Matrimonio indimenticabile? Sì, con l’interior designer: “Eventi trend alla portata di tutti”

Raffaella Oddo, architetto e interior designer rinomata nel campo degli allestimenti di eventi, racconta com’è cambiato il mestiere in 10 anni: “Grazie alla tecnologia possiamo vivere esperienze immersive, ma stile, gusto e inventiva restano prerogativa umana”

di CATERINA CECCUTI
22 gennaio 2025
L'architetto Raffaella Oddo

L'architetto Raffaella Oddo

Chi dice che l’eleganza e la bellezza siano prerogativa soltanto di pochi? Una volta, magari, ai tempi delle copertine patinate, poteva essere così. Ma oggi, nell’era del digitale, nella civiltà dell’immagine catturata con un click del cellulare ed estemporaneamente condivisa sui social, gli scenari da sogno in cui contestualizzare la propria vita sono sempre più ambiti. Figurarsi se si parla di un giorno speciale e irripetibile come quello del proprio matrimonio, in cui ormai tutto - dall’allestimento floreale al più piccolo dettaglio decorativo - può (o deve) raccontare una storia unica.

E dietro le quinte di questi ambienti onirici sempre più spesso c’è la mente visionaria di professionisti del mestiere, interior designer capaci di generare scenografie che, appena fino a una decina di anni fa, si potevamo osservare solamente da lontano, in tv o sui rotocalchi, in occasione delle nozze vip. Oggi, invece, quasi tutti possono permettersi un evento contraddistinto dallo stile e dal buon gusto, e l’interior design, un tempo legato quasi esclusivamente alla progettazione di spazi interni – residenziali o commerciali –, si sta espandendo a settori come quello degli eventi, dei matrimoni e degli allestimenti temporanei.

Un nuovo panorama in cui l’architetto-designer ha la possibilità di unire competenze artistiche, conoscenze tecniche e strumenti digitali, offrendo esperienze immersive e personalizzate. L’esposizione mediatica, l’accesso immediato alle fonti di ispirazione online e l’interesse per progetti “instagrammabili” rendono preziosa la figura di un professionista capace di armonizzare estetica e funzionalità. Il futuro del design e dell’organizzazione di eventi appare inoltre sempre più interconnesso con una tecnologia che supporta – ma non sostituisce – la visione creativa e l’esperienza umana.

Abbiamo incontrato Raffaella Oddo, architetta e designer specializzata nel settore degli allestimenti di eventi e matrimoni (nonché docente allo IED con un corso di Progettazione di interni), che ci ha accompagnato per mano alla scoperta della grande trasformazione che il suo mestiere ha subito negli ultimi anni, abbracciando arte, tecnologia e sensibilità estetica per trasformare ogni evento in un’esperienza capace di stupire e di lasciare un ricordo indelebile.

Negli ultimi anni, i mestieri legati all’event planning hanno subito profondi cambiamenti, dettati anche dalle nuove tecnologie e da una maggiore consapevolezza da parte dei clienti… “Certamente negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a cambiamenti importanti. Non solo il mestiere dell’event planner in sé per sé, ma anche di tutto il gruppo di professionisti che partecipa alla realizzazione di un evento. Se prima, per esempio, convocare un wedding planner era considerato quasi un lusso riservato a stranieri o a persone con a disposizione budget molto elevati, adesso è una possibilità alla portata anche di coloro che non possiedono risorse illimitate, ma che desiderano comunque avvalersi di un supporto professionale nell’organizzazione del proprio giorno speciale. Un nuovo scenario, dunque, nel quale anche un professionista come me – interior designer - può mettere a disposizione il proprio bagaglio artistico, la sensibilità estetica ma anche le competenze tecniche acquisite con i propri studi”.

Come è nata la sua passione per gli allestimenti da cerimonia? “È nata nel momento in cui ho intuito la possibilità di trasferire le mie competenze di architetto nell’ambito degli eventi, per creare qualcosa di bello: ho capito che i clienti avevano bisogno di una vera e propria ‘progettazione’ degli allestimenti; al giorno d’oggi non si tratta più soltanto di scegliere il fiore giusto da mettere sulla tavola, servono competenze specifiche e un attento sguardo d’insieme. Personalmente lavoro con agenzie di organizzazione eventi di fama nazionale ed internazionale, collaborando con loro alla creazione del design e curando la rappresentazione dell’idea progettuale. Ne scaturisce una bellissima collaborazione, che mette insieme due figure professionali con una formazione diversa che insieme riescono a soddisfare le richieste più complesse”. Ogni epoca ha le sue mode, ma oggi i clienti sembrano sempre più informati e attenti ai dettagli, grazie anche all’esposizione mediatica dei social. Quali sono le richieste o le tendenze più in voga? “Ormai, grazie ai social e ai contenuti disponibili online, tutti possono trovare facilmente spunti di riferimento cui ispirarsi per immaginare gli allestimenti degli ambienti nel giorno del proprio matrimonio. E, come dicevo, non si tratta più di un servizio ‘d’élite’: anche chi ha un budget ridotto può avvalersi di un wedding planner o di un interior designer, sfruttandone le competenze per organizzare e personalizzare al meglio il proprio evento. Anche perché oggi i matrimoni sono più dinamici, più coinvolgenti, spesso si cambia location all’interno dello stesso evento (ad esempio ci si sposta dalla zona aperitivo a quella della cena, dall’area taglio della torta agli spazi dedicati all’intrattenimento).

Gli organizzatori propongono agli sposi anche diversi tipi di spettacolo, che necessitano di aree adeguatamente allestite. Come interior designer studio anche i così detti ‘angoli instagrammabili’, scorci particolarmente belli in cui gli ospiti amano fotografarsi. Il design, insomma, è diventato centrale, anche perché le foto e i ricordi dell’evento vivranno soprattutto online. Le spose di oggi non sognano più solo l’abito bianco, ma desiderano un evento che rispecchi il proprio stile, e l’interior designer sa come creare ambienti coerenti e originali”.

Stiamo dunque assistendo ad una “espansione” della professionalità dell’interior designer… “Sicuramente, e devo dire che la ‘contaminazione’ tra architettura, design e mondo degli eventi è molto stimolante. L’architetto-interior designer, infatti, porta un approccio progettuale solido, capace di valorizzare ogni ambiente: dalla zona di benvenuto all’area cerimonia, fino al percorso che gli ospiti fanno all’interno della location. Non c’è più solo la tradizionale formula ‘chiesa e ristorante’. Oggi si cercano esperienze immersive, con corner dedicati alle degustazioni, spazi decorati con installazioni di forte impatto visivo e una cura del dettaglio che coinvolge anche la grafica personalizzata (dal ‘save the date’ alle insegne interne all’evento). Nella prospettiva di un approccio tecnico-artistico simile, l’interior designer risulta prezioso: non è più sufficiente rivolgersi al fiorista, occorre avere uno sguardo più ampio, progettando vere e proprie ‘scenografie’ in grado di stupire gli ospiti e dare vita ad esperienze uniche”.

Nella presentazione di nuove idee ai clienti, utilizza spesso modelli tridimensionali e proiezioni virtuali. Quanto è importante, nella sua esperienza, far “toccare con mano” l’allestimento finale e quali strumenti tecnologici predilige? “Trovo sia indispensabile fornire ai clienti una visione il più possibile realistica di ciò che potranno ottenere, per questo motivo preparo moodboard e progetti con più opzioni, così che possano scegliere la soluzione più vicina alla loro sensibilità. Inoltre, grazie alla collaborazione con fornitori e noleggiatori, offro anteprime di come potrebbero risultare gli arredi, le decorazioni e i vari dettagli scenografici.

I software di progettazione e le presentazioni virtuali consentono di ‘far vivere’ l’atmosfera finale in anticipo: il cliente può letteralmente vedere come sarà strutturato l’allestimento, dalle palette cromatiche alla disposizione degli spazi. Non bisogna però dimenticare che la componente umana rimane cruciale: l’idea creativa e il ‘gusto’ sono frutto dell’occhio allenato e dell’esperienza del professionista, e non possono essere sostituiti dalla tecnologia”.

Come si immagina di qui a qualche anno? Quale indirizzo prenderà il suo mestiere? “Sicuramente l’intelligenza artificiale diventerà un supporto sempre più rilevante per velocizzare alcuni processi del nostro lavoro, ad esempio nella realizzazione di bozzetti preliminari o nella scelta dei materiali e degli abbinamenti. Sto iniziando a sperimentarla anch’io, perché sono convinta che sia importante non rimanere indietro. Tuttavia, l’AI non sostituirà mai la nostra sensibilità e la capacità di interpretare i desideri e l’identità del cliente. Il gusto personale e l’esperienza rimangono aspetti insostituibili del ruolo di architetto e interior designer. Immagino però che, con l’avanzare delle tecnologie, la richiesta di esperienze sempre più immersive crescerà: non si vorrà più ‘vedere’ semplicemente un ambiente, ma ‘entrarci’ e interagire con esso. In questo scenario, il nostro ruolo evolverà ulteriormente, divenendo una guida creativa che traduce l’idea del cliente in un progetto reale, fisico o virtuale, mantenendo però quell’attenzione per i dettagli e quell’inventiva che solo una mente umana può davvero offrire”.