Il gesto rivoluzionario di Claudette Colvin rivive a Milano

La ragazzina nera rifiutò di cedere il posto a un bianco in autobus, lo stesso gesto che mesi dopo ripeté Rosa Parks. Dopo 69 anni “Noire”, al Meet, immerge gli spettatori in quell’azione di protesta

di GIOVANNI BOGANI -
9 febbraio 2024
Claudette Colvin, 15 anni, finita in carcere per non aver ceduto il posto in auto a una donna bianca

Claudette Colvin, 15 anni, finita in carcere per non aver ceduto il posto in auto a una donna bianca

Dopo il successo riscosso al Centre Pompidou di Parigi e dopo essere stata presentata al Tribeca Film Festival di New York, arriva in Italia, al Meet di Milano, “Noire”. Un’installazione in realtà aumentata, che permette agli spettatori di rivivere il gesto rivoluzionario compiuto, nel marzo 1955, da una studentessa americana di 15 anni, Claudette Colvin.

Un'illustrazione di Claudette Colvin
Un'illustrazione di Claudette Colvin

In quel marzo 1955 a Montgomery, in Alabama, una ragazzina nera si rifiutò di cedere il proprio posto nell’autobus a una persona bianca, nonostante le minacce. Per questo fu arrestata, ma decise di dichiararsi non colpevole e di citare in giudizio la città. Un gesto epocale, che fu seguito – nove mesi dopo, e sempre a Montgomery, Alabama – da quello di Rosa Parks, che dette il via al movimento per i diritti civili delle persone di colore.

“Noire” al Meet di Milano 

La locandina della mostra "Noire"
La locandina della mostra "Noire"

L’installazione, nella sala immersiva aperta da martedì a domenica dalle 15.00 alle 19.00, è fruibile in gruppi di dieci persone; ad ogni visitatore vengono forniti un paio di occhiali AR Hololens, che permettono di vedere in contemporanea reale e virtuale, e cuffie. Le persone entrano in un set di 250 metri quadri arricchito da figure virtuali e oggetti che riproducono luce, vento, vibrazioni. In pratica, entreranno in quella storia avvenuta in Alabama negli anni ’50. Sentiranno sulla propria pelle che cosa significasse essere una persona di colore nell’America di quegli anni.

Il gesto di Claudette Colvin

Ma vediamo, esattamente, che cosa successe. Il 2 marzo 1955 Claudette Colvin aveva 15 anni, e sognava di studiare Legge, mentre in America la segregazione razziale divideva la popolazione. Stava tornando da scuola, come ogni giorno, in autobus. Sedeva in uno dei posti “for colored”, per le persone di colore. L’autista, bianco, le chiese di alzarsi e lasciare il suo posto, dopo che una donna bianca si era rifiutata di sedersi nel posto libero, dall’altra parte del corridoio, finché c’era vicino lei. Claudette si rifiutò, l’autista chiamò la polizia, che trascinò la ragazza fuori dal bus e la arrestò. Fu condotta in una prigione per adulti.

Claudette Colvin
Claudette Colvin

Claudette – che, all’epoca, era incinta, e ben difficilmente poteva attirare le simpatie di un giudice – fu condannata in primo e secondo grado. Fu costretta ad abbandonare gli studi, non divenne mai un avvocato, si guadagnò da vivere lavorando come infermiera. La sua battaglia non si era consumata invano: nel 1956 la Corte suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionali le leggi che imponevano la segregazione sugli autobus in Alabama.

Ma, paradossalmente, la sua condanna non è stata mai annullata, per 66 anni. Solamente nel 2021, il tribunale dei minorenni della contea di Montgomery, la Montgomery Juvenile Court, ha cancellato la sua condanna.