Australia, donna trans eliminata sul social per sole utenti femmine: è discriminazione

I giudici della Corte federale d’Australia hanno stabilito che Roxanne Tickle è stata trattata ingiustamente su Giggle for Girls e che deve essere risarcita. È la prima sentenza in base alla legge sull’identità di genere

24 agosto 2024
Roxanne Tickle

Roxanne Tickle lascia la Corte Federale d'Australia a Sydney (Ph. AAP/Dean Lewins/Reuters)

Roxanne Tickle è stata discriminata e per questo dovrà essere risarcita. Per chi non sapesse di chi stiamo parlando si tratta di una donna transgender il cui profilo era stato arbitrariamente e improvvisamente eliminato dal social per sole donne “Giggle for Girls”. Venerdì un tribunale australiano ha stabilito che questa azione compiuta dai gestori della piattaforma costituisce una discriminazione. Si tratta di una sentenza storica sul tema dell’identità di genere nel Paese.

Nel 2022 Tikle ha citato in giudizio l’applicazione australiana e la fondatrice Sally Grover per discriminazione illegale dell'identità di genere nei suoi servizi, affermando che quest’ultima ha revocato il suo account dopo aver visto la sua foto e “l’ha considerata un maschio”. La Corte federale, la seconda più importante d'Australia, ha ordinato a Giggle for Girls di pagare a Tickle 10.000 dollari australiani (6.700 dollari) più le spese legali, ma ha rifiutato di ordinare all'azienda di presentarle scuse scritte, come invece la donna aveva chiesto. “La richiesta di Tickle di discriminazione diretta dell'identità di genere viene respinta, ma la sua richiesta di discriminazione indiretta viene accolta”, ha dichiarato il giudice Robert Bromwich.

Il caso segna una prima volta importante in cui la Corte federale si è pronunciata sulla discriminazione basata sull’identità di genere dopo le modifiche apportate alla legge sulla discriminazione sessuale nel 2013. “Questa decisione è una grande vittoria per le donne transgender in Australia”, ha dichiarato la professoressa Paula Gerber della Facoltà di Giurisprudenza della Monash University parlabndo con la Cnn. “Questo caso invia un chiaro messaggio a tutti gli australiani: è illegale trattare le donne transgender in modo diverso dalle donne cisgender. Non è lecito decidere se una persona è una donna in base al suo aspetto femminile”, ha aggiunto Gerber.

E pensare che “Giggle for Girls” è stato commercializzato come “spazio sicuro” per le donne per discutere e condividere le loro esperienze e aveva circa 20.000 utenti nel 2021, come risulta dai documenti del tribunale. Anche a causa della denuncia ha sospeso le attività nel 2022, ma dovrebbe essere rilanciato a breve, secondo la fondatrice Sally Grover. Ma Bromwich ha ribattuto che la piattaforma social considera solo il sesso alla nascita come base valida su cui una persona può affermare di essere un uomo o una donna. Così la protagonista della vicenda, assegnata maschio sul certificato anagrafico ma affermatasi poi come donna dopo l’intervento chirurgico di conferma del sesso e l’aggiornamento dei documenti, è stata esclusa solo sulla base di dati ormai obsoleti e non più validi.

“Purtroppo abbiamo subìto la decisione che avevamo previsto. La lotta per i diritti delle donne continua”, ha dichiarato Grover in un post su X. Tickle ha definito il verdetto “curativo” e ha spiegato di aver ricevuto commenti d’odio online e che addirittura è stato creato del merchandising appositamente per deriderla. “C'è così tanto odio e bile lanciato contro le persone trans e di genere diverso semplicemente per quello che siamo”.