In fondo alla base c’è sempre il concetto di
riciclo. Non di materia, ma di spazi. E così anche le
linee dismesse delle ferrovie possono essere un aiuto contro la perdita di
biodiversità e l’aumento delle temperature. Soprattutto in ambiente urbano dove, come sappiamo, le isole di calore sono particolarmente frequenti ed anche molto molto impattanti.
I binari dismessi di Parigi diventano oasi
L’esempio viene dalla
Francia, esattamente da
Parigi che sta convertendo i binari di una linea ferroviaria in disuso – nota come la
Piccola Cintura – in oasi semi-selvagge per dare sollievo alle giornate più calde dovute ai cambiamenti climatici, offrendo un po’ di tregua ai residenti della città. Il progetto, iniziato nel 2006,
prevede di aprire al pubblico altri 19 ettari nei prossimi tre anni. L’area oggetto dell’intervento è particolarmente cara ai parigini. La Piccola Cintura è stata inaugurata alla fine del XIX secolo, prima della metropolitana della città. La linea ferroviaria trasportava gli operai alle fabbriche, portava il bestiame al macello e trasportava in città materie prime come lo zucchero, prima di cadere in disuso a partire dalla metà del XX secolo.
Il progetto di transizione energetica
Il progetto di trasformazione rientra nelle politiche che il Governo sta mettendo in atto per la
transizione energetica, con l’implementazione di sempre maggiori quantità di rinnovabili nella rete elettrica e con un’attenzione sempre maggiore alle questioni bioclimatiche, ma che per al capitale ha un significato ancora maggiore, visto che a Parigi le aree verde sono molto poche. La capitale francese ha infatti solo la metà della copertura verde di Berlino e Madrid. Non a caso
il centro di Parigi è generalmente più caldo di due o tre gradi rispetto alla sua periferia, e questa differenza può arrivare a 10 gradi durante le ondate di calore estreme, poiché gli edifici intrappolano il calore in eccesso. Da questo punto di vista realizzare delle
oasi refrigeranti ha chiaramente un’importanza non da poco. Ma c’è un ma: la natura che è fiorita nelle aree ferroviarie abbandonate potrebbe pagare un prezzo, per colpa delle frequentazioni umane. E quindi alla fine quest’operazione rischia di danneggiare proprio la biodiversità da cui i frequentatori della Piccola Cintura sono attratti.
Il centro di Parigi è generalmente più caldo di due o tre gradi rispetto alla sua periferia
L'altra faccia della medaglia
Innanzitutto
la fauna selvatica che abbonda lungo la linea ferroviaria una volta abbattute le recinzioni, liberati i sentieri e aperti gli spazi,
potrebbe infatti scappare altrove, cosa che per altro sta già accadendo durante i lavori di ripristino e sistemazione. Problemi ci potrebbero essere anche per gli alberi e le piante. I primi alberi sono stati piantati alla fine del XIX secolo, quando è stata inaugurata la linea ferroviaria, per stabilizzare il terreno. Altri, tra cui ciliegi e prugne, sono cresciuti dai noccioli che i passeggeri gettavano dai treni. Senza contare che, con la complicità silente dei funzionari, i dipendenti delle ferrovie negli anni hanno coltivato
piccoli orti lungo i binari per portare a casa cibo extra. Per salvaguardare e tenere tutto insieme andrà dunque trovato un
equilibrio. In ogni caso al momento non ci sono piani per trasformare l’intera Piccola Cintura in uno spazio pubblico continuo come la High Line di New York o la stessa Promenade Plantée di Parigi. Questo soprattutto perché alcuni tunnel e ponti della linea, che la città amministra insieme al servizio ferroviario nazionale francese, sono così danneggiati che la loro ristrutturazione costerebbe milioni di euro. Inoltre il servizio ferroviario vuole che i treni possano utilizzare la linea con un preavviso di 10 giorni. I funzionari dicono che tale prospettiva è improbabile, ma i binari rimangono, per ogni evenienza.
I rischi per la fauna
Philippe Billot, che supervisiona i giardinieri che curano il verde attorno a una serie di binari ferroviari in disuso, nell’ambito del suo lavoro per
Espaces (un gruppo ambientalista che, tra le altre cose, aiuta a prendersi cura degli spazi verdi nella regione di Parigi), ha spiegato che, se si vuole una vera riserva naturale, non si può far entrare l’uomo. Ma Parigi sarà una delle peggiori città in termini di riscaldamento globale, quindi dobbiamo aprire luoghi come questi. Billot teme tuttavia che ulteriori aperture possano accelerare il declino in particolare della fauna selvatica. Alcuni animali selvatici sono infatti considerati troppo preziosi per essere persi, tra cui la più grande colonia europea di
pipistrelli che vive in un tunnel del Little Belt nel sud-ovest e che aiuta a regolare le popolazioni di insetti come la zanzara tigre. “Un anno abbiamo contato
2.000 pipistrelli.
Ora i pipistrelli sono scesi a soli 700, non sappiamo perché” afferma.