Hanno fatto nascere 9mila bambini in 30 anni con la procreazione assistita aiutando mamme e papà a realizzare il proprio sogno: mettere al mondo un figlio.
"Negli anni i nostri bambini sono venuti a trovarci, è emozionante vederli diventare adulti. A settembre alla festa del nostro trentennale c’erano più di 500 persone" racconta Claudia Livi, direttore sanitario del Centro Demetra, nato nel 1994 per accompagnare gli aspiranti genitori in un cammino che non è sempre facile.
Chi sono i vostri pazienti?
"Uomini e donne che hanno problemi di fertilità o che hanno trovato la persona giusta troppo tardi. Vengono da noi soprattutto per ricorrere alla procreazione assistita. Ma è in aumento anche il numero di chi vuole crioconservare gli ovociti o gli spermatozoi: di solito sono persone che vogliono rimandare la gravidanza perché si trovano ad attraversare un momento di vita particolare o perché non hanno ancora trovato il compagno o compagna. In questo modo, con il congelamento, non si perde la possibilità di farlo in futuro e si ’preserva’ la propria fertilità".
Come è cambiata l’età di chi si rivolge a voi?
"Trenta anni fa erano persone in media di 32 anni, oggi ne hanno 36, molto più alta rispetto all’età media certificata da Istat che si aggira attorno ai 31. Ma ci sono tante donne più adulte: abbiamo accompagnato al parto cinquantenni, età limite in cui noi effettuiamo cicli di trattamento con ovuli donati. L’età, lo mettiamo sempre in chiaro, è sicuramente un fattore che può condizionare l’esito di una pma. Con l’aumentare degli anni diminuiscono infatti statisticamente le probabilità di una gravidanza clinica. Sono dinamiche che abbiamo visto cambiare tanto dal 1994 ad oggi".
Perché oggi si tende a rimandare il concepimento?
"I motivi possono essere tanti e spaziano da quelli legati al lavoro o allo studio a quelli personali e con l’avanzare dell’età le possibilità diminuiscono. Di solito le coppie, dopo un paio di anni in cui hanno rapporti senza l’uso di contraccettivi, capiscono di avere un problema e chiedono aiuto a noi. Il nostro obiettivo è quello di offrire una possibilità in più a queste persone".
Oltre all’età, ci sono anche persone giovani magari con problemi di fertilità?
"Sì. Ci tengo a sottolineare che le cause sono al 35% maschili e al 35% femminili. Il restante 30% riguarda o entrambi o è derivante da cause su cui la scienza non riesce ancora a fare luce".
Quali sono le possibilità di successo di una pma?
"Le percentuali variano a seconda degli anni: si va dal 38-40% per le under 35 al 15% per le over 41".
Qual è il caso che ha seguito e l’ha emozionata di più?
"Ce ne sarebbero tanti ma uno dei primi di cui mi sono occupata mi ha colpito particolarmente. I genitori avevano problemi di infertilità, dopo un ciclo di fecondazione assistita riuscirono ad avere una bimba che però ha sviluppato una malattia genetica di cui erano portatori senza saperlo. Purtroppo la piccola morì. Non si diedero per vinti e tornarono da noi: ora hanno due figli di 11 e 8 anni".
Cosa si augura per il futuro?
"Che si faccia più informazione. Non tutti sono a conoscenza che la possibilità di avere un figlio diminuisce drasticamente con l’avanzare dell’età".