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Il rossetto più antico del mondo? In Iran, 4mila anni fa

Da simbolo diabolico ad accessorio di ribellione, il rossetto ha acquisito vari significati nel tempo, ma ha sempre mantenuto il suo fascino

di SOFIA TULI -
5 febbraio 2024
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Colori e nuance più disparate, oggi ce n'è per tutti i gusti. E con il tempo ha acquisito sempre più significati, pur mantenendo il suo fascino primario. Ma a quando risale il rossetto più antico del mondo? A quanto pare 4mila anni fa, in Iran. Lo ha scoperto una ricerca internazionale di un'equipe dell'Università di Padova (specializzati in archeologia, chimica, mineralogia), in collaborazione con archeologi della Facoltà di Archeologia dell'Università di Teheran (Iran). rossetto-antico-mondo-iran

Il più antico del mondo

I ricercatori hanno analizzato ed identificato il contenuto di un flacone in clorite, finemente scolpito, datato mediante radiocarbonio tra il 1900 e il 1700 a.C. Lo studio "A Bronze Age lip-paint from southeastern Iran" appena pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports' evidenzia risultati sorprendenti: si tratta di una preparazione cosmetica di colore rosso cupo, a base di ematite, manganite e braunite, mescolato a cere e olii vegetali, che, a causa della sua specifica composizione - molto simile a quella di un moderno rossetto - era probabilmente usata per colorare le labbra. "Questa scoperta - dice Massimo Vidale, del dipartimento di Beni culturali dell'Università di Padova e corresponding author dello studio - si aggiunge ai risultati di una linea di ricerca che rivela come gli artigiani dell'antico Iran, già 5.000-4.000 anni fa, avessero elaborato conoscenze molto avanzate sui composti metallici, naturali ma anche sintetici, che permettevano la produzione non solo di kohl (la nostra matita nera per gli occhi), ma anche di fondo-tinta a base di carbonato di piombo (biacca), e ombretti che, grazie all'aggiunta di cloro-carbonati di rame e piombo, e forse di urea, viravano la colorazione chiara di base verso sfumature di azzurro e verde". "Il fatto che il 'rossetto' appena scoperto contenga solo tracce minime di minerali di piombo - aggiunge - fa supporre che le 'comunità di pratica di questa tecnologia fossero consapevoli dei pericoli della diretta ingestione di questo metallo. Suggerisce anche la possibilità che il trucco femminile, in contesti sociali formali e cerimoniali, fosse una importante componente della manifestazione pubblica del ruolo dominante di uno strato elitario della popolazione".
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Liz Taylor

La storia del rossetto

Da Cleopatra, passando per Marilyn Monroe, fino ai giorni nostri, il rossetto rosso non ha mai smesso di far parlare di sé. Amato o odiato, quel sottile velo di colore, da secoli, lega generazioni di donne e amanti del make up, tanto da essere diventato un must have senza tempo. La sua storia è lunga e travagliata, ma ogni tappa del percorso ha contribuito a trasformarlo in ciò che rappresenta oggi. Utilizzato da uomini e donne per definire il proprio status e per distinguersi, il rossetto rosso ha vissuto anche tempi bui, in cui era utilizzato come lettera scarlatta della prostituzione o nel Medioevo, quando era visto come sinonimo diabolico. Fu all’inizio del Novecento che il rossetto iniziò ad affermarsi come prodotto di make-up, prima grazie a Roger & Gallet, che produssero il primo stick labbra, e poi a Elizabeth Arden che lo elesse simbolo delle battaglie femministe delle Suffragette a New York. Durante la guerra mondiale, le donne dell’esercito americano lo indossavano come parte integrante della loro divisa in una sola tonalità, il Montezuma Red, sempre creato dalla Arden su richiesta ufficiale del governo.
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"C'è ancora domani", nella scena finale Paola Cortellesi si mette il rossetto per andare a votare

Da lì in poi, grazie anche al fiorire dell’industria cinematografica e delle sue star, il rossetto si diffuse su larga scala. Sulle labbra di Marilyn Monroe, Liz Taylor, Betty Page, Audrey Hepburn… Icone indiscusse di uno stile che veniva imitato in tutto il mondo. Negli anni’70 venne sdoganato come accessorio di ribellione anche da parte dei punk rockers. Uno su tutti, David Bowie che portava sempre le labbra dipinte. Ecco che il piccolo accessorio di bellezza diventa quindi non solo simbolo di emancipazione femminile, ma di un’identità fluida, che desidera sentirsi libera di essere quello che vuole, per citare le parole di Harry Styles.