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Violenza: dopo il caso Cecchettin meno indifferenza. "Più segnalazioni da parte di persone esterne alla coppia "

L'ordine degli assistenti sociali registra una maggior presa di coscienza sul tema della violenza: gli ultimi episodi di cronaca pare abbiano contribuito ad abbattere il muro dell'indifferenza

di SOFIA TULI -
1 febbraio 2024
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La violenza non passa inosservata, o almeno non sempre e non del tutto. "Il sorriso di Giulia è impresso in modo indelebile nel cuore di tutti. La giornata di domani sarà occasione per ricordarla, ma anche per tornare a riflettere su un tema davvero ineludibile e per rielaborare il percorso fatto da novembre a oggi". Sono le parole riportate dall'Ansa di Mirella Zambello, Presidente dell'Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto, sulla giornata di domani, quando verrà conferita ai familiari di Giulia Cecchettin la laurea alla sua memoria. Ma l'intervento di Zambello va avanti e sottolinea un elemento sociale interessante, conseguenza del caso Cecchettin e del clamore che ha per ovvi motivi scatenato.
 

Una nuova sensibilità sulla violenza

"Si è detto più volte che a seguito dell'ondata di commozione suscitata da questo terribile episodio di cronaca, grazie anche all'impegno della famiglia di Giulia, sta nascendo una nuova sensibilità - sottolinea - . Se pare irrealistico pensare che un autentico cambio culturale reale possa consolidarsi in poche settimane, tuttavia, anche noi come assistenti sociali abbiamo registrato una nuova presa di coscienza sul tema della violenza di genere: sono in aumento le segnalazioni da parte di persone esterne alla coppia". Zambello cita il caso "di vicini di casa che consideravano la violenza quasi un fatto privato, un tema di cui non dovevano interessarsi direttamente, e che ora ci chiedono come muoversi o come intervenire". Avete presente il famoso proverbio: "Tra moglie e marito non mettere il dito", che sostanzialmente invitava a non intromettersi nelle altrui faccende? Ecco, non vale più. Per fortuna, è il caso di aggiungere. Si perché quella che viene percepita come banale discrezione, delicatezza nei confronti dei problemi degli altri - che, chiariamo, in altri casi è sacrosanta - spesso si traduce in indifferenza, noncuranza, che a volte può essere decisamente pericolosa. Non solo perché spesso è un sentimento che ci toglie umanità, ma anche e soprattutto perché intervenire può rivelarsi salvifico. Di fronte a ogni tipo di violenza.
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Elena e Giulia Cecchettin. La più giovane delle sorelle (sulla dx) è stata uccisa a 22 anni dall'ex fidanzato l'11 novembre

Novità per i medici di base

"Va nella giusta direzione - aggiunge la vicepresidente Jessica Spader - anche la campagna promossa dalla consigliera di parità della Provincia di Treviso nei confronti dei medici di base, invitati a informare i loro pazienti sia sui servizi antiviolenza dedicati alle vittime, sia sullo spazio di ascolto dedicato agli uomini che agiscono violenza, per accompagnarli in un percorso di cambiamento. Un progetto promosso con il patrocinio dell'Ordine, che lo ha indicato come buona prassi. Fra le iniziative che vedono l'adesione degli assistenti sociali del Veneto, anche il progetto Orphan of Feminicide che promuove percorsi a sostegno delle vittime di femminicidio e delle famiglie affidatarie". In Veneto, conclude Zambello, molto è stato fatto "e molto si sta facendo sia sul fronte della sensibilizzazione sia sul fronte della presa in carico delle vittime, è necessario però contare su risorse strutturali e su un impegno di tutti nel tempo, per far sì che, scemata l'emozione collettiva, non si torni indietro, ma si compiano altri significativi passi nella lotta alla violenza contro le donne". Ma per raggiungere l'auspicato cambiamento culturale, è fondamentale che certi passi avanti vengano fatti anche in altre regioni di Italia. Soprattutto in quelle più indietro in termini di opportunità, dove ci sono realtà ancora attaccate a certi costrutti e retaggi sociali. Dove vige ancora la regola non scritta del "non mi intrometto".

L'esempio concreto

Quella che per fortuna è stata ignorata dalla signora che a dicembre scorso, dopo la morte di Giulia Cecchettin, fece arrestare un uomo che minacciava l'ex compagna. Vi ricordate? Era successo a Roma. Su un bus. L'uomo stava minacciando la sua ex compagna al telefono, insultandola e rivolgendole accuse pesanti. Ma una donna ha registrato tutta la conversazione e lo ha fatto arrestare. La donna, poco dopo aver sentito e poi registrato la chiamata, ha immediatamente allertato i carabinieri. Nel suo racconto riferiva che, mentre si trovava sull’autobus, aveva sentito un ragazzo pronunciare al telefono frasi minacciose nei confronti della ex compagna: nello specifico, la stava accusando di non dargli la possibilità di vedere la loro bambina di pochi anni. A quanti di noi è successo di voltarsi dall’altra parte per paura o semplicemente indifferenza. A tutti almeno una volta nella vita. Ecco perché ognuno di noi avrebbe qualcosa da imparare da questo episodio. Anzi, la speranza è che sia veramente così.