Attiviste di 80 anni rompono la teca della Magna Carta, alla British Library di Londra. La disobbedienza non ha età

Hanno 82 e 85 anni, fanno parte del gruppo ecologista Just Stop Oil. Armate di martello e scalpello hanno provocato una crepa nella teca che contiene il prezioso documento, prima di essere fermate dalla sicurezza

di SOFIA TULI -
11 maggio 2024
Londra, due attiviste ultraottantenni rompono la teca della Magna Carta (frame)

Londra, due attiviste ultraottantenni rompono la teca della Magna Carta (frame)

Hanno entrambe più di 80 anni e fanno parte del gruppo ecologista radicale Just Stop Oil. Insieme, armate di martello e scalpello, hanno rotto la teca che custodisce una preziosa copia della Magna Carta alla British Library di Londra.

Nel video, diventato virale nelle ultime ore, si vedono la reverenda Sue Parfitt, 82 anni, e Judy Bruce, 85 anni, insegnante di biologia in pensione, colpire il vetro fino ad aprire una crepa, senza provocare danni al documento.

Subito dopo, tra gli sguardi attoniti dei presenti e dei vigilanti, hanno esposto uno striscione con la scritta “Il governo sta infrangendo la legge” prima di essere fermate dagli addetti alla sicurezza della biblioteca. Parfitt ha dichiarato “La Magna Carta è giustamente venerata, essendo di grande importanza per la nostra storia, per le nostre libertà e per le nostre leggi. Ma non ci sarà libertà, né legalità, né diritti se permettiamo che il collasso climatico diventi la catastrofe che è ora minacciata”. 

Bruce ha poi aggiunto: "Questa settimana 400 rispettabili scienziati hanno affermato che siamo 'tristemente impreparati' per ciò che sta per accadere: 2,5 o più gradi di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali. Invece di agire, il nostro governo disfunzionale è come le tre scimmie: "non vedere, non sentire, non dire nulla", fingendo di avere 25 anni di tempo. Non è così. Dobbiamo abbandonare la nostra dipendenza dal petrolio e dal gas entro il 2030 - a partire da ora".

La prima copia della Magna Carta venne firmata nel 1215 da re Giovanni Senzaterra, sotto la pressione dei suoi baroni, riconoscendo per la prima volta che nessuno è al di sopra della legge (compreso il sovrano) e che ognuno ha diritto a un processo equo. Di quell'atto fondamentale nella storia britannica ne restano quatto copie, due custodite nella British Library e le restanti nelle cattedrali inglesi di Lincoln e Salisbury.