Quando si dice la forza (e la chiarezza) dei numeri.
Le aree urbane coprono oggi quasi il 3% della superficie del Pianeta, producono oltre
il 70% delle emissioni di carbonio e più del 50% dei rifiuti a livello globale,
consumano tra il 60% e l’80% dell’energia e il 75% delle risorse naturali (alimenti e acqua).
Crescono le città e diminuiscono gli spazi verdi
Cifre per altro destinate ad aumentare nei prossimi anni. E mentre
l’espansione urbana cresce a dismisura in tutto il mondo
gli spazi verdi vengono continuamente attaccati e ‘consumati’. Al punto che, in
Italia, oramai, ironia della sorte, cresce più il cemento della popolazione:
impermeabilizzazione e cementificazione sono progredite negli ultimi 3 anni con una media di
19 ettari al giorno (l’equivalente di 26,5 campi da calcio).
Le conseguenze sull'uomo e sulla natura
Il risultato di queste dinamiche sono la perdita spesso irreversibile non solo di aree naturali selvatiche ma anche di aree agricole, (con seri rischi per la sicurezza alimentare), la crisi degli ecosistemi e le ricadute negative sulla salute dell’uomo. Si pensi che nelle città italiane, negli ultimi 43 anni, gli eventi meteorologici estremi hanno portato oltre 22.000 morti complessivi e
100 miliardi di euro di danni economici. Di contro si stima che
l’aumento del verde complessivo potrebbe
evitare fino a quasi 43.000 morti all'anno nelle città europee.
L’aumento del verde complessivo potrebbe evitare fino a quasi 43.000 morti all'anno nelle città europee
Insomma, dice il
WWF, "le aree verdi urbane rappresentano sempre di più una risorsa fondamentale per la sostenibilità e la qualità della vita delle persone in città. Lo dimostrano numerose ricerche scientifiche sulla relazione tra spazi verdi, qualità della vita e mortalità nelle aree urbane, confermando l'effetto positivo degli spazi verdi sulla salute mentale dei cittadini e sulla riduzione della mortalità. Oggi
il 99% della popolazione nel mondo respira aria inquinata che supera i limiti di qualità stabiliti dall'OMS, con gravi effetti sulla nostra salute. L
’Italia è il primo Paese in Europa per morti attribuibili all'inquinamento atmosferico, soprattutto per tumori da esposizione alle polveri sottil" PM2,5.” I dati sono contenuti nel nuovo report dell’associazione “Persone, città e natura. Rinnovare l’ambiente urbano e migliorare la nostra salute” lanciato in occasione dell’iniziativa di Urban Nature che, con lo slogan “La Natura si fa cura”, che si svolgerà il 7 e 8 ottobre.
Le soluzioni proposte dall'Oms
Le soluzioni ci sono, dice il WWF: “L’OMS ha proposto una formula, supportata da numerosi studi scientifici, per garantire una “adeguata dose di natura” alle persone: la regola del 3-30-300, ossia
3 alberi tra ogni casa, 30% di copertura arborea in ogni quartiere, 300 metri di distanza massima da un parco o da uno spazio verde per ogni cittadino. In Italia, nelle metropoli c’è ancora troppo poco verde e spesso poco curato e molto frammentato”.
In Italia, nelle metropoli c’è ancora troppo poco verde e spesso poco curato
"Serve un piano nazionale del verde urbano"
Per il WWF, serve innanzitutto “Un piano nazionale del verde urbano per la riforestazione delle città che preveda una progettazione sostenibile e adeguati programmi di manutenzione, dove tutti devono fare la loro parte: istituzioni, aziende e cittadini”. Secondo i dati della Commissione europea, nel nostro Paese infatti,
oltre il 20% della popolazione non ha accesso alle aree verdi e nonostante questo
il Governo ha operato un taglio di 110 milioni sui 530 previsti per la riforestazione urbana stanziati dal PNRR. “L'attuale modello di espansione urbana non è più sostenibile. Uno degli obiettivi (11.7) dell’ONU per lo sviluppo sostenibile (SGDs) è proprio legato a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili anche attraverso lo sviluppo e l’accesso a più aree verdi. Per raggiungerlo dobbiamo ridare spazio alla natura, che deve essere concepita come vera e propria "infrastruttura" strategica per comunità e territori sani e resilienti. La creazione di spazi verdi ben progettati, ben curati e lo stimolo all’uso da parte delle persone possono effettivamente portare ad una triplice vittoria: sostenibilità ambientale, salute pubblica ed equità sociale” conclude il WWF.