Torneo di padel, mille euro per i maschi, due borse per le donne. "Rafforzati gli stereotipi"

di CAMILLA PRATO
20 novembre 2023
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Torneo di padel, anno domini 2023. O 1923, vista la disparità evidente di trattamento tra partecipanti. A scapito delle donne, ovviamente. Il centro sportivo Green Park di Bari ha infatti organizzato un trofeo da lunedì 20 novembre fino a domenica 26 e fin qui nessun problema. Se non che il montepremi maschile è di mille euro, mentre quello femminile... due borse marca Patrizia Pepe.

La discrepanza di montepremi

È quanto si legge nel volantino del centro (in cui appaiono anche i loghi della Federazione italiana tennis e padel, del Coni e di Sport e salute), con una più che evidente discrepanza di trattamento tra i riconoscimenti per vincitori e vincitrici. Che non è passata inosservata e ha scatenato le polemiche contro l'organizzazione della gara firmata "Allianz Ars".
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La locandina del trofeo, in corso dal 20 al 26 novembre, apparsa sui social

I tanti frequentatori e gli utenti che seguono la pagina Facebook del centro sportivo di via Fanelli, infatti, hanno sottolineato come questa disparità sia una "discriminazione di genere" e sottolineando anche che mettere in palio una borsa invece che denaro rafforzi "stereotipi" legati al gender gap e alla cultura maschilista e patriarcale che vuole le donne sempre sottomesse, sminuite a livello sociale ed economico. Critiche immediatamente silenziate, visto che i commenti sotto il post vengono sistematicamente disabilitati. Basta vedere quello pubblicato su Instagram il 9 novembre, dove sono scomparsi tutti quelli polemici contro il Green Park.

La replica degli organizzatori

"Perché non fate cambio? - chiedeva sarcasticamente una ragazza - Visto che il valore delle borse, a vostro dire, è maggiore, per le donne va benissimo il montepremi in palio di mille euro e agli uomini le borse. Abbattiamo gli stereotipi se non si vuole mettere in palio un montepremi uguale". Esatto, avete letto bene: secondo gli organizzatori del torneo di padel "in realtà le due borse valgono più del montepremi maschile", costando all’incirca 700 euro l’una. E allora perché non fare cambio, dando il premio materiale di maggior valore agli uomini e quello a loro dire meno prestigioso, il vil denaro, alle donne? Ma soprattutto, la vera domanda da porsi è: perché fare due premi differenti? Se lo chiede anche un giovane su Instagram: "Perché il montepremi femminile ha un valore così diverso da quello maschile? Perché questa disparità? Io proprio non capisco".
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Gli organizzatori hanno cancellato i commenti negativi e limitato le interazioni ai post

"Tra l’altro, per il torneo femminile non si raggiunge neanche il numero minimo di partecipanti, alla fine ci sarà solo quello maschile", continua però la direzione del centro giustificando la propria scelta. Dicono di non sapere "cosa la gente abbia pensato", parlano della selezione dei montepremi come "positiva, più bella e con valore" e concludendo con un innocente: "non si sa perché sia stata travisata” perché “pensavamo potesse piacere”. No, non è piaciuta, non ci piace.

Le donne che giocano a padel sono una minoranza

Sulla vicenda è intervenuto il presidente del Comitato Regionale FIT Puglia, Francesco Mantegazza, il quale ha sottolineato: "Il torneo è stato approvato dalla Federazione italiana tennis e padel. E i circoli hanno la possibilità di mettere a disposizione sia montepremi in denaro, sia in natura. Questo sport è in crescita. Ma, ad oggi, soprattutto a livello agonistico, le donne che fanno questo sport sono in ogni caso una minoranza rispetto agli uomini. Per questo - aggiunge - più che polemiche sulla disparità di genere, mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse affrontato questo tema, con l'obiettivo di mettere in atto, insieme, operazioni a livello federale che possano far incrementare questo numero. Queste polemiche, al contrario, non sono per niente costruttive".
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Per il presidente della federazione locale il problema non è la disparità di trattamento quanto il fatto che le donne che giocano sono in minoranza

Costruttive o meno non si poteva certo lasciar correre l'ennesimo caso di discriminazione di genere, in cui le donne invece di essere incentivate a partecipare, come vorrebbe lo stesso Mantegazza, con riconoscimenti e premi uguali a quelli dei colleghi sportivi uomini, né più né meno di loro, vengono invece trattate diversamente, a sottolineare un'estraneità rispetto al contesto in cui si trovano a operare, a vivere. A loro spetta la borsetta, da sfoggiare magari al prossimo incontro con le amiche o all'appuntamento galante con il marito o il fidanzato. L'oggetto che oggettivizza a sua volta. E, ancora una volta, discrimina.