con la condanna a 20 anni di carcere per il padre Dominique e pene dai 3 ai 13 anni per i 50 complici. Troppo lievi secondo un membro della famiglia Pelicot citato dall'agenzia France Presse. E dello stesso pensiero sono anche le manifestanti femministe radunate fuori dal tribunale di Avignone, arrivate a dimostrare sostegno nei confronti della vittima, alla notizia della sentenza hanno urlato slogan del tipo “Vergogna alla giustizia”.
Dal canto suo, Gisèle Pelicot, la vittima nel maxi-processo, ha detto di rispettare la sentenza dei giudici, criticata da alcuni come troppo morbida. “La rispetto”, ha dichiarato Pelicot, parlando dopo la decisione annunciata stamattina al Palazzo di Giustizia di Avignone. Poco prima, un membro della famiglia Pelicot aveva dichiarato che i tre figli, David, Caroline e Florian, erano rimasti “delusi” dalle pene pronunciate dai magistrati.
Proseguono i tanti messaggi di stima nei confronti della donna, diventata un simbolo di lotta. “La vergogna deve cambiare campo. Grazie, Gisèle Pelicot! – è il post su X del cancelliere tedesco Olaf Scholz, lodandone il “coraggio” per essere “uscita dall'anonimato” e “aver lottato per la giustizia”. Gisèle ha dato “alle donne una voce forte in tutto il mondo. La vergogna è sempre dell'autore del reato”, scrive Scholz. "Quanta dignità. Grazie, Gisèle Pelicot. Che la vergogna cambi campo” è il commento invece del premier spagnolo, Pedro Sánchez.
Intanto l’ex marito, Dominique Pelicot, “prende atto” della condanna alla pena massima e non esclude di fare appello: “Sfrutteremo il termine di dieci giorni che ci viene concesso per capire se fare appello”, ha detto l'avvocato di Pelicot, Béatrice Zavarro, precisando che nulla è stato ancora deciso.