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Riprendere in mano la propria vita dopo aver superato un tumore, rendendola possibilmente migliore di quella vissuta prima della malattia. L'ultima sfida di Onconauti - associazione bolognese con sedi in tutta Italia che sostiene i pazienti nella delicata fase del recupero - è promuovere un modello innovativo di follow up, costituito dagli esami di sorveglianza oncologica ripetuti per 5-10 anni, associati a un percorso di trattamenti integrati e interventi sullo stile di vita, che coinvolge ospedali e territorio. Se ne discute il 24 e il 25 novembre a Bologna, nell’undicesimo congresso nazionale dell’associazione, a cui interverranno il direttore scientifico e oncologo Stefano Giordani, Antonio Maestri, direttore dell’Oncologia Metropolitana ausl Bologna, Toni Ibrahim, direttore della struttura complessa di Osteoncologia del Rizzoli, Paolo Bordon, direttore generale azienda ausl Bologna, e Anselmo Campagna, direttore generale dell’Istituto Rizzoli.
La gestione dei follow up rappresenta tuttavia un carico di lavoro sempre meno sostenibile per i centri di oncologia e un fattore di spesa crescente per il sistema sanitario nazionale. "La Rete oncologica metropolitana e Onconauti – illustra l’esperto – propongono l’apertura di un 'laboratorio sperimentale' alla ricerca di una nuova chiave di lettura. Quella della continuità di presa in carico tra ospedali e territorio, che vede le associazioni di pazienti come indispensabile elemento di 'cerniera' tra questi due ambiti. Tema che sarà al centro del convegno bolognese". L'Associazione si occupa anche di promuovere l’adozione di corretti stili di vita. “Recentemente – prosegue il direttore scientifico - sono state pubblicate le nuove linee guida Asco (Associazione Oncologi Clinici Americani) che dimostrano l’efficacia della complementarietà tra le terapie oncologiche e i trattamenti integrati, sia nel migliorare la qualità di vita dei pazienti sia nel ridurre il rischio di recidive e dei secondi tumori. Per questo siamo da sempre in prima linea per stimolare i pazienti a scegliere stili di vita salutari, che includono dieta, attività fisica e tecniche di gestione dello stress, basati su pratiche mente-corpo, come agopuntura, yoga e qi gong. Percorsi che devono durare tutta la vita per ridurre il rischio di riammalarsi”.
Accompagnare i pazienti verso la salute
"Le ferite fisiche e psicologiche provocate dal trauma della diagnosi e spesso dagli effetti collaterali delle cure – sottolinea Giordani – possono essere difficili da superare. Inoltre quasi tutti affrontano da soli il terribile stress degli esami di controllo. Il nostro impegno è accompagnarli nel viaggio verso la salute, con un percorso costruito ad hoc per ciascun paziente".![salute-onconauti-pazienti](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/11/noti7562.jpg)
Il 24 e 25 novembre si svolgerà l'undicesimo congresso dell'associazione bolognese