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Home » Lifestyle » “Anche le statue parlano”: le opere d’arte dell’antichità da ascoltare per chi non le può vedere

“Anche le statue parlano”: le opere d’arte dell’antichità da ascoltare per chi non le può vedere

Due giovani attori e un cantautore d'eccezione prestano la loro voce alle statue e alle opere d'arte di alcuni musei archeologici e dell'antichità, in uno spettacolo pensato soprattutto per persone non vedenti o ipovedenti

Marianna Grazi
27 Ottobre 2021
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Gli appassionati di cinema ricorderanno sicuramente i film, con l’indimenticato Robin Williams, della serie “Una notte al museo”, nei quali appunto in orario notturno le opere d’arte, sculture, cere, riproduzioni e quant’altro, prendono magicamente vita. Magia a parte, cosa provereste se la testa di Caligola custodita al museo d’antichità “J.J.Winckelmann” di Trieste iniziasse a parlare? E se la stele funeraria di Bassilla, conservata al museo archeologico di Aquileia, declamasse a gran voce quel che riporta inciso? O se a chiaccherare tra loro fossero gli sposi del sarcofago del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma? Quali storie vi aspettate di sentire?

Un momento dello spettacolo

Non è pura immaginazione, bensì quello che prova a fare il progetto “Anche le statue parlano”, con l’intento di collegare passato e futuro, archeologia e tecnologia e mettere a disposizione il patrimonio artistico italiano anche a chi non lo può ammirare. Si tratta infatti di un vero e proprio viaggio indietro nel tempo nella storia dell’arte, a beneficio di un pubblico che raramente è abituato a frequentare musei di antichità. Le statue e le opere più importanti dei centri coinvolti assumono così la voce di giovani attori under 35 e cantati, e raccontano attraverso questi la loro storia, in un percorso pensato in particolare per i visitatori non vedenti e ipovedenti, che possono così conoscere e apprezzare le vicende e le leggende che si celano dietro i capolavori.

Il progetto ha preso il via il 9 ottobre scorso con un’anteprima assoluta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, dove sabato 30 ottobre sono in programma tre repliche. L’archeologa del museo, Vittoria Lecce, condurrà la visita, con i giovani attori Irena Goloubeva e Alessandro Lupi e il cantautore Edoardo De Angelis come ‘voci’ delle opere. I testi sono redatti dallo stesso De Angelis, uno dei nomi più noti della canzone d’autore italiana, che si cimenta in alcune tappe del percorso in brani strettamente legati alla ‘storia’ delle statue. Durante l’anteprima invece, ad accompagnarlo insieme ad Alessandro Lupi, c’è stata Silvia Morigi.

Edoardo De Angelis

Le registrazioni, una volta conclusa l’esperienza, restano a disposizione dei distretti museali che le inseriscono nei loro sistemi di diffusione audio in favore del pubblico. Perché anche chi non può assistere alla performance possa godere in futuro dell’arte racchiusa in questi scrigni preziosi.

Il progetto, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia ed organizzato da A.C.CulturArti in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, è stato avviato con l’“animazione” di alcuni capolavori dell’antichità conservati presso i citati poli di Aquileia, Trieste e Roma, ma anche nel museo archeologico di Udine, nel museo Egizio di Monaco di Baviera (in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco) e nel museo nazionale e nel Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli (UD). In ognuno di essi verrà realizzato uno spettacolo dal vivo con un percorso della durata di 60 minuti circa, con successive repliche.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Gli appassionati di cinema ricorderanno sicuramente i film, con l'indimenticato Robin Williams, della serie "Una notte al museo", nei quali appunto in orario notturno le opere d'arte, sculture, cere, riproduzioni e quant'altro, prendono magicamente vita. Magia a parte, cosa provereste se la testa di Caligola custodita al museo d'antichità "J.J.Winckelmann" di Trieste iniziasse a parlare? E se la stele funeraria di Bassilla, conservata al museo archeologico di Aquileia, declamasse a gran voce quel che riporta inciso? O se a chiaccherare tra loro fossero gli sposi del sarcofago del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma? Quali storie vi aspettate di sentire?
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Non è pura immaginazione, bensì quello che prova a fare il progetto "Anche le statue parlano", con l'intento di collegare passato e futuro, archeologia e tecnologia e mettere a disposizione il patrimonio artistico italiano anche a chi non lo può ammirare. Si tratta infatti di un vero e proprio viaggio indietro nel tempo nella storia dell'arte, a beneficio di un pubblico che raramente è abituato a frequentare musei di antichità. Le statue e le opere più importanti dei centri coinvolti assumono così la voce di giovani attori under 35 e cantati, e raccontano attraverso questi la loro storia, in un percorso pensato in particolare per i visitatori non vedenti e ipovedenti, che possono così conoscere e apprezzare le vicende e le leggende che si celano dietro i capolavori. Il progetto ha preso il via il 9 ottobre scorso con un'anteprima assoluta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, dove sabato 30 ottobre sono in programma tre repliche. L'archeologa del museo, Vittoria Lecce, condurrà la visita, con i giovani attori Irena Goloubeva e Alessandro Lupi e il cantautore Edoardo De Angelis come 'voci' delle opere. I testi sono redatti dallo stesso De Angelis, uno dei nomi più noti della canzone d'autore italiana, che si cimenta in alcune tappe del percorso in brani strettamente legati alla 'storia' delle statue. Durante l'anteprima invece, ad accompagnarlo insieme ad Alessandro Lupi, c'è stata Silvia Morigi.
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