“Quando un fratellino?” Paola Turani, lo sfogo social: “Domande che possono riaprire ferite”

La nota influencer si rivolge agli utenti cercando di sensibilizzare sul tema dell’infertilità e invitando a prestare più attenzione a temi sensibili e privati, evitando curiosità inopportune

di Redazione Luce!
22 gennaio 2025
Paola Turani (Instagram)

Paola Turani (Instagram)

Ma quando lo fai un figlio? E un fratellino o una sorellina per il tuo bambino? Ma quella pancia nasconde qualcosa? Difficile quantificare il numero delle donne a cui almeno una volta nella vita è stata posta una domanda simile. E difficile comprendere cosa ci spinga a rivolgere questi interrogativi alle persone che non conosciamo (o che conosciamo).

Quando poi si tratta di personaggi famosi o influenti, tendiamo spesso ad avere la presunzione di poter invadere la loro privacy. Sebbene la maggior parte delle personalità del web tendano a condividere con gli utenti momenti spesso molto intimi e privati delle loro vite, questo non implica che dovremmo arrogarci il diritto di commentare le loro scelte oppure dar loro consigli non richiesti. 

Lo sfogo di Paola Turani 

È questa la riflessione a cui invita l’influencer e modella Paola Turani con un appello su Instagram rivolto ai suoi follower. 

“Tra tutti i messaggi molto belli che ho ricevuto – esordisce la 37enne bergamasca facendo riferimento al video di suo figlio che gioca con il cane – mi sono soffermata su alcuni commenti (‘Ha bisogno di un fratellino!’) che mi hanno fatta riflettere, portandomi a interrogarmi sul futuro della nostra famiglia”. Quattro anni fa Turani aveva raccontato sui social delle difficoltà incontrate prima e durante la prima gravidanza, sensibilizzando sul tema dell’infertilità

“Quando ero incinta vi ho raccontato della nostra esperienza, di quell’attesa durata otto anni, degli esami fatti per iniziare il percorso di PMA (Procreazione medicalmente assistita, ndr). Di quel periodo ricordo che ogni volta che mi veniva rivolta una domanda simile io ci soffrivo tantissimo”, spiega la modella, e invita gli utenti a prestare più attenzione per la questione. “Affrontando il percorso in ospedale mi sono accorta che il problema è in realtà molto più diffuso di quanto non sembri (...) – ribadisce –. Basterebbe non insinuare, non continuare a chiedere. Non sapete se quella coppia o quella persona sta affrontando un momento doloroso, per cui le vostre richieste potrebbero provocare ulteriori sofferenze e frustrazioni”. 

I dati dell’Oms

Secondo quanto reso noto dall’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il problema dell’infertilità è ormai una condizione globale che affligge il 17,5 % della popolazione adulta: una persona su 6 ne ha cioè sofferto una volta nella vita. In Italia la percentuale si aggira intorno al 15% delle coppie: sono dunque circa 77-80mila coloro che annualmente ricorrono alla Procreazione Medicalmente Assistita per avere un figlio, e ogni anno sono in aumento.

Questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che tutte e tutti potremmo trovarci in una situazione simile: e se vi venisse fatta una domanda così inopportuna, irriverente, come vi sentireste?