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Home » Lifestyle » Valex, la 13enne che esorcizza il Covid con la musica: “Ai miei coetanei dico non mollate: questo periodo finirà e recupereremo il tempo perso”

Valex, la 13enne che esorcizza il Covid con la musica: “Ai miei coetanei dico non mollate: questo periodo finirà e recupereremo il tempo perso”

Contro l'abbandono scolastico e i disturbi psicologici causati dalla pandemia c'è chi, come Valeria Esposito, decide di investire tutto sul proprio futuro. La giovane violinista di Poggibonsi ha deciso di candidarsi all’Aurora Fellow, il programma europeo rivolto ai giovani under 20 che forma gli imprenditori del futuro permettendo loro di sviluppare le loro idee e le proprie abilità

Camilla Prato
5 Maggio 2021
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In Italia, da qualche settimana, gli studenti sono tornati in classe al 50%, interrompendo parzialmente la didattica a distanza. Ma, nonostante il rientro tanto atteso, non accenna a scomparire l’enorme problema dell’abbandono scolastico, un fenomeno che anche nel post Covid porta la percentuale al di sopra della media europea, fissata al 10%. Secondo i dati di Fondazione Openpolis, nel nostro Paese, circa il 13,5% dei giovani ha abbandonato la scuola prima di raggiungere il diploma. Una cifra – relativa al 2019 – che è molto diminuita nell’ultimo decennio (erano oltre il 23% nel 2004), sebbene resti ancora sopra l’obiettivo europeo per il 2020. Tra le regioni i tassi variano in modo considerevole, dal 9,6 % nel nord-est al 16,7 % nel sud. Da considerare anche la maggiore probabilità dei ragazzi, rispetto alle ragazze, di abbandonare la scuola prima del tempo (il 15,4 % contro l’11,3 %). Solo in Sicilia, per esempio, il fenomeno coinvolge oltre il 20% degli studenti, inserendosi in un quadro estremamente complesso e aggravato ancor di più dall’emergenza coronavirus.

A pagare il prezzo più alto degli effetti “silenziosi” della pandemia sono soprattutto i giovanissimi: costretti alla chiusura, tra Dad e distanziamento, il rischio è di sviluppare disturbi gravi per la propria salute. A insegnarci però che la vita va avanti, nonostante tutto, è la giovane Valeria Esposito. Tredici anni, originaria di Poggibonsi, oggi è conosciuta dai suoi quasi 400 follower come Valex, dal nome del canale YouTube aperto in pieno lockdown, in cui ha messo in mostra la sua passione per la musica. Una valvola di sfogo per sentirsi meno sola quando tutta la sua famiglia, lei compresa, è stata colpita dal Covid. “Ho iniziato a suonare il violino quando avevo due anni, insieme al maestro Alessio Nacuzi, a Siena. A 9 anni ho intrapreso anche lo studio del  pianoforte e sono entrata nell’Istituto di Alta Formazione Musicale “Rinaldo Franci” di Siena come giovane talento. Quando è scoppiata la pandemia la paura ha iniziato a prendere il sopravvento: tutta la mia famiglia è risultata positiva, mio papà è stato ricoverato in ospedale e io ho smesso di sorridere. Il violino è stato la mia valvola di sfogo“, racconta Valeria. Come tanti altri ragazzi della sua età, da più di un anno segue le lezioni a distanza.

Questo nuovo modo di vivere la scuola, però, ha provocato in molti giovani come lei stress, isolamento e poca concentrazione. Ecco allora che per Valeria, tanto giovane quanto determinata, trovare la forza di mettersi in gioco diventa un insegnamento per tutti. “Mia madre dice sempre che sono resiliente, ma cosa vuol dire? Quello che penso io è che noi giovani abbiamo bisogno di tornare a vivere la nostra vita senza la paura di stare vicini”. Valeria ha deciso così di candidarsi all’Aurora Fellow, il programma europeo contro l’abbandono scolastico ideato da Jacopo Mele e rivolto ai giovani under 20 che desiderano sviluppare le proprie abilità imprenditoriali e muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Nato dalla sinergia delle esperienze e metodologie delle Fondazioni Golinelli, Homo Ex Machina, Junior Achievement e Mondo Digitale, Aurora Fellow si propone di formare, entro il 2030, più di 1000 giovani “game changer”, preparandoli a realizzare progetti di valore per la società del XXI secolo. “Con Aurora vorrei formarmi e organizzare un laboratorio in cui dare sfogo alla mia fantasia, creando un’app e programmi per giochi didattici. Ai miei coetanei voglio dire di non desistere e di concentrarsi su ciò che li rende felici. Questo periodo finirà e sarà allora che potremo recuperare tutto il tempo perso“, conclude Valeria.

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  • Nino Gennaro cresce in un paese complesso, difficile, famigerato per essere stato il regno del boss Liggio, impegnandosi attivamente in politica; nel 1975 è infatti responsabile dell’organizzazione della prima Festa della Donna, figura tra gli animatori del circolo Placido Rizzotto, presto chiuso e, sempre più emarginato dalla collettività, si trova poi coinvolto direttamente nel caso di una sua amica, percossa dal padre perché lo frequentava e che sporse denuncia contro il genitore, fatto che ebbe grande risonanza sui media. Con lei si trasferì poi a Palermo e qui comincia la sua attività pubblica come scrittore; si tratta di una creatività onnivora, che si confronta in diretta con la cronaca, lasciando però spazio alla definizione di mitologie del corpo e del desiderio, in una dimensione che vuole comunque sempre essere civile, di testimonianza.

Nel 1980 a Palermo si avviano le attività del suo gruppo teatrale “Teatro Madre”, che sceglie una dimensione urbana, andando in scena nei luoghi più diversi e spesso con attori non professionisti (i testi si intitolano “Bocca viziosa”, “La faccia è erotica”, “Il tardo mafioso Impero”), all’inseguimento di un cortocircuito scena/vita. Già il logo della compagnia colpisce l’attenzione: un cuore trafitto da una svastica, che vuole alludere alla pesantezza dei legami familiari, delle tradizioni vissute come gabbia. Le sue attività si inscrivono, quindi, in uno dei periodi più complessi della storia della città siciliana, quando una sequenza di delitti efferati ne sconvolge la quotidianità e Gennaro non è mai venuto meno al suo impegno, fondando nel 1986 il Comitato Cittadino di Informazione e Partecipazione e legandosi al gruppo che gestiva il centro sociale San Saverio, dedicandosi quindi a numerosi progetti sociali fino alla morte per Aids nel 1995.

La sua drammaturgia si alimenta di una poetica del frammento, del remix, con brani che spesso vengono montati in modo diverso rispetto alla loro prima stesura.

Luca Scarlini ✍

#lucenews #lucelanazione #ninogennaro #queer
  • -6 a Sanremo 2023!

Questo Festival ha però un sapore dolceamaro per l
  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

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  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

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In Italia, da qualche settimana, gli studenti sono tornati in classe al 50%, interrompendo parzialmente la didattica a distanza. Ma, nonostante il rientro tanto atteso, non accenna a scomparire l’enorme problema dell’abbandono scolastico, un fenomeno che anche nel post Covid porta la percentuale al di sopra della media europea, fissata al 10%. Secondo i dati di Fondazione Openpolis, nel nostro Paese, circa il 13,5% dei giovani ha abbandonato la scuola prima di raggiungere il diploma. Una cifra – relativa al 2019 – che è molto diminuita nell’ultimo decennio (erano oltre il 23% nel 2004), sebbene resti ancora sopra l’obiettivo europeo per il 2020. Tra le regioni i tassi variano in modo considerevole, dal 9,6 % nel nord-est al 16,7 % nel sud. Da considerare anche la maggiore probabilità dei ragazzi, rispetto alle ragazze, di abbandonare la scuola prima del tempo (il 15,4 % contro l’11,3 %). Solo in Sicilia, per esempio, il fenomeno coinvolge oltre il 20% degli studenti, inserendosi in un quadro estremamente complesso e aggravato ancor di più dall’emergenza coronavirus. A pagare il prezzo più alto degli effetti "silenziosi" della pandemia sono soprattutto i giovanissimi: costretti alla chiusura, tra Dad e distanziamento, il rischio è di sviluppare disturbi gravi per la propria salute. A insegnarci però che la vita va avanti, nonostante tutto, è la giovane Valeria Esposito. Tredici anni, originaria di Poggibonsi, oggi è conosciuta dai suoi quasi 400 follower come Valex, dal nome del canale YouTube aperto in pieno lockdown, in cui ha messo in mostra la sua passione per la musica. Una valvola di sfogo per sentirsi meno sola quando tutta la sua famiglia, lei compresa, è stata colpita dal Covid. "Ho iniziato a suonare il violino quando avevo due anni, insieme al maestro Alessio Nacuzi, a Siena. A 9 anni ho intrapreso anche lo studio del  pianoforte e sono entrata nell’Istituto di Alta Formazione Musicale "Rinaldo Franci" di Siena come giovane talento. Quando è scoppiata la pandemia la paura ha iniziato a prendere il sopravvento: tutta la mia famiglia è risultata positiva, mio papà è stato ricoverato in ospedale e io ho smesso di sorridere. Il violino è stato la mia valvola di sfogo", racconta Valeria. Come tanti altri ragazzi della sua età, da più di un anno segue le lezioni a distanza. Questo nuovo modo di vivere la scuola, però, ha provocato in molti giovani come lei stress, isolamento e poca concentrazione. Ecco allora che per Valeria, tanto giovane quanto determinata, trovare la forza di mettersi in gioco diventa un insegnamento per tutti. "Mia madre dice sempre che sono resiliente, ma cosa vuol dire? Quello che penso io è che noi giovani abbiamo bisogno di tornare a vivere la nostra vita senza la paura di stare vicini". Valeria ha deciso così di candidarsi all’Aurora Fellow, il programma europeo contro l’abbandono scolastico ideato da Jacopo Mele e rivolto ai giovani under 20 che desiderano sviluppare le proprie abilità imprenditoriali e muovere i primi passi nel mondo del lavoro. Nato dalla sinergia delle esperienze e metodologie delle Fondazioni Golinelli, Homo Ex Machina, Junior Achievement e Mondo Digitale, Aurora Fellow si propone di formare, entro il 2030, più di 1000 giovani "game changer", preparandoli a realizzare progetti di valore per la società del XXI secolo. "Con Aurora vorrei formarmi e organizzare un laboratorio in cui dare sfogo alla mia fantasia, creando un'app e programmi per giochi didattici. Ai miei coetanei voglio dire di non desistere e di concentrarsi su ciò che li rende felici. Questo periodo finirà e sarà allora che potremo recuperare tutto il tempo perso", conclude Valeria.
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