Prendersi cura di sé non conosce barriere: "Hey Mami Skincare" punta sull'inclusività

Giuliana e Adriana Musmeci hanno avuto l'idea di creare prodotti adatti a tutti, perché chiunque, anche persone della comunità Lgbtq+, possano curare il benessere della propria pelle

di AMBRA FRANCINI -
29 ottobre 2023
giuliana e adriana

giuliana e adriana

Una figlia, Adriana, e una mamma, Giuliana. Una passione nata in quarantena per il mondo della skincare e un messaggio di vitale importanza da comunicare: la cura di sé non conosce barriere e prescinde dall’età, dal sesso, dall’esperienza, da tutto. Dal mix di questi elementi è nata un’idea che, nel tempo, è diventata una scommessa per il futuro e infine, grazie all’appoggio di tutta la famiglia, una realtà: quella del brand "Hey Mami Skincare".

Skincare senza barriere con Hey Mami

Con il lavoro costante di Adriana e Giuliana Musmeci, e delle persone che gravitano intorno a questo progetto, nascono prodotti pensati nel minimo dettaglio per chiunque, nessuno escluso, e il concetto di skincare si rimodella in nome della più totale inclusività. "Hey Mami" si inserisce nel mercato tracciando un percorso che ha come meta finale la comprensione delle caratteristiche e delle necessità della propria pelle, ma anche, in senso più ampio, la consapevolezza dell'unicità della propria persona, prestando la propria voce anche a comunità, come quella Lgbtq+, che difficilmente si sentono rappresentate in toto dai marchi di categoria. Qual è la vostra storia? Vi definite un "rainbow family small business": cosa racchiude questa definizione? Adriana: "Parto dal principio. Perché siamo una rainbow family? Perché, nonostante io abbia un padre e una madre, mia mamma, dopo aver avuto me e mio fratello, si è innamorata di un'altra donna. Da quel momento io ho vissuto, in un periodo in cui non era ancora così diffuso questo termine né sdoganato e accettato, all’interno di una famiglia allargata e arcobaleno perché composta da due mamme. Dietro questo progetto ci siamo infatti io e mia mamma, la sua compagna, che a luglio è diventata sua moglie, e il mio ragazzo. Al momento il brand è completamente gestito da noi e autofinanziato. Tutto, dal packaging al sito ai social, è homemade. Anche la territorialità è sicuramente un tratto distintivo del brand. Le nostre origini siciliane ci guidano, infatti, nella scelta degli ingredienti, che sono vegani e per la maggior parte naturali e bio, e in quella delle profumazioni. I nostri prodotti sono interamente realizzati in Italia e moltissimi di questi proprio in Sicilia".
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Adriana, Giuliana e la rainbow family

Com’è nato il progetto? Adriana: "Tutto è partito durante il Covid: io e mia mamma non abitavamo insieme, ma siamo sempre state legatissime e io non facevo altro che parlarle al telefono di skincare perché era una delle poche cose alle quali ti potevi avvicinare in un periodo in cui eravamo chiusi casa. Da lì mi sono completamente lanciata in quel mondo. Nel 2021 mia madre mi ha detto che lei e la compagna credevano molto in questa mia passione e che forse poteva essere importante dar vita a un’iniziativa che si facesse carico anche e soprattutto di un messaggio di inclusività, che poi è quello che la nostra famiglia cerca di lanciare quotidianamente". Giuliana: "Abbiamo dato ad Adriana carta bianca per la sua creatività e per il suo futuro. Adriana ha anche un fratello che si presta alle fotografie e all’utilizzo dei prodotti. Anche a lui, un ragazzo etero con tutti i pregiudizi del caso verso la skincare, abbiamo dimostrato che su un prodotto non deve esserci scritto 'per donna' o 'per uomo' per poter funzionare, perché i principi nutrienti di base dei prodotti sono quelli. Abbiamo dunque sdoganato con lui in primis, e quindi speriamo di farlo con tanti altri, il discorso della 'skincare per tutti'". In cosa si traduce l’inclusività, baluardo del vostro brand? Adriana: "L’inclusività si applica al modo in cui ci rivolgiamo alla community. Cerchiamo di utilizzare, specialmente sui social, un linguaggio molto diretto, non costruito. Io, ad esempio, non ho l’aspetto della classica influencer, ma mi mostro agli altri 'al naturale', esattamente per come sono. Abbiamo bisogno che la nostra community ci percepisca e soprattutto inizi a percepirsi senza alcun tipo di sovrastruttura.
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Testimonial del brand interamente homeade creato da mamma e figlia

Il nostro modo di comunicare giovane e fresco, poi, conquista anche un pubblico adulto e si apre alla community Lgbtq+. Oggi, in effetti, non esistono brand di selfcare (non solo skincare) che permettano a questa fetta di utenti di sentirsi pienamente rappresentata. In tanti cercano di riposizionarsi sul mercato: ci sono brand enormi che nelle loro campagne piazzano magari un viso maschile per raccontare che certi loro prodotti sono anche da uomo. Il nostro progetto, invece, nasce già così, come un progetto che parla a tutti indistintamente. Il nostro scopo non vuole essere la vendita. La vendita dev’essere un mezzo tramite cui comunicare un messaggio". A proposito di selfcare e messaggi da comunicare, parliamo di 'Una mami x amica', uno spazio sicuro creato da voi affinché gli utenti possano sfogarsi liberamente senza essere giudicati o fare domande inerenti alla cura della pelle e di sé stessi in senso più ampio, domande che magari normalmente ci imbarazzano. Giuliana: "L’idea nasce perché le amiche di mia famiglia spesso chiedono di confidarsi con me. Nonostante io non abbia competenze pedagogiche di alcun tipo, ho una forte dose di empatia e mi piace ascoltare gli altri. E spesso è più facile parlare con un estraneo che rivolgersi a un familiare o a un amico". Adriana: "Una cosa interessante accaduta proprio negli ultimi giorni: in una delle nostre box domande di 'Una mami x amica' abbiamo chiesto 'quali sono le cose che ancora oggi ti danno più fastidio o ti mettono più a disagio per quanto riguarda la tua pelle?'. Abbiamo ricevuto pochissime risposte, nonostante fossero in tantissimi ad aver visualizzato la story". Giuliana: "È significativo. Un basso tasso di interazione per una domanda del genere mostra quanto timore ci sia ancora nell’esporsi, nel parlare dei propri punti deboli. Abbiamo infatti pensato di proporre una soluzione di totale anonimato per rendere l’operazione più semplice. Gli utenti non sanno effettivamente chi c’è dall’altra parte dello schermo e non sanno in che modo saranno trattate le risposte. Anche le dinamiche dei social, che spesso ti espongono al pubblico senza che tu lo desideri, contribuiscono in effetti ad alimentare questo meccanismo di paura e conseguente tentativo di difesa".
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Heymami Skincare è un brand che mette in primo piano la bellezza di tutti e valorizza l'amore per la propria pelle (Facebook)

Che progetti avete per il futuro? Adriana: "Il nostro brand, col suo forte messaggio di inclusività, è stato usato come case study in una tesi del master Bocconi in 'management made in Italy'. In questa tesi si ipotizzava un piano di comunicazione possibile nel futuro, un futuro nel quale ci piacerebbe realizzare un podcast sulla cura di sé stessi, per avvicinarci di più anche a quelle persone che non necessariamente stanno su instagram, tiktok ecc… ma magari prediligono dei social basati sull’audio, sull’ascolto. E poi ci piacerebbe nel lungo periodo riuscire a entrare in qualche store fisico. A partire da dicembre saremo anche main sponsor dello spettacolo 'Alexander Hamilton', a cura dell’associazione teatrale catanese Ouroboros. Lavoreremo sul concetto di selfcare personale, prendendoci cura degli attori nel periodo di formazione e preparazione all’esibizione. Il cast è fluido, composto da uomini e da donne che saranno ovviamente trattati indistintamente. Li seguiremo giornalmente per aiutarli in quella che è la conoscenza della propria pelle. Un attore si prende cura della propria testa, ma sta sul palco e quindi può imparare a prendersi cura del proprio viso. Le due cose non devono essere separate. Prendersi cura di se stessi e dedicarsi del tempo aumenta inoltre l’autostima, la self-confidence". Giuliana: "Ci piacerebbe anche approcciarci ad associazioni Lgbtq+ e al momento stiamo facendo delle ricerche. Le realtà sono numerose e le scandaglieremo a fondo per trovare quelle giuste per poter costruire insieme qualcosa di bello".