L’11 Novembre è il “Single Day”, il giorno delle anime "spaiate". In verità, le date conosciute per essere dedicate ai single sarebbero due: il 15 febbraio, e l’11 novembre. La prima, in occasione di San Faustino, ricorre il giorno dopo San Valentino, come una pacca sulla spalla a tutti coloro che la sera prima si sono sentiti soli mentre gli amici erano a lume di candela con i propri partner.
Come nasce la ricorrenza
L’11 novembre, invece, è una ricorrenza cinese che nasce negli anni ’90 quando alcuni studenti dell’università di Nanchino ebbero l’idea di festeggiare e onorare il loro essere single. Niente è stato lasciato al caso per la scelta di questa festa, visto che la data dell’11 novembre ripete per ben due volte il numero 1, simbolo di singletudine.
In Cina infatti, dove la numerologia è una questione seria, il numero 1 indica il singolo, mentre il numero 1 ripetuto per quattro volte indica la massima espressione della solitudine.
Come spesso accade però, la motivazione originaria è nel tempo mutata in una scusa per farsi prendere dallo shopping sfrenato senza sentirsi troppo in colpa, una sorta di consolazione che le persone si danno per motivare le spese pazze di questa giornata, stimolate ovviamente dai numerosi brand internazionali che cavalcano l’onda, introducendo succulenti sconti in stile Black Friday.
I single sono in aumento
Secondo i dati Istat, in Italia i single supererebbero di gran lunga le coppie con figli. Dall’ultimo rapporto annuale del 2023, i single rappresentano il 32,2% degli italiani, contro il 31,2% delle famiglie; le famiglie composte da una sola persona, che oggi rappresentano un terzo delle famiglie, sono cresciute di quasi 10 punti dal 2001-2002, per un totale di 8.365.000 individui tra single, separati, e vedovi che non si sono mai risposati.
Fin qui non ci sarebbe niente di male, se solo i dati non dimostrassero che l’Italia non è un paese per single, citando un famoso film dei fratelli Coen del 2008.
Quanto costa essere single?
La società di consulenza finanziaria Moneyfarm ha infatti calcolato che chi vive da solo spenderebbe ogni mese 571 euro in più rispetto a chi è in coppia, cioè il 47% in più. Le percentuali più alte di famiglie composte da una sola persona si registrano al nord-ovest e nel centro Italia, mentre al Sud sarebbero ancora in maggioranza le coppie.
Andando più nel dettaglio, possiamo analizzare vari aspetti che confermano il fatto avere un partner non significa solo condividere gioie e dolori, ma anche il portafoglio. Per quanto riguarda la casa, nonostante vivere in due necessiti chiaramente di un luogo più grande e più costoso, i single si troverebbero comunque a pagare 338 euro (+71%) in più rispetto alle coppie, poiché vivere in due all’interno dello stesso luogo non presuppone una casa grande il doppio.
Vacanze e cene fuori
Anche per le vacanze e le cene fuori il bilancio è lo stesso: una coppia spende in media 45 euro al mese per ristoranti ed hotel, mentre sul portafogli dei single queste spese si ammontano sui 68 euro al mese.
Moneyfarm ha inoltre calcolato quanto avrebbero messo da parte arrivati ai 50 anni, tre persone che avessero deciso di andare a convivere in età differenti, dividendo così le spese a metà col partner. I risultati mostrano che chi va a convivere all’età di 45 anni, a 50 anni avrà risparmiato 43.260 euro. Chi va a 35 anni, ha risparmiato 102.780 eurp, mentre chi va a convivere a 25 anni, avrà risparmiato allo scoccare del mezzo secolo ben 171.300 euro.
I dati qui sopra riportati non lasciano spazio a dubbi di alcun tipo: siamo sicuri che la nostra società sia a misura dei single?