Milano da bere? No grazie, al massimo un bicchiere d'acqua. "È tutto quello che posso permettermi, fino al prossimo stipendio". Potrebbe iniziare così un'ipotetica conversazione con un giovane adulto che risiede in città. Inflazione, crisi economiche che si susseguono, conflitti mondiali che mettono a repentaglio la stabilità dei mercati, climate change sono solo alcune delle cause del vertiginoso aumento del costo della vita che, negli ultimi anni, ha messo a dura prova la middle class di casa nostra, costringendola a fare i conti con cordoni della borsa sempre più stretti. La categoria più colpita? Neanche a dirlo, quella degli under 40 che, tra contratti da fame, precarietà, libere professioni con costi di gestione da capogiro, affitti e mutui alle stelle, carrello della spesa sempre più caro, sono costretti a barcamenarsi in un presente incerto con all’orizzonte un futuro - a essere ottimisti - così così.
Per gli under 40 il caro vita è insostenibile
A stare peggio pare siano quelli del Nord, milanesi in primis. Il costo della vita nel capoluogo lombardo è così tanto cresciuto che il 62% dei residenti under 40 spende più di quanto guadagna ed è costretto ad attingere dilapidare i risparmi o a far ricorso a prestiti per spese impreviste. Le brutte notizie non finiscono qua: solo il 17% degli intervistati ha dichiarato di riuscire a risparmiare almeno 200 euro al mese. Sono questi i numeri amarissimi che emergono dall’analisi di Adesso! - movimento di proposta e progetto di media activism lanciato da Tomaso Greco, editore di Bookabook - a cui hanno preso parte oltre 600 giovani lombardi di età compresa tra i 20 e i 40 anni attraverso un sondaggio Instagram.Un fenomeno preoccupante se si pensa che la maggior parte del denaro che gli under 40 milanesi dichiarano di spendere è destinato sostanzialmente alla sopravvivenza e poco più. Viaggi, eventi, acquisti non di beni primari vengono derubricati a questioni di terz’ordine: ci si investe denaro quando e se si può.Visualizza questo post su Instagram